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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Cracovia, 20.10.1935. Con la guida di un angelo, venni condotta nell'inferno. È una voragine di indescrivibili tormenti. Quale che sia lo spazio che occupa, è vastissimo. Vi notai questi tormenti: il primo costituisce l'essenza stessa dell'inferno e consiste nella perdita di Dio. Il secondo, sono i continui rimorsi di coscienza. Il terzo, sta nel fatto che un simile destino non cambierà mai più. Il quarto, è il fuoco che tormenta l'anima senza consumarla: si tratta di una tortura atroce, perché quel fuoco è unicamente spirituale e viene acceso dall'ira di Dio. Il quinto tormento consiste nelle tenebre continue e nel fetore soffocante. Malgrado ciò, demoni ed anime dannate si scorgono reciprocamente e constatano tutto il male degli altri e quello proprio. Il sesto tormento è rappresentato dalla presenza continua di Satana. Il settimo è dato da una disperazione spaventosa, la quale scatena l'odio verso Dio e riempie tutto quello spazio di imprecazioni, di maledizioni e di bestemmie.

Novena a Santa Rosa da Lima

SantaRosaDaLima Santa Rosa da Lima

Quarto giorno

I. Ammirabile santa Rosa, eletta da Dio ad illustrare con la santità la più eccelsa la nuova cristianità dell’America o specialmente la capitale dell’immenso Perù, voi che, appena letta la vita di s. Caterina da Siena, vi profiggeste di camminare sulle sue orme, o nell’età tenerissima di cinque anni vi obbligaste con voto irrevocabile alla perpetua verginità, e radendovi spontaneamente tutti i capelli, rifiutaste con il linguaggio il più eloquente i più vantaggiosi partiti che vi vennero offerti appena giunta alla giovinezza, impetrate a noi tutti la grazia di tenere una tale condotta d’edificar sempre i nostri prossimi, specialmente con una goiosa custodia della virtù della purità, che è la più cara al Signore e la più vautaggiosa per noi.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

II. Ammirabile s. Rosa, che non contenta di fare vostra speciale delizia l’esercizio dell’orazione, fino ad impiegarvi niente meno di dieci ore ogni giorno, foste anche così singolare nella pratica della penitenza da non cibarvi nell’età più tenera che di pane o di acqua, da obbligarvi nel quindicesimo anno a non usare mai carne ivi tutto il tempo di vostra vita, anzi di vivere le intere settimane con il solo cibo degli Angeli, da non dormire che sulle tavole, non avendo per guanciali che dei mattoni involti in un sacco, da flagellarvi continuamente fino all’effusione del sangue, da portare sulla nuda carne una veste tessuta di crini da cavallo, da cingere sempre il vostro capo con una corona tutta ispida di acute punte, ottonete a noi tutti la grazia di deliziarci mai sempre nell’esercizio dell’orazione, che è la chiave di tutti i tesori, e dell’evangelica penitenza, che è il mezzo più sicuro per trionfare delle nostro passioni, e così avanzarci continuamon te nella cristiana giustizia.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

III. Ammirabile s.Rosa, che, chiudondovi spontaneamente in una cella da voi fabbricata in un angolo del vostro giardino, ma così angusta da non oltrepassare la larghezza di quattro piedi e la lunghezza di cinque, foste più volte visitata da s. Caterina da Siena, dal vostro Angolo Custode, da Gesù Cristo medesimo e dalla divina sua Madre, che vi diedero insieme le più tenere dimostrazioni di amore, o vi innondarono il cuore delle più pure consolazioni, voi che per quindici anni foste ogni giorno travagliata dalle più orride rappresentazioni dell’infernale nemico o dalle aridità le più desolanti, a cui si aggiungevano i corporali dolori prodotti dalle infermità le più gravi; per quella umiltà profondissima con cui conservaste mai sempre un sentimento bassissimo di voi medesima; per quella eroica rassegnazione onde tramezzo a tutti i mali, lungi dal proferire lamenti, desideraste di patire ancor di più; per quella straordinaria allegrezza che voi provaste nel sentirvi assicurata della eterna salute, e rivelato il momento del vostro trapasso, onde vi disponeste a farlo con maggior fervore e con maggior merito; per quella gioia veramente celeste che v’ innondò l’anima al momento di vostra morte; per quell’amore singolarissimo alla penitenza per cui, rifiutando la morbidezza di guanciale, voleste esser depositata sopra le tavole ignude per più rassomigliare al Redentor crocifisso; finalmente per quei prodigi, onde il Signore illustrò la vostra morte, rendendo fragrante il vostro cadavere portato dagli stessi canonici di Lima sullo loro spalle al sepolcro, impetrato a noi tutti la grazia di ricevere sempre con sentimenti di umiltà e di riconoscenza tutti i divini favori, di essere sempre pazienti in tutte le avversità della terra, e di moltiplicare ogni giorno opere buone per assicurarci a un tempo stesso e l'eterna salute dell’anima nostra e la perpetua glorificazione del nostro corpo.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.