Santo Rosario on line

Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

San Filippo Neri:Filippo dava spessissimo dei titoli pungenti al Baronio; lo chiamava per esempio “barbaro” perché veniva dai Colli di Sora nella Ciociaria; oppure “cappellano dei morti” perché il Baronio, quando il rito lo permetteva, celebrava la Messa con i paramenti di color nero. Altre volte il Santo incaricava altri che stuzzicassero il Baronio. Un giorno, mentre si trovavano come al solito parecchie persone, anche di quelle autorevoli, nella camera di San Filippo, egli si alzò a parlare e con tutta serietà ordinò al Baronio di sedere su uno sgabello molto basso. Il Baronio ubbidì come uno scolaretto. Allora san Filippo ordinò all’abate Maffa, un suo penitente, di fare un discorso contro... il reo, Il Baronio infatti, doveva rappresentare il delinquente che era stato colto in flagrante e messo a sedere sullo sgabello dei colpevoli. L’abate Maffa eseguiva l’ordine con eloquenza e non senza acredine, perché si sa che è più facile parlar male della gente, che dirne bene, e poi... si trattava di far piacere al Santo. Cesare riceveva pazientemente quella pioggia di male parole, di accuse, di rimproveri, di note sui suoi difetti, di improperi contro la sua persona e anche contro la sua patria Sora, cosa questa che lo mortificava maggiormente. A questo punto veniva il rovescio della medaglia: San Filippo comandava al Maffa di fare l’elogio del Baronio e alla fine si metteva pure lui a lodare il suo discepolo dicendo che sapeva molto bene scrivere libri, che li scriveva più bene del suo superiore, che sapeva predicare, insegnare il catechismo, e concludeva: “Sappiate però che costui è un barbaro”

Novena a San Geminiano di Modena

I. Ammirabile S. Geminiano, che poi vostro straordinario amore alla povertà, vi spogliaste ancor giovinetto del vostro patrimonio per darlo ai poveri, ed entrato nella clericale milizia, foste sempre così fedele imitatore del santo modenese vescovo Antonio, da essere dopo la sua morte proclamato a voce unanime suo successore; e sollevato, nonostante la vostra ripugnanza, al trono episcopale, con la vostra dottrina e col vostro esempio giungeste a guadagnare tutte le anime a Dio, convertendo alla fede che ne era ancor lontano, e confermando nella medesima chi già aveva la sorte di professarla, impetrate a noi tutti la grazia che a vostra imitazione facciamo nostra delizia l’amore alla povertà, all’obbedienza, alla carità onde, nell’atto di operare la nostra individuale santificazione, procuriamo ancor quella di tutti i nostri fratelli, dacchè per guadagnare l’altrui animo alla virtù non vi ha mezzo più sicuro di duello di mostrarne in noi stessi fedele e costante la pratica.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

II. Ammirabile s. Geminiano, che per l’eminenza della vostra santità, foste così favorito del dono dei miracoli da poter con un segno di croce, o con una breve preghiera, ora fugare i demonii dalle persone o dai luoghi che da gran tempo infestavano, ora sedare le procelle più spaventose che minacciavano naufragio alla nave che vi trasferiva in Oriente, e di là vi restituiva alla vostra residenza, ora ridonare a perfetta salute gl’infermi più disperati, e specialmente la figlia dell’imperatore Gioviniano, che a questo intento vi supplicò di recarvi nella stessa sua corte in Bisanzio; indi zelando più ancora della salute dei corpi la preservazione delle animo dal veleno mortifero dell’eresia, vi uniste in Aquileja al gran vescovo s. Ambrogio per difendere insieme con lui così la verginità di Maria, come il pregio della verginità o della astinenza sfacciatamente combattute dal falso monaco Gioviniano già condannato come eretico dal santo Papa Siricio(397),impetrate a noi tutti la grazia di avanzarci così anche nella via della santità da meritarci sempre speciale la divina assistenza in tutti i nostri bisogni e specialmente di sempre aborrire qualunque errore contrario alla cattolica fede, la quale alla fine è nientemeno che quella mistica arca nella quale solo ci è dato di poter sperare salute.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

III. Ammirabile s. Geminiano, che, avendo da servo fedele costantemente vegliato alla difesa e al prosperamento del vostro gregge, vedeste con trasporto di gioia approssimarsi il momento di comparire al cospetto dell’eterno padrone, che vi confortò col pane degli Angeli nell’atto di chiamarvi a godere del lor consorzio; per quello specialissimo onore con che egli stesso volle distinguere gli esequiali offici prestati al vostro corpo, facendo che ad essi si rendesse presente nella metropoli dell’estense Ducato il santo vescovo Severo, senza punto dilungarsi dalla sua residenza in Ravenna, e per quell’impegno che spiegarono per il vostro culto e il vostro successore Teodoro, che intitolò al vostro nome la basilica che raccoglieva la vostra santissima salma, e il celebre vescovo Dodone che dopo sette secoli (30 Aprile 1206) la trasferì con distintissima pompa nella sua Cattedrale, e i Modenesi tutti che sempre vi venerano come il loro più valido difensore, il loro più caro patrono, impetrate a noi tutti la grazia che, vivendo sempre a somiglianza di voi, da veri giusti, in tutta la vita presente, ci meritiamo con sicurezza e le vostre consolazioni alla morte, e la partecipazione alla vostra gloria per tutta quanta l’eternità. Così sia.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.