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Capitolo XXXIV

QUANDO E’ PERMESSO GIOCARE E DANZARE

e non fino a stancarsi o stordirsi, e di rado. Chi lo facesse spesso, trasformerebbe il divertimento in lavoro.

Le occasioni per la danza e il gioco, di per s� moralmente indifferenti, sono abbastanza frequenti; quelle per i giochi proibiti sono pi� rare, e quanto pi� tali giochi sono biasimevoli e pericolosi tanto pi� rare saranno le occasioni in cui saranno permessi.

In breve: gioca e danza alle condizioni che ti ho indicato, quando te lo consiglieranno la prudenza e la discrezione per accondiscendere e far piacere all'onesta compagnia nella quale ti troverai; la condiscendenza � figlia della carit� e come tale rende buone le azioni indifferenti e permesse quelle pericolose.

Riesce persino a togliere la malizia a quei giochi che sono del tutto cattivi: per cui i giochi d'azzardo, che di per s� sono riprovevoli, cessano di esserlo se, qualche volta, � una ragionevole condiscendenza che ti ci conduce.

Mi ha edificato leggere nella vita di S. Carlo Borromeo che era arrendevole con gli Svizzeri in certi campi nei quali ordinariamente era molto severo, e che il Beato Ignazio di Loyola, invitato a giocare, accett�. Di S. Elisabetta d'Ungheria sappiamo che giocava e danzava quando si trovava in riunioni fatte per divertirsi; e questo senza pregiudizio della devozione, che era tanto radicata nella sua anima che aumentava in mezzo alla pompa e alle vanit� cui l'esponeva la sua condizione, proprio come avviene per gli scogli intorno al lago di Rieti che crescono se battuti dalle onde; col vento i grandi fuochi divampano con maggior violenza, ma i piccoli si spengono del tutto se non li proteggiamo.

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