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Capitolo I

LA SCELTA NECESSARIA NELL’ESERCIZIO DELLE VIRTU’

Come la regina delle api non esce mai senza essere circondata da tutto il suo piccolo popolo, cos� la carit� non entra mai in un cuore senza condurre al suo seguito tutte le altre virt�. Come un buon capitano le mantiene tutte in esercizio e le impiega in vari compiti, come soldati: chi per un servizio, chi per un altro; chi in un modo, chi in un altro; chi prima e chi dopo; chi in questo luogo chi in quell’altro.

Il giusto � come un albero piantato lungo un corso d’acqua che porta i frutti nella sua stagione. Quando la carit� entra in un’anima, produce in essa frutti di virt�, ciascuno a suo tempo.

La musica briosa, tanto gradevole in s�, pu� essere fuori luogo in un lutto. Sono molti ad avere il difetto che ora ti dico: siccome si sono impegnati in una determinata virt�, si intestardiscono a volerla praticare in tutte le circostanze, e vogliono o piangere senza interruzione o ridere senza fine; proprio come certi antichi filosofi. Anzi, fanno di peggio: trovano da ridire e coprono di biasimo quelli che non li seguono nell’esercizio delle "loro" virt�.

L’Apostolo dice che bisogna rallegrarsi con quelli che sono contenti e piangere con quelli che sono afflitti; dice anche che la carit� � paziente e benevola, aperta e prudente, accondiscendente.

Ci sono, a dire il vero, delle virt� che hanno un impiego quasi universale, per cui, non soltanto non devono essere praticate separatamente, ma anzi devono arricchire delle loro qualit� gli atti di tutte le altre virt�. Per esempio, le occasioni di praticare la forza, la magnanimit�, la munificenza, non sono molto frequenti; altre virt� invece, come la dolcezza, la temperanza, l’onest� e l’umilt� devono dare colore e splendore agli atti di tutte le altre virt�. Non � che non ci siano virt� superiori in eccellenza; ma il fatto � che queste sono richieste con maggior frequenza. Lo zucchero � pi� buono del sale, ma il sale ha un impiego pi� frequente e pi� generale. Questa � la ragione per la quale occorre avere sempre pronta una buona provvista di queste virt� generali. Si pu� dire che il loro impiego sia necessario quasi ininterrottamente.

Nell’esercizio delle virt� dobbiamo dare la precedenza a quelle pi� utili al compimento del nostro dovere, non a quelle che ci piacciono di pi�. A Santa Paola piacevano le asprezze delle mortificazioni corporali per godere pi� facilmente delle dolcezze dello spirito, ma il suo primo dovere era l’obbedienza ai superiori; questa � la ragione per la quale S. Girolamo dice che era da riprendere perch� si dava a digiuni incontrollati contro il parere del suo Vescovo.

Gli Apostoli, per contro, istituiti per predicare il Vangelo e distribuire il pane celeste alle anime, giudicarono cosa molto ben fatta, per poter esercitare tale mansione senza distrazioni, tralasciare la pratica della virt� della cura dei poveri, che pure, in s�, � ottima.

Ogni vocazione ha le sue virt� particolari: le virt� proprie di un Vescovo non sono quelle di un principe; le virt� adatte ad un soldato non sono quelle di una donna sposata; quelle di una vedova, sono altre ancora. E’ vero che tutti devono possedere tutte le virt�, ma questo non vuol dire che debbano praticarle allo stesso modo; ognuno deve impegnarsi in modo tutto speciale in quello proprie dello stato cui � stato chiamato.

Tra le virt� che non riguardano in modo specifico il nostro stato, dobbiamo dare la preferenza alle migliori e non alle pi� appariscenti. Alla vista le comete sembrano pi� grandi delle stelle e ai nostri occhi hanno una dimensione maggiore; e invece non sono nemmeno paragonabili alle stelle, n� per grandezza, n� per luminosit�; ci sembrano pi� grandi solo perch� sono pi� vicine a noi e composte di materiale pi� grossolano di quello delle stelle.

Lo stesso avviene per certe virt� che, per il fatto che sono pi� vicine a noi, sono sensibili e direi quasi palpabili, il popolino le stima molto e le preferisce.

Per questo rimane pi� colpito dall’elemosina materiale che da quella spirituale; antepone il cilicio, il digiuno, la nudit�, la disciplina e le mortificazioni del corpo alla dolcezza, alla bont�, alla modestia e altre mortificazioni del cuore: se vogliamo essere onesti, queste ultime sono di molto migliori.

Tu, Filotea, devi scegliere le virt� pi� consistenti, non quelle che godono di maggior stima; le pi� efficaci, non le pi� appariscenti; le migliori, non le pi� onorate.

E’ bene che ognuno scelga l’esercizio particolarmente intenso di qualche virt�, non per questo abbandonando le altre , ma per tenere sempre abitualmente il proprio spirito ordinato e occupato.

Una giovane donna, bellissima, splendida pi� del sole, vestita come una regina, cinta di una corona di olivo, apparve a S. Giovanni, Vescovo di Alessandria e gli disse: Sono la figlia primogenita del Re, se mi accetti come amica ti condurr� alla sua presenza. La riconobbe, era la Misericordia verso i poveri che Dio voleva da lui. Vi si consacr� con tanta assiduit� che fu chiamato S. Giovanni Elemosiniere.

Eulogio di Alessandria desiderava compiere qualche cosa di speciale per il Signore: siccome non aveva abbastanza salute per abbracciare la vita dell’eremita o per porsi sotto l’obbedienza di un altro, accolse presso di s� un emarginato dalla societ�, campione di ogni vizio e ladroneria, per esercitare nei suoi confronti la carit� e la mortificazione; per farlo ancora meglio fece voto di onorarlo, trattarlo e servirlo come un domestico nei confronti del suo padrone e signore. Ad un certo momento, sia l’uno che l’altro, ebbero la tentazione di separarsi; chiesero consiglio al grande S. Antonio che disse: Figli miei, guardatevi bene dal separarvi uno dall’altro; siete oramai prossimi alla vostra fine, e se l’Angelo non vi trova insieme, correte grande pericolo di perdere le vostre corone.

Il Re S. Luigi considerava un premio visitare gli ospedali e serviva gli ammalati di persona.

S.Francesco amava tanto la povert�, che la chiamava la sua signora; S. Domenico invece, amava tanto la predicazione, che ne ha dato il nome ai suoi Frati. S. Gregorio il Grande, sull’esempio di Abramo, trattava i pellegrini con affetto, e il Re della gloria gli fece lo stesso onore che aveva fatto al Patriarca Abramo presentandosi a lui in veste di pellegrino.

Tobia esercitava la virt� della sepoltura dei morti. S. Elisabetta, che pure era una grande principessa, amava l’abiezione di se stessa. S. Caterina da Genova, rimasta vedova, si consacr� al servizio degli ospedali. Cassiano racconta che una ragazza devota, volendo esercitare la virt� della pazienza, ricorse a S. Atanasio, che le pose a fianco una vedova triste, collerica, dispettosa, insofferente che, aggredendola senza interruzione, le diede modo di praticare alla perfezione la dolcezza e la condiscendenza.

Tra i Servitori di Dio c’� chi si impegna nel servizio dei malati, chi ad aiutare i poveri, chi a promuovere la conoscenza della dottrina cristiana tra i piccoli, chi a radunare le anime perdute o smarrite, chi a preparare le chiese e ad ornare gli altari, chi a procurare la pace e la concordia tra gli uomini.

In ci� imitano i ricamatori, i quali, su fondi diversi, dispongono in studiata variet� le sete, l’oro, l’argento, per formare fiori di ogni specie; la stessa cosa fanno quelle anime pie che iniziano uno speciale esercizio di devozione. Tale devozione serve loro da fondo per il ricamo spirituale, sul quale poi impostano le variazioni di tutte le altre virt�; in tal modo mantengono i loro atti e i loro affetti uniti e ordinati proprio in forza del rapporto in cui mantengono le singole virt� con la principale. Per tale motivo il loro spirito appare nel suo bel vestito di broccato d’oro ricamato e trapunto di vari motivo all’ago.

Quando siamo combattuti da qualche vizio, abbracciamo la virt� contraria, sempre che siamo in condizione di farlo, riconducendo le altre a quella. In tal modo sconfiggeremo il nemico e continueremo a progredire in tutte le virt�.

Se sono combattuto dall’orgoglio e dalla collera, devo assolutamente chinarmi e piegarmi all’umilt� e alla dolcezza; per riuscirvi, ricorrer� all’orazione, ai Sacramenti, alla prudenza, alla costanza, alla sobriet�.

Prendo il paragone del cinghiale, il quale, per rendere aguzze le zanne di difesa le sfrega e le appuntisce con l’aiuto degli altri denti, il che fa s� che tutti ne risultino affilati e taglienti; allo stesso modo, l’uomo virtuoso, che ha iniziato l’opera della perfezione, deve limare e affilare quella virt� della quale sente maggiormente il bisogno per la propria difesa; e questo per mezzo dell’esercizio delle altre virt�, che, a loro volta, mentre affilano quella, ne traggono vantaggio, migliorano e risultano meno ruvide.

Cos� capit� a Giobbe, che esercitando in modo particolare la virt� della pazienza, a causa di tante tentazioni cui era sottoposto, fin� col diventare perfettamente santo e virtuoso in tutte le virt� e sotto ogni aspetto.

Secondo quanto dice S. Gregorio di Nazianzo, pu� capitare che, per un solo atto perfetto di una virt�, qualcuno raggiunga l’apice di tutte le virt�. Come esempio porta Raab che, per aver praticato in modo perfetto l’ospitalit�, giunse a somma gloria; ci� si deve intendere solo per i casi in cui l’atto � stato veramente perfetto, e animato da un grande fervore di carit�.

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