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Martedi, 16 aprile 2024 - Misteri dolorosi - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:So che il Signore permette questi assalti al demonio perché la sua misericordia vi rende a sé care e vuole che voi pure lo rassomigliate nelle angosce del deserto, dell'orto, della croce; ma vi dovete difendere allontanandolo e disprezzando le sue maligne insinuazioni in nome di Dio e della santa ubbidienza.
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Settembre, mese dedicato agli angeli - Meditazioni su San Michele Arcangelo



San Michele

7 settembre GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA CARITA' VERSO DIO

I. Considera che l'Arcangelo Michele nutri un amore sommo verso Dio. Gli Angeli sono la perfezione del mondo, perchè sono dotati di doni perfetti. Perfetti nella scienza, intuiscono in ogni causa i suoi effetti; perfetti nella natura, sono senza macchia, colpa, o difetti; perfetti nella potenza, possono rovinare il mondo in un momento; perfetti nella volontà, tendono al Sommo Bene, sono cioè ricchi di carità. Tale si dimostrò S. Michele, come indica il suo nome stesso: Quis ut Deus! Appena uscito dalle mani di Dio, rivolto al suo Creatore, disse nel suo cuore: O mio Signore, io Vi amo, Voi siete la mia fortezza, il mio firmamento, il mio rifugio. Dove potrò trovare, o mio Dio, un oggetto, cui consacrare gli affetti miei, fuorché in Voi?

Chi più di Voi è meritevole d'esser onorato, ciecamente ubbidito, e sinceramente amato? Nessuno. Bisogna inoltre pensare che l'amore di S. Michele verso Dio non fu pari a quello degli altri. L'amore è sempre in relazione alla cognizione: quanto maggiore è la cognizione di un oggetto, tanto più si ama. Ora, S. Michele ebbe di Dio e delle sue perfezioni una cognizione delle più alte e sublimi che si potessero mai dare: il suo intelletto, illustrato da una luce ineffabile, cominciò ad amare Dio fin dal primo istante con il più ardente amore. E quale dovette essere la sua carità appena fu ammesso alla visione beatifica della essenza di Dio, a Dio il più vicino, occupando il luogo di Lucifero ? Egli è il primo Serafino di carità; la sua carità non si può affatto spiegare.

II. Considera come le opere sono la prova della carità: e proprio le opere dimostrano l'ineffabile carità di S. Michele verso Dio. Una guerra suscita Lucifero nel cielo per sbalzare Dio dal suo Trono. Ecco il pericolo e l'ora della prova. S. Michele mostra tutto l'ardore del fuoco di cui avvampa. Ode lo squillo di guerra, guarda la ribellione, osserva Lucifero che attenta all'onore di Dio: pieno il cuore di caldo amore, benchè sottoposto a Lucifero, impugna una spada di fiammante carità e l'aggredisce coraggiosamente, dicendogli: Quis ut Deus? Chi è come Dio?

Dio è il principio senza principio; tu, invece, o superbo, venisti poco fa alla luce. Quis ut Deus? Dio è un cumulo infinito di perfezioni. Infinito negli attributi, sommamente semplice, immenso senza spazio, eterno nella durata, senza tempo e successione. Infinito nella intelligenza, infinito nella volontà, senza imperfezione alcuna; tu, invece, o Lucifero, e tutti i tuoi seguaci, siete creature finite e limitate: potrete mai rassomigliare a Dio? Quis ut Deus? Dio è onnipotente senza mai stancarsi; infinitamente buono senza debolezza; infinitamente giusto senza severità; illuminato nel dominio, incircoscritto nella misericordia, indefinito nei beni: contro l'Onnipotente ti sei levato? Potrai tu vincere chi non ha essere superiore a sè? E come Mosè, rivolto ai Leviti, disse: Chi è dalla parte di Dio mi segua, così Michele parlò agli Angeli, dalla maggior parte dei quali seguito, attaccò Lucifero con i suoi seguaci, li vinse, li scacciò dal cielo. Ritorna la pace nel cielo, si rasserena il Paradiso, l'onore di Dio è difeso, il Creatore vien glorificato, due terze parti degli Angeli sono salvate. Che amore grande! Opera, vince, trionfa.

III. Considera, o cristiano, qual'è l'amore che tu nutri verso Dio. S. Agostino insegna che un'anima la quale ama veramente Dio non pensa ad altro che a Dio, tutto disprezza, tutto abborrisce, altro non vuole che Dio. Ora, i tuoi pensieri sono ripieni di Dio? Forse Dio è l'ultimo dei tuoi pensieri! L'anima che ama parla sempre di Dio: i tuoi discorsi invece, sono di Dio o del mondo? L'anima che ama disprezza tutto ciò che non conduce a Dio tu, invece, arrivi nel tuo cuore a disprezzare Dio, ed apprezzi quelle cose che ti fanno perdere Dio. L'anima che ama si tèdia di tutto, di Dio solo si diletta nel tuo cuore, invece, c'è vero amore se l'orazione - ti annoia? L'anima che ama procura l'onore di Dio, piange quando Lo vede offeso, si arma di zelo per vendicarne l'onore: tu, invece, che cosa fai quando vedi vilipeso Dio? Il tuo cuore arde di amore, ma è un amore mondano, non divino. Umiliati, gettati pentito ai piedi di G. C., domanda perdono per la intercessione del primo Serafino del Cielo e procura in avvenire di amare Dio con tutto il tuo cuore.

APPARIZIONE DI S. MICHELE A MARCIANO IMPERATORE
Meravigliosa l'apparizione di S. Michele a Marciano Imperatore, il quale si era dedicato ad onorare l'Arcangelo nel Tempio di Conas. In tutte le sue infermità Marciano non si serviva d'altra medicina che del patrocinio di S. Michele, perché ricorrere a quello, subito risanava. Ma per mostrare maggiormente il Signore il gran potere dato al suo santo Arcangelo permise che una volta Marciano si ammalasse molto gravemente; anche allora l'Imperatore ricusò ogni medicina che gli veniva suggerita, e volle solo che non fosse allontanato da quel venerabile Santuario. Pareva ciò ad un medico temerità, ed ordinò che ancorché l'Imperatore fosse contrario, gli si applicassero fomenti da lui ordinati. La notte, rapito in estasi, Marciano vide che si aprivano le porte della Chiesa, e che S. Michele sopra di un bel destriero calava dal cielo, e smontò sopra un pilastr che era in quella Chiesa accompagnato da Angeli e riempiendo tutta l'aria di soavissima fraganza, giunse dove stava l'infermo Marciano. Dato uno sguardo a quei medicamenti che erano stati ordinati dal medico, domandò cosa fossero quelle cose. Rispose Marciano la verità: e S. Michele rivoltosi a due Angeli che gli stavano a lato, ingiunse loro di colpire quel medico, e di togliere i medicamenti; indi toccando con un dito l'olio di una lampada che ardeva avanti alla sua immagine, fece con quello il segno della Croce in fronte a Marciano e scomparve. La mattina Marciano raccontò ciò che aveva veduto ad un Sacerdote, il quale notando sulla fronte di Marciano la forma della Croce che il S. Arcangelo gli aveva fatto, e non trovando i medicamenti ordinati dal medico nella, notte precedente volle recarsi dal medico stesso. Arrivato alla sua casa udì pianti ed urla, perché il medico stava morendo con la bocca piena di pustole.

Dopo che fu udita la relazione del Sacerdote, il medico fu portato sullo stesso letto alla Chiesa di S. Michele. A tale strepito tornò in sé Marciano, e si trovò totalmente guarito, e levandosi tutto contenta si recò dal medico, che stava chiedendo aiuto a S. Michele. Gli unse la fronte con l'olio della lampada della sua Immagine, e di subito cessò il dolore, svanirono le pustole, restando in perfetta sanità. D'allora in poi divenne così divoto a S. Michele, che per gratitudine si dedicò a servire Dio ed il S. Arcanngelo nel tempio, finché visse.

PREGHIERA
Ah mio Dio, non Vi ho amato! Ho amato le creature ed ho disprezzato Voi, mio Creatore e Signore che Vi mostrate onnipotente più nel perdonare, che nel punire. Alzate la vostra destra misericordiosa, e concedetemi il perdono, mentre io mi dolgo di non averVi amato, e propongo di consacrare a Voi solo tutti i miei pensieri e i miei affetti. E Voi, primo Serafino di carità, Arcangelo S. Michele, intercedete per me presso il trono di Dio ed infiammate il mio cuore con le fiamme del vostro santo amore. Insegnateci a disprezzare i beni transitori e ad amare l'eterno, sommo ed infinito Bene.

SALUTAZIONE
Io Vi saluto, o S. Michele, che siete il primo tra i Serafini.

FIORETTO
Dirai ogni ora la giaculatoria: “O mio Dio, Voi siete per me ogni bene”.

Preghiamo l'Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.