Capitolo Nono
LA MANCANZA D'OGNI CONFORTO
Non � difficile disprezzare il conforto umano, quando si ha quello di Dio. Grande, anzi grandissima cosa, invece, sono: il saper sopportare la privazione del conforto sia umano sia divino, l'accettare di soffrire in buona pace, per la gloria di Dio, la desolazione del cuore, il non cercare se stesso in alcuna cosa, il non avere di mira il proprio merito. Che c'� di straordinario che tu sia lieto e devoto, quando scende su di te la Grazia divina? E, questo, un momento sospirato da tutti. Galoppa leggero chi � portato dalla Grazia di Dio. Che cosa c'� di strano se non sente alcun peso chi � sostenuto dall'Onnipotente ed � guidato dal Condottiero supremo? Ci fa piacere avere qualche cosa che ci conforti; difficilmente l'uomo si spoglia di se stesso. Il santo martire Lorenzo, invece, seppe staccarsi da questo mondo e vinse anche l'affetto verso il suo Pontefice, perch� ripudi� tutto quello che nel mondo gli appariva caro. Sopport� di buon animo, per amore di Cristo, d'essere separato dal Sommo Pontefice Sisto, che egli amava moltissimo. Per amore del Creatore, dunque, riusc� a superare l'amore verso un uomo: al conforto umano prefer� la volont� di Dio. Cos� impara anche tu a lasciare, per amore di Dio, qualche congiunto e caro amico. E non affliggerti se un amico t'abbandona, sapendo bene che tutti, alla fine, dobbiamo separarci l'uno dall'altro. � necessario che l'uomo combatta molto ed a lungo dentro di se stesso, prima che impari a superarsi completamente e a volgere a Dio tutto il suo affetto. Quando l'uomo fa affidamento sulle sole sue forze, facilmente slitta verso le consolazioni umane. Ma chi ama davvero Cristo e segue alacremente la via della virt�, non cerca tali dolcezze sensibili, ma per amore di Cristo preferisce sostenere le prove difficili e le dure fatiche. Quando, dunque, ti viene concessa da Dio una consolazione spirituale, ricevila e ringrazia; ma renditi conto che � dono di Dio, non frutto del tuo merito. Non insuperbirtene, non esserne troppo lieto, non presumere scioccamente di te; al contrario, per questo dono sii pi� umile, pi� cauto e pi� prudente in tutte le tue azioni, perch� quell'ora passer� e le terr� dietro la prova. Quando, per�, ti sar� stata tolta la consolazione divina, non disperare; attendi con umilt� e pazienza un'altra visita celeste, perch� Egli pu� darti una consolazione anche pi� grande. Per chi ha fatto esperienza delle vie del Signore, questa non � cosa nuova n� strana: nei grandi Santi e negli antichi Profeti si verific� spesso tale avvicendamento di condizioni di spirito. Perci�, uno di essi, avvertendo la presenza della Grazia, diceva: "Nella mia prosperit� ho detto: non sar� smosso in eterno" (Sal 29,7). Ma poi, allontanatasi la Grazia e sperimentando ci� ch'era avvenuto in lui, aggiunge: "Tu hai distolto il tuo volto da me, ed io sono stato conturbato" (Sal 29,8).Eppure, in tale stato non dispera, ma con maggiore insistenza prega il Signore e dice: "A Te, o Signore, lever� il mio grido e innalzer� a Dio la mia preghiera" (Sal 29,9). Alla fine raccoglie il frutto della sua preghiera e proclama d'essere stato esaudito, dicendo: "Ascolta, Signore, abbi misericordia; Signore, vieni in mio aiuto" (Sal 29,11). Ma come? "Hai mutato - dice - il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia" (Sal 9,12). Se cos� avvenne per i grandi Santi, noi, che siamo deboli e poveri, non dobbiamo disperarci se talvolta ci troviamo in fervore, talvolta in aridit�, Perch� lo Spirito viene e s'allontana secondo che vuole. Per questo, il santo Giobbe dice: "Tu, o Signore, visiti l'uomo alle prime luci del mattino, e subito lo metti alla prova " (Gb 7,18). 251n che cosa, pertanto, posso io porre la mia speranza o in chi devo io confidare, se non unicamente nella grande misericordia di Dio, se non unicamente nella speranza della Grazia celeste? Sia, infatti, ch'io abbia con me uomini virtuosi o pii confratelli o amici fedeli o libri santi o magnifici trattati o canti ed inni soavi, Tutto ci� mi aiuta poco, ha ben poco sapore quando sono abbandonato dalla Grazia e lasciato nella mia miseria. Allora, non c'� migliore rimedio della pazienza e della rassegnazione mia alla volont� divina. Non ho mai trovato alcuno tanto religioso e pio, che non abbia patito qualche volta la privazione della Grazia o non abbia sentito l'affievolimento del fervore. Nessun Santo fu mai rapito cos� in alto e cos� inondato da luce soprannaturale, che prima o poi non sia stato tentato. Non � degno, infatti, della profonda contemplazione di Dio chi non � stato provato da qualche tribolazione per amore di Dio. Di solito, un segno della consolazione che verr� � preceduto dalla tentazione. La consolazione celeste viene promessa a coloro che prima sono passati attraverso la prova della tentazione: "Al vincitore - dice il Signore - dar� da mangiare dell'albero della vita"(Ap 2,7). In realt�, la consolazione divina � concessa perch� l'uomo sia pi� forte a sostenere le tribolazioni. Ma la tentazione insiste ancora, perch� egli non insuperbisca del bene compiuto. Il diavolo non dorme, e la carne non � ancora morta; perci�, non desistere dal prepararti alla battaglia, perch� a destra e a sinistra ci sono nemici che non si concedono mai riposo.