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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Il martirio più doloroso, più ricco d'amore, è il nostro, perché Gesù solo lo vede. Non sarà mai rivelato alle creature sulla terra, ma quando l'Agnello aprirà il libro della vita, che stupore per la corte celeste sentire proclamare, insieme con quello dei missionari e dei martiri, il nome di povere bambine che non avranno mai compiuto azioni strepitose!
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Antiche meditazioni alla Madonna Addolorata



Addolorata

6. Maria nella Circoncisione di Gesù.



« Come fu giunta la pienezza dei tempi mandò Iddio il Figliolo suo, fatto di donna, fatto sotto la legge. La donna beata che era stata ministra temporale dell'incarnazione del Verbo è Maria sempre Vergine; la prima legge, alla quale si volle assoggettare il Verbo fatto carne, era quella della Circoncisione. Legge data da Dio ad Abramò come segno visibile ed indelebile del patto fra Dio ed Abramo ed i posteri di lui, segnacolo cioè di quella giustizia che operava la fede nelle divine promesse. Erano passati atto giorni dalla nascita del Figlio primo ed imigenito della Vergine e lo si circoncise imponendogli il nome di Gesù, come era stato annunziato a Maria ed a Giuseppe dall'Angelo.

Questo rito fisicamente era dolorosissimo, praticandosi con coltello di pietra, e cagionando una ferita con effusione di sangue. Moralmente, mentre da un lato era il vanta principale degl'Israeliti, che per mezzo di esso ricevevano il sugello di posteri di Abramo, eredi delle divine promesse; era dall'altro un segno di peccatori bisognosi di redenzione, per essere riammessi alla dignità di figli ed eredi delle promesse di Dio.

Ora immaginiamoci la Vergine Madre, pienamente consapevole della divinità del suo Figliolo, che tenendolo fra le braccia l'offre al taglio doloroso ed umiliante, che secondo il consueto dovette praticare lo stesso S. Giuseppe, avente per divina ordinazione tutti i diritti di padre sul Figlio della sua Vergine Sposa.

Vedi, anima mia, il brivido che agita la tenera madre nell'accorgersi del visibile dolore del suo Pargoletto! Guarda le abbondanti lacrime che ella versa dal ciglio quasi per accompagnare quelle del piccino e sopire i suoi vagiti! Madre e Figlio sono una stessa vittima di dolore. Oh come la fa gemere la vista di quel sangue che spiccia dalla ferita!

Ma se all'esterno Maria è tutta in lacrime, nell'interno soffre indicibile angoscia, rivolgendo in niente l'umiliazione del Bambino Dio, che nella sua umana natura ancor tenerella, santissima ed innocentissima si assoggetta a ricevere in sè quel segno di peccatore. E non era Gesù il vaticinato Seme d'Abramo nel quale dovevano essere benedette tutte le genti?. Perchè assoggettarsi egli stesso a quel segno di espiazione necessario ai figli della colpa che volessero essere giustificati per la fede in lui venturo? Ma troppo più conosceva Maria in quel doloroso momento. Ella sapeva che il Verbo di Dio fattosi suo figlio, per redimerci dalla maledizione della legge, voleva farsi in vece nostra cosa maledetta e quel primo segno della maledizione preludeva al segno estremo di farsi configere sopra una eroce quel sangue allora sparso non era che la primizia dell'intera effusione che ne avrebbe fatto più tardi.

Considera come l'eroica Vergine a questi riflessi leva gli occhi lacrimosi al cielo, e pianamente rassegnata ai divini voleri, offre il fratto delle sue viscere a Dio per la salute del mondo, ed offre insieme tutta se stessa alla parte grandissima ed amarissima che le toccherà di quel sacrificio.

Quanto mi trovo lontano dalla generosità di Maria: la coscienza mi dice che ci sono in me tante esuberanze da circoncidere, tanti vizi da schiantare, tanti affetti da recidere... Ed io esito, non so risolvermi! O pienamente consapevole della divinità del suo Figliolo, che tenendolo fra le braccia l'offre al taglio doloroso ed umiliante, che secondo il consueto dovette praticare lo stesso S. Giuseppe, avente per divina ordinazione tutti i diritti di padre sul Figlio della sua Vergine Sposa.

Vedi, anima mia, il brivido che agita la tenera madre nell'accorgersi del visibile dolore del suo Pargoletto! Guarda le abbondanti lacrime che ella versa dal ciglia quasi per accompagnare quelle del plecino e sopire i suoi vagiti! Madre e Figlio sono una stessa vittima di dolore. Oh come la fa gemere la vista di quel sangue che spiccia dalla ferita!

Ma se all'esterno Maria è tutta in lacrime, nell'interno soffre indicibile angoscia, rivolgendo in mente l'umiliazione del Bambino Dio, che nella sua umana natura ancor tenerella, santissima ed innocentissima si assoggetta a ricevere in sè quel segno di peccatore. E non era Gesù il vaticinato Seme d'Abramo nel quale dovevano essere benedette tutte le genti? Perchè assoggettarsi egli stesso a quel segno di espiazione necessario ai figli della colpa che volessero essere giustificati per la fede in lui venturo? Ma troppo più conosceva Maria in quel doloroso momento. Ella sapeva che il Verbo di Dio fattosi suo figlio, per redimerci dalla maledizione della legge, voleva farsi in vece nostra cosa maledetta (% e quel primo segno della maledizione preludeva al segno estremo di farsi configere sopra una eroce: quel sangue allora sparso non era che la primizia dell'intera effusione che ne avrebbe fatto più tardi.

Considera come l'eroica Vergine a questi riflessi leva gli occhi lacrimosi al cielo, e pie. namente rassegnata ai divini voleri, offre il frutto delle sue viscere a Dio per la salute del mondo, ed offre insieme tutta se stessa alla parte grandissima ed amarissima che le toccherà di quel sacrificio.

Quanto mi trovo lontano dalla generosità d_ Maria: la coscienza mi dice che ci sono in me tante esuberanze da circoncidere, tanti vizi da schiantare, tanti affetti da recidere... Ed io esito, non so risolvermi! O Vergine Santissima, impetratemi da Dio il coraggio risoluto e necessario, perchè le sregolate passioni non abbiano a perdermi.

Troncherò subito ed inesorabilmente l'occasione che più mi spinge a peccare, e la passione che più mi predomina.

ESEMPIO. S. Gabriele dell'Addolorata, la santità del quale ebbe per caratteristica una fervida devozione ai Dolori di Maria, venne alla religione giovanetto studente allevato fra gli agi ed i divertimen ti del mondo; e quantunque per singolare protezione di Maria non avesse a piangere gravi trascorsi, pure troppo diversa era la vita che generosamente abbracciava nella sua più fiorente giovinezza, da quella menata sino allora nel secolo. Eppure con una fermezza di proposito ammirabile, giunse presto a fare le sue austere delizie della vita di giovane passionista. Quale fu il segreto di tanta fermezza? Fu questo innanzi alle privazioni e penitenze che più gli ripugnavano, diceva a se stesso: Non ti mortificherai tu, per amore della Madonna Addolorata? La risposta era un generoso: sì, certamente! » e così in pochi anni giunse alla più alta perfezione. Imitiamo in questo il caro Santo, ed anche noi, se saremo fedeli, ci emenderemo da ogni vizio, ed acquisteremo ogni virtù.

PREGHIERA. O Gesù, Pane di vita, che nutrite i forti e generosi nel seguirvi paziente e sanguinante, Voi che faceste della Madre vostra l'eroina maggiore nell'imitarvi sofferente e penante; concedeteci per la intercessione di lei, che con forza e coraggio cristiano ci sottoponiamo a ioffrire volentieri e con allegrezza tutte quelle pene, contradizioni e privazioni, che ci sono necessarie per seguire le vostre vestigia nell'arduo cammino della virtù e della salute.

OSSEQUIO. Fate per amor di Maria qualche atto di mortificazione astenendovi da qualche sollievo non necessario.



Fonte: www.preghiereagesuemaria.it