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Capitolo XV

Settima Meditazione: L’INFERNO

Preparazione

  1. Mettiti alla presenza di Dio.
  2. Umiliati e domanda la sua assistenza.
  3. Immagina una citt� tenebrosa, affogata in un’atmosfera di zolfo infiammato e pece nauseante; in quello scenario immagina un brulichio di cittadini che non possono uscirne.

Considerazioni

  1. I dannati all’inferno sono come prigionieri senza scampo in quella citt� disgraziata. I loro sensi e tutte le loro membra sono sottoposti a indicibili tormenti: infatti hanno usato le loro membra con i loro sensi per peccare; per questo nei loro sensi e nelle loro membra pagano la pena dovuta al peccato: gli occhi, per gli sguardi perversi e maliziosi, soffriranno l’orribile vista dei diavoli e dell’inferno; le orecchie, che si sono compiaciute dei discorsi licenziosi, udranno, per l’eternit�, pianti, lamenti e grida di disperazione; e cos� di seguito.
  2. Oltre a questi tormenti c’� poi quello che tutti li supera, ed � la privazione e la perdita della vista di Dio, dalla quale sono esclusi per sempre.
    Se Assalonne trovava che la perdita della vista di suo padre Davide era pi� dura da sopportare dell’esilio, quale tormento sar� mai essere privati per sempre della vista del dolce e soave volto di Dio.
  3. Pensa soprattutto all’eternit� di queste pene: da sola rende l’inferno insopportabile. Se una pulce in un orecchio o l’alterazione di una febbriciattola, rendono una breve notte cos� lunga e tormentosa, pensa a quanto deve essere spaventosa la notte dell’eternit� con tanti tormenti! Da quell’eternit� nascono la pi� nera disperazione, le bestemmie, una rabbia senza fine.

Affetti e propositi

  1. Spaventa la tua anima con le parole di Isaia: O anima mia, come potrai vivere eternamente con quelle fiamme inestinguibili, dentro a quel fuoco che divora? Perch� vuoi abbandonare per sempre il tuo Dio?
  2. Riconosci di averlo meritato e molte volte. Ora voglio incamminarmi in senso contrario; perch� dovrei sprofondare in quell’abisso?
  3. Far� dunque ogni sforzo per evitare il peccato, sola causa possibile di quella morte eterna.
    Ringrazia, offri, prega
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