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Martedi, 23 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Giorgio ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Gesù a S.F.K.: «Recita ogni giorno con costanza la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, troverà grande misericordia nell'ora della morte. I sacerdoti la propongano a chi è nel peccato come una tavola di salvezza. Il peccatore fosse pure anche il più incallito, qualora reciti questa coroncina anche per una volta sola, avrà il soccorso della mia misericordia. Desidero che tutto il mondo la conosca. Concederò grazie che l'uomo nemmeno può capire a tutti quelli che confidano nella mia misericordia. Abbraccerò con la mia misericordia in vita, e ancor più nell'ora della morte, le anime che reciteranno questa coroncina».
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Don Bosco - il giovane provveduto





LUNEDÌ

Il peccato mortale.

1. Oh se tu sapessi, figliuolo, mio, che cosa fai quando commetti un peccato mortale! Tu volti le spalle a quel Dio che ti creò e ti fece tanti benefizi; disprezzi la sua grazia e la sua amicizia. Chi pecca, dice col fatto al Signore: «Va' lontano da me, io non ti voglio più obbedire, non ti voglio più servire, non ti voglio più riconoscere per mio Signore: Non sérviam. Il mio Dio è quel piacere, quella vendetta, quella collera; quel discorso cattivo, quella bestemmia». Si può immaginare un'ingratitudine più mostruosa di questa? Pure, o il figliuol mio, questo tu hai fatto ogni volta che hai offeso il tuo Signore.

2. Più grande ancora poi ti apparirà questa ingratitudine, se rifletti che per peccare tu ti servi di quelle medesime cose che ti diede Iddio. Orecchie, occhi, bocca, lingua, mani, piedi, san tutti doni di Dio, e tu te ne sei servito per offenderlo! Oh! ascolta dunque ciò che ti dice il Signore: «Figlio, io ti creai dal niente; ti diedi quanto hai presentemente, ti feci nascere nella vera Religione, ti feci dare il santo Battesimo. Potevo lasciarti morire quando eri in peccato: ti conservai in vita per non mandarti all'inferno: e tu, dimenticando tanti benefizi, vuol servirti di questi stessi miei doni per offendermi»? Chi non si sente compreso da rincrescimento per aver fatto un'ingiuria così enorme a un Dio sì buono, sì benefico verso di noi, miserabili sue creature?

3. Tu devi pur considerare che questo Dio, quantunque buono ed infinitamente misericordioso, tuttavia resta grandemente sdegnato quando l'offendi. Perciò, quanto più a lungo tu vivi nel peccato, tanto più vai provocando e accrescendo l'ira di Dio contro di te. Quindi hai molto da temere che i tuoi peccati diventino così numerosi, ch'Egli alla fine ti abbandoni. In plenitùdine peccatorum puniet. Non già che sia per mancarti la misericordia divina, ma ti mancherà il tempo per chieder perdono, perché non merita la misericordia del Signore chi ne abusa per offenderlo. Infatti, quanti già vissero nel peccato colla speranza di convertirsi, e intanto giunse la morte, mancò loro il tempo di aggiustare le cose di coscienza, ed ora sono eternamente perduti! Trema che lo stesso non sia per avvenire a te. Dopo tanti peccati che il Signore t' ha perdonato, devi giustamente temere che ad un nuovo peccato mortale l'ira divina ti colpisca: e ti mandi all'inferno.

Ringrazialo di averti aspettato sinora, e fa' in questo punto una ferma risoluzione dicendo: «Basta, Signore: quel po' di vita che mi resta non lo voglio più spendere ad offendervi: lo spenderò invece ad amarvi e a piangere i miei peccati. Me ne pento con tutto il cuore.

Gesù mio, vi voglio amare, datemi forza. Vergine Santissima, Madre del mio Gesù, aiutatemi. Così sia».