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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Da quando Gesù ha detto che verrà il tempo in cui i veri adoratori adoreranno Dio in spirito e verità, ogni luogo è buono per pregare. Infatti, ci sono delle persone che entrano meglio in comunione con Dio nella penombra di una chiesa. Ce ne sono altri che lo fanno meglio sotto il cielo stellato, quando sono spente le voci del mondo. Alcuni si sentono più uniti a Dio guardando un fiore o nella solitudine di una montagna. Ce ne sono altri che sentono fortemente la presenza di Dio visitando un malato o regalando un sorriso al povero. Gli altri ancora si alzano all'alba per pregare, invece per qualcuno il tramonto è il momento migliore per stare con il Signore. Infine, c'è chi in tarda serata trova l'intimità con Dio... Come vedi, ogni luogo, ogni ora è buona per la preghiera.

Novena a Maria Ausiliatrice di don Bosco

SETTIMO GIORNO: La santa Messa.

V. Deus, in adiutorium meum intende.

R. Domine, ad adiuvandum me festina.

V. Gloria Patri etc.

R. Sicut erat etc.

V. Maria, Auxilium Christianorum,

R. Ora pro nobis.

1. Vuoi sapere, o divoto cristiano, che cosa è la Messa? La s. Messa è 1'azione più grande che possa compiersi in questo mondo; è l'atto più sublime ed eccellente in se stesso, il più gradito a Dio, il più vantaggioso per noi. La Messa è la continuazione e la rinnovazione di quello che Gesù Cristo fece nell'ultima cena, allorchè colla sua parola onnipotente cangiò il pane nel suo Corpo, e il vino nel suo Sangue preziosissimo. Gesù alla sera della vigilia di sua morte celebrò coi suoi apostoli la prima Messa, con ordine che fosse rinnovata sino alla fine del mondo: Hoc facite in meam commemorationem. - La s. Messa oltre all'essere una continuazione e rinnovazione dello stupendo prodigio operato in quella memoranda sera, è ancora la continuazione e la rinnovazione del sacrificio della croce, che Gesù Cristo fece di tutto se stesso per placare la Divina giustizia, contro di noi sdegnata, per chiuderci l'inferno, per aprirci le porte del Paradiso. Si, colà sull'altare vi è il medesimo corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo, reso presente dalle parole della consacrazione dette dal sacerdote sopra del pane e del vino; e là egualmente che sul Calvario Gesù si trova in atto di vittima che si offre all'Eterno Padre per la nostra salute. Una sola differenza, non nella sostanza, ma soltanto nel modo, passa tra il sacrifizio della croce e quello dell'altare, ed è che quello fu cruento, cioè con ispargimento di sangue, questo è incruento, cioè senza spargimento di sangue. Ma la vittima è la stessa, e il valore eguale. Quindi al celebrarsi la santa Messa viene a rappresentarsi quello che il venerdì santo vide già tutta Gerusalemme, quello che mirarono i Giudei; quello che fra mezzo a tanti spasimi contemplò ai pie della croce Maria addolorata; quello che fece oscurare il sole, tremare la terra, spaccare i monti; quello insomma che ci chiuse l'inferno e ci aprì le porte del Paradiso, che è quanto dire Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, morto sulla croce per la nostra salvezza. Oh! chi mai può spiegare l'eccellenza della Messa? Gli angeli stessi non ne sono capaci, e taciono pieni di riverenza.

2. Essendo il sacrifizio della Messa identico a quello della croce, ne segue che una Messa sola rende a Dio un ossequio, una lode, una gloria superiore a tutti gli ossequii, onori e lodi che gli furono e gli saranno tributate dagli angeli del cielo, e dagli uomini sopra la terra sino alla fine del mondo. Sono oramai seimila anni dacchè vi sono nel mondo delle anime pie e sante. Chi può dire l'onore che queste tributarono a Dio in tanto tempo colle loro adorazioni? Sono mille ottocento e più anni, dacchè Gesù Cristo apri le porte del cielo, e v’introdusse le anime dei giusti primitivi, e d'allora in poi continuo ogni giorno a raccogliere i buoni che vi trapassano da questa vita. Quante lodi avranno già rese a Dio tutti questi beati spiriti! Mettiamo pure insieme gli omaggi, le lodi, le adorazioni che già prestarono e ancor presteranno a Dio i nove cori degli spiriti celesti, i Cherubini, i Serafini, le Virtù, i Principati, le Potestà, i Troni, le Dominazioni, gli Arcangeli, gli Angeli; uniamovi ancora le lodi di tutti i santi che vi furono e vi saranno, dei patriarchi, dei profeti, degli apostoli, dei martiri, dei confessori, delle vergini, e dei giusti tutti. Che eccelso onore! che gloria immensa a Dio! eppure superiore a tutto questo è l'onore e la gloria che rende a Dio, anche una sola Messa. E perchè? Perchè tutti questi angelici spiriti, tutti questi santi essendo creature finite, l'onore che colle loro adorazioni e lodi rendono a Dio non può oltrepassare i limiti del creato e del finito; invece nella santa Messa Colui che adora, onora, glorifica Iddio, è Gesù Cristo, Dio egli stesso, e perciò l'onore e la gloria che gli rende ha un valore infinito. Oh! adunque a che temere se non sappiamo colle nostre preghiere lodare e onorare Iddio come si conviene? Facciamo celebrare o almeno ascoltiamo divotamente la santa Messa, e noi saremo sicuri di onorare e glorificare Iddio, quanto richiede il nostro dovere ed esige la sua Maestà infinita.

3. Ma se da una parte la santa Messa rende a Dio onore infinito, per l'altra parte reca a noi ogni sorta di beni. Essa è il canale misterioso pel cui mezzo Gesù Cristo ci applica i frutti della sua passione e della sua morte, e ci comunica tutte le grazie che ci ha meritate; essa è l'arco di pace che placa l'ira di Dio; è la chiave d'oro che ci apre i tesori di ogni celeste benedizione: omni benedictione coelesti et gratia repleamur, come si esprime la Chiesa nella celebrazione della santa Messa. Il sacrifizio dellaMessa è propiziatorio, cioè ci rende propizio Iddio quantunque sdegnato pei nostri peccati, e gli fa cadere di mano, per così dire, i fulmini che già stava per iscaricare sul nostro capo. Quanti peccatori ricevettero il dono della penitenza e della conversione per aver fatto celebrare, o per aver ascoltato divotamente la santa Messa! Ben con ragione la Chiesa c'insegna che dalla santa Messa placato Iddio, e concedendo la grazia e il dono della penitenza, perdona delitti e peccati, anche i più enormi: Huius quippe oblatione placatus Dominus, et gratiam et donum poenitentiae concedens, crimina et peccata, etiam ingentia, dimittit. Pei giusti poi il sacrificio dell'altare, oltre le colpe veniali, rimette ancora la pena temporale dovuta ai loro peccati.

Inoltre la santa Messa non solo ci ottiene beni spirituali, ma eziandio temporali, quando giovano alla salute dell'anima. Per auditionem Missae, dice s. Gregorio Magno, homo liberatur a multis malis et periculis. Quindi per questo santo sacrifizio si ottiene la sanità dagli ammalati, dai poveri derelitti gli opportuni soccorsi, da ogni sorta di tribolati l'allontanamento dei mali, da cui è continuamente assalita la vita nostra. S. Agostino racconta molti favori temporali ottenuti ai tempi suoi per mezzo della Messa, e soggiunge che colui, il quale 1'ascolta divotamente, non perirà di mala morte: Qui Missam devote audierit, subitanea morte non peribit. E s. Leonardo da Porto Maurizio esclama: «Io credo che se non fosse la santa Messa, il mondo a quest'ora sarebbe già sprofondato per le sue iniquità. La Messa è quel potente appoggio che lo sostiene in piedi.»

Questo sacrosanto sacrifizio giova altresì alle anime del purgatorio; anzi è questo il mezzo più efficace per sollevare quelle anime dalle loro pene, diminuire il tempo del loro esiglio, introdurle più presto nel regno beato. Quindi noi faremo cosa molto gradita a Maria se ascoltando sovente la santa Messa ne applicheremo i meriti alle anime purganti, che nella loro vita mortale furono più divote di questa augusta Regina del cielo.

Pratica. - Ascolterò divotamente la santa Messa ogni giorno festivo, ed anche feriale, se i doveri del mio stato lo permettono.

Esempio.
L'anno 1868 una signora di Milano veniva assalita da paralisia, che la lasciò morta per mela con minaccia di ulteriori attacchi. Ridotta così all'estremo della vita, ì suoi parenti animati da altri fatti che avevano udito a narrare, e non sperando più conforto dai mezzi umani,. ricorsero all'aiuto del Cielo, alla protezione di Maria, Aiuto dei cristiani. A questo fine furono chieste speciali preghiere che in casi gravisoglionsi fare nella chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino e fu stabilito che al domani ivi si celebrasse all'altare di Lei la santa Messa per l'ammalata. Verso le sette del mattino incominciavasi in Torino la santa Messa, e i parenti e gli amici dell'inferma stavano inginocchiati raccolti intorno al suo letto coll'intenzione di unirsi al sacerdote celebrante, e sentire di lontano la santa Messa. Pregavano, che la povera malata si riavesse almeno tanto da poter ricevere i SS. Sacramenti. La loro preghiera pervenne al trono di Dio. Circa le sette e mezzo, sul momento appunto in cui terminava la santa Messa, ecco che 1'ammalata ritorna in sè, apre gli occhi, riprende la favella, comincia a muovere il braccio paralitico, poi la gamba, e in fine tutto il corpo. Sul principio gli astanti temono che quello sia un momentaneo sforzo della natura, o un segno di delirio. Ma si cangia ben tosto il loro timore in vivissima gioia, quando la malata si siede sul letto e dice chiaramente: «Io sono pienamente guarita.» Dimanda allora le vesti, e del mattino stesso si alza, si porta in chiesa a ringraziare Iddio e la sua Santissima Madre e a fare la santa Comunione. La fortunata signora scrisse ella stessa la relazione di questo fatto e termina colle seguenti parole: «Desidero che a questo fatto si dia la maggior pubblicità, affinchè tutto il mondo conosca la grazia che ottenni da Maria Ausiliatrice, e sia così sempre più invocato e benedetto il suo santo Nome».

N. B. Mentre stampiamo il presente libretto giunge una lettera dal paroco d'Arosio paese della Lombardia, che fa a questo proposito. È del tenore seguente.

Arosio, il 23 marzo 1870.

Mi perdoni, sig. Direttore, se ardisco scriverle la presente per darle la buona notizia della mia guarigione.

Col giorno 29 corrente mese si compirà l’anno, in cui io fui improvvisamente colpito da una malattia che mi privò d'ogni senso, che fu giudicata mortale dai sig. medici subito nei primi giorni, e che andavano dicendo che per guarirla era necessario un miracolo. Ma una persona, appena conosciuta la mia disgrazia, si affrettò di darle notizia del mio caso, pregandola di ricordarmi nelle preghiere che si fanno nella chiesa di Maria SS. Ausiliatrice e celebrare ivi una s. Messa a suo onore e gloria, per ottenere da Dio le grazie di cui io aveva tanto bisogno. Ella assunse le incumbenze ricevute e nel terzo giorno del mio male nel tempo della celebrazione della s. Messa io ho incominciato a dar segno di vita coll'esclamare: Oh Maria! Ecco il miracolo. Così mi disse il mio coadiutore che mi stava ai fianchi. D'allora in poi le cose andarono sempre in bene, per cui adesso posso dire che son guarito in modo da celebrare la s. Messa. Io ringraziai e continuo a ringraziare Dio Onnipotente, buono e misericordioso pel dono prezioso della sanità che mi ha fatto. Ho ringraziato Maria SS. Ausiliatrice dei Cristiani, tutti i buoni che pregarono per me. Grazie a tutti. Grazie in tutti i giorni della mia vita!

Fonte: Don Bosco Santo