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Martedi, 23 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Giorgio ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto d'infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremmo certo potuto pagare senza il soccorso della sua clemenza divina. Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per averne ancora il perdono, soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?... Torni, se ciò può esser motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, all'infinita misericordia di Dio: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimento e dell'amore.
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Antiche meditazioni alla Madonna Addolorata



Addolorata

8. Maria presenta il suo Bambino al tempio.



Altri trentadue giorni dopo la Circoncisione due altre leggi rituali urgevano per il Bambino e la Madre: la Purificazione di questa: l'offerta a Dio ed il, riscatto di quello. « Parlò il Signore a Mosè dicendo: «Consacrami ogni primogenito della madre sua... perchè mie son tutte le cose». Era il caso: Maria Vergine aveva partorito il suo primo ed unico genito, perciò doveva offrirlo a Dio nel tempio, e riscattarlo con cinque sicli, circa diciotto lire. Non c'è da pensare che Giuseppe e Maria volessero sottrarre il divino Pargoletto da questa legge; tanto più che loro non isfuggiva come le parole della santa legge, sembravano mirare proprio a questo fiore della stirpe umana. Ciò vale quel detto « Ogni maschio primogenito sarà chiamato santo al Signore ». Con queste parole della legge si prometteva il parto della Vergine. E veramente santo, questo parto, perchè immacolato; ed essere quel desso che le parole della legge additavano, lo aveva confermato l'Angelo dicendo a Maria. « Il Santo che da te nascerà, sarà chiamato Figlio di Dio ».

Ed ora seguiamo Giuseppe che da Betlemme si recano a Gerusalemme col santo Bambino recando seco l'offerta dei poveri, due tortorelle oppure due piccoli colombi, chè il Vangelo non precisa quale delle due portassero. Vanno al tempio: Maria dichiara essere questo Bambino il suo primo nato; secondo il rito lo si eleva dinanzi al Signore, offrendolo a lui interamente come cosa sua. Giuseppe offre il riscatto rituale, e Maria riabbraccia il suo Bambinello, lo bacia, ma lo bagna di lacrime abbondanti.

Perchè? Perchè Maria era troppo consapevole di ciò che in quell'atto si compiva. Gli innumerevoli sacrifici offerti in quel santo luogo; i primogeniti qua recati, offerti a Dio, e riscattati, non erano piaciuti alla divina Maestà: « Perciò venendo nel mondo il Figlio di Dio, l'unigenito della Vergine, disse: Sacrificio ed oblazione non volesti, ma adattasti a me un corpo: olocausti e vittime non ti piacquero. Allora dissi: Eccomi che vengo; come nella testata del libro è scritto di me. Dio mio, lo voglio, e la tua legge è scritta nel mio cuore »

L’offerta gli è accettabile irrevocabilmente; questa santissima Umanità propria del Verbo personalmente, è accettata da Dio quale vittima piacolare di tutte le umane iniquità. Giuseppe suo padre e custode legale ne paga il riscatto; Maria sua vera madre lo riceve dalle mani del sacerdote, che l'ha offerto; ma in maniera più sublime si ripete il caso di Gíocabetta la madre di Mosè, che riceve dalle mani della figlia di Faraone il suo proprio figlio salvato dalle acque, con queste parole: « Prendi questo bambino e nutriscilo, io ti darti la tua mercede ». Così Maria sente ripetersi al cuore: Prendi questo Bambino e nutriscilo per me! Nutriscilo quale vittima destinata al sacrificio; nutriscilo perchè sparga un giorno il tuo latte mutato in sangue per la salute di tutto il genere umano!

Tenerissima Madre, quanto dolente, ma quanto volenterosa è la vostra conformità alle disposizioni della misericordia e della giustizia di Dio, che nel vostro Bambinello si baciano e compiono a vicenda.

O potessi anch'io conoscere, come voi lo conoscevate; quale sia a mio riguardo la volontà di Dio, buona, gradevole e perfetta! Ma non è tanto la volontà di conoscerla, che mi manca, quanto la buona volontà di conformarmi ad essa... Ed a chi dunque pretendo piacere, se non mi curo di piacere a Dio?.. Ah Dio mio, lo voglio, e che la vostra legge sia sempre viva nel mezzo del mio cuore!

Mi studierò di contrariare sempre la mia disordinata volontà, per adempiere quella di Dio, manifestatami dai suoi legittimi rappresentanti.

ESEMPIO. S. Salvatore d'Horta, laico, francescano, spagnolo, da una fervida devozione a Maria Addolorata apprese la rarissima virtù di cercare e seguire sempre la volontà di Dio, in qualunque maniera questa volesse manifestarsi: anche se si rivelasse contraria ai suoi più legittimi diritti, alle sue più sante aspirazioni. Di fede semplice e viva, di speranza ferma nel solo sommo bene che è Dio, di carità ardentissima verso Dio e verso il prossimo, senza volerlo, senza saper come, operava per carisma divino continui evidenti miracoli a beneficio delle anime e dei corpi. Per questo fatto inesplicabile al sentimento umano anche se non razionalista, l'umile Laico incontrò l'incomprensione dei suoi superiori e confratelli, che gl'inflisse umiliazioni e penitenze gravissime. Ma il Santo sempre tranquillo, sempre lieto, sempre disposto a fare la volontà di Dio a costo di qualunque umiliazione, guardando a Gesù ed a Maria, compiva la sua missione, ed ora trionfa nel cielo.

PREGHIERA. O vergine santissima, nostra cara Madre Addolorata, che ogni vostro studio impiegaste nel ricercare ed eseguire quella che per voi era la volontà di Dio, quello che era buono, retto, perfetto, per uniformarvi il vostro volere con piena, dedizione, deh riguardate con occhio materno la nostra cecità ed inconsapevolezza, che ci fa sempre cercare quel che piace all'amor proprio, e fuggire tuto ciò che lo contraria. Con la vostra potente intercessione presso il Dio delle misericordie, il Padre dei lumi, otteneteci la grazia di cercare in ogni nostra aspirazione, parola ed opera, la maggior gloria di Dio, e l'adempimento della sua santissima volontà. Così sia.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it