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Santa Scorese nasce il 6 febbraio 1968 a Bari, nella sua casa del rione Libertà. Sin dalla tenera età, con la sorella maggiore Rosa Maria, viene avviata alla vita cristiana da papà Piero, agente di polizia, e da mamma Angela D'Achille, casalinga. Frequenta assiduamente la Parrocchia del SS.Redentore, dove riceve i primi sacramenti. Dopo le scuole dell’obbligo, si iscrive al Liceo Classico "O. Flacco". Conseguita la maturità nel luglio 1987, si iscrive all' Università, e frequenta la Facoltà di Pedagogia. Segue gli studi con ottimi risultati. Intanto, nell'agosto del 1987, si trasferisce con la sua famiglia a Palo del Colle, un paese a pochi chilometri da Bari, dove risiedono i parenti materni. Qui Santa intensifica il suo impegno sociale e la sua attività di apostolato cristiano.

Sin dal V ginnasio frequenta un corso per pionieri della Croce Rossa e si occupa di ragazzi poliomielitici e affetti da distrofia muscolare. Rimane attiva nella Croce Rossa Italiana fino al 1989. Accanto all’opera di volontariato, Santa segue un percorso di formazione e di testimonianza cristiana. Dal 1984 aderisce alla Milizia dell'Immacolata, presso le Missionarie, e si reca spesso al loro istituto di Palese (Bari). Nel contempo frequenta il Movimento dei Focolari e diventa una "Gen". Nel 1985, a 17 anni, va a Roma al Genfest, il raduno degli aderenti al movimento di Chiara Lubich. Da allora partecipa attivamente alla vita dell'Opera a Bari: è presente alle giornate di spiritualità, prende parte ai collegamenti della "Parola di Vita" di Chiara Lubich, fa esperienza della Mariapoli estiva, entra a far parte del complesso musicale "Gen 2". Santa è piena di interessi che persegue con tenacia ed entusiasmo.

Si reca spesso alla Casa di Riposo a far visita agli anziani soli e ad altri istituti per bambini orfani. Presta la sua esemplare azione nel centro parrocchiale, è componente del consiglio pastorale, svolge attività di catechismo, fa parte del coro e partecipa con impegno alle iniziative dell’Azione Cattolica. Segue in particolare una giovane coppia con problemi di lavoro e di indigenza, si preoccupa del bambino appena nato, si adopera per trovare un alloggio più decoroso, procura loro piccoli lavori e possibilità di guadagnare qualcosa per la sopravvivenza quotidiana. Disponibile verso gli altri, comprensiva con le amiche, pronta ad aiutare chi vede in difficoltà, ad incoraggiare e a consigliare chi attraversa momenti difficili, Santa diventa un punto di riferimento per tutti. Vivere il Vangelo dedicando la vita ai poveri, ai sofferenti, a chi è solo, rendendosi completamente disponibile agli altri, è da tempo il suo permanente assillo, che la spinge a interrogarsi sulla volontà di Dio e ad intraprendere una appassionata ricerca della sua vera vocazione, per poter fare la sua scelta di vita. È una riflessione che avvia sul suo diario spirituale: qui, oltre a registrare la sua ansia di interpretare il progetto divino su di sè, manifesta con accenti ora vibranti, ora accorati, i suoi incontenibili slanci d'amore per "Gesù Abbandonato" e per Maria, a cui si affida totalmente per realizzare la sua aspirazione alla santità.

Decide, dopo attenta meditazione, di vivere la sua vocazione di consacrazione a Cristo e all’Immacolata presso l’Istituto delle Missionarie dell’Immacolata "Padre Kolbe" di Bologna, ma col passare del tempo sente di dover vivere in modo del tutto personale il suo rapporto con il Signore, e decide, dopo lunghi e responsabili ripensamenti, di non proseguire per la strada intrapresa e di continuare i suoi impegni di studio e di vita cristiana a casa. Intanto un giovane squilibrato prende a insidiarla, a perseguitarla, a minacciarla. Tutta l’attività di volontariato, di assistenza, di carità cristiana, oltre che di impegno universitario, è svolta da Santa mentre continua ad essere tormentata dal suo futuro assassino, che per anni non le dà tregua, la segue ovunque, la tempesta di telefonate, la intercetta in ogni spostamento, la minaccia di morte, le toglie la serenità. Dopo anni di ossessivi pedinamenti, di diabolici inseguimenti e una prima aggressione, nella tarda serata di venerdì 15 marzo 1991, al ritorno da una riunione di catechesi, succede l’irreparabile. Al riparo della notte quel giovane l’aspetta sotto il portone di casa e la colpisce mortalmente, stroncando così la sua giovane esistenza vissuta all'insegna dell’impegno umano e della testimonianza cristiana. Muore poche ore dopo all'ospedale Policlinico di Bari. Aveva 23 anni. Le sue ultime poarole sono di perdono per il suo assassino.

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