Santo Rosario on line

Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci contiene precise indicazioni per noi. Si tratta di un miracolo che noi dobbiamo continuare su questa terra. Infatti, in questo racconto possiamo scoprire un insegnamento tanto profondo da rendere possibile la stessa "moltiplicazione" in tante occasioni della vita, quando di fronte ai bisogni immensi qualcuno è in grado mettere a disposizione quel poco che può offrire. Ma per questo ci vuole molta fede. La fede interviene quando, nonostante un'evidente sproporzione, uno si alza e dice: "Va bene. Fateli a sedere!" La sproporzione viene annullata quando quel poco che si possiede si mette a disposizione del Signore.
font

Antiche meditazioni alla Madonna Addolorata



Addolorata

50. Maria nella morte di Gesù.



La Vittima divina già quasi dissanguata è in preda al parossismo della febbre traumatica che la crucia d'insopportabile dolore, e la stringe per istrapparne l'anima dalle viccere. Maria, che è sempre là in piedi, spettatrice dell'orribile agonia dell'amatissimo figlio, si sente anima e cuore stretta con l'anima e col Cuore di Gesù in un'amplesso, di dolore e d'amore tale, che la morte ormai vicina minaccia di fare due vittime. Appena i accorge che al grido di Gesù: Ho, sete! qualcuno è accorso con una spugna inzupata nell'aceto e raccomandata ad una cana, .a porgergli alle labbra quell'acre bevana! Gesù ne succhia alquanto. Indi protnyzia a voce più alta l'ultime parole della olordsa insieme e trionfale preghiera: Dio a compiuto l'opera sua: Consummatum est. L'opera massima di Dio, la Redenione del genere umano è compiuta con Tulrao anelito della Vittima divina. Maria lo comprende e con un atto di sovrumano amore a Dio ed agli uomini tutti, fa la suprema offerta del Figlio suo e di tutta se stessa: e quest'atto ispiratole dalla carità più perfetta che pura creatura abbia avuto mai, le conferisce con ragione il titolo di Corredentrice degli uomini.

Ma oh quanto le costa quest'offerta, di quanto strappo alle fibbre del suo tenerissimo cuore è questo sacrificio! Ella è là in piedi come statua impietrita dal dolore: prega con Gesù pregante, soffre con Gesù paziente: vorrebbe porgere qualche soccorso al Figliolo privo di ogni conforto ed abbanbonato; ma deve soffrire l'amarezza della sua impotenza a giovargli in alcun modo. Oh se le fosse concesso di refrigerare quelle labbra riarse; astergere quel volto intriso di sangue e di sudore: aprir ,quelle palpebre quasi strette dal sangue raggrumato! Nulla può fare l'amantissima Madre, che la croce è troppo alta, e troppo ben guardata dai soldati. Almeno potesse sostenere quelle membra irrigidite, stirate, illividite! « Allenta la rigidità dei rami tuoi, o albero duro della croce! Concedi un po' di riposo a codeste sante membra stirate a tua misura: di. mentica per un poco la tua naturale insensibile durezza! ».

Ma ecco che Maria osserva nel crocifisso Figliolo un moto di tutte le membra che si scuotono quasi ad un supremo sforzo, ed eretto bene il capo che non era affisso, levar gli occhi in alto, ed esclamare a gran voce: « Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio! »; e ciò detto chinare il capo in atto di consenso al supremo sacrificio, e spirare!

Ecco come muore il Giusto sacrificato per tutti i peccatori! Chi bene intendesse questa morte, e mai la dimenticasse!.

Maria si accorge dell'ultimo anelito del Figlio carissimo, e si sente misticamente strappar l'anima dalle viscere nel momento che Gesù lascia che l'anima sua si separi dal suo corpo veramente, per vera e propria morte.

Eccola la cara Madre nostra col capo abbassato in atto di consentire anche lei al sa. crificio suo e del suo Unigenito: gli occhi non sono aperti che per lasciare scorrere il profluvio di lacrime che le fa scoppiare questo supremo dolore!... Heu Mater! heu Fili! Dolor ingrata frangat pectora! Oh Madre! Oh Figlio! Che il vostro dolore disciolga in lacrime i cuori nostri di pietra! Troppo dura ed ingrata saresti tu, anima mia, se non ti sentissi profondamente commossa alla considerazione di questa divina tragedia. Monti, sepolcri, lapidi si spezzano: campi, fiumi, rupi, pianure tremano, del Santo il velo cade!: e tu resterai freddo, insensibile? Se tu hai briciolo di amore a Gesù, se tu senti per Maria tua madre un po' d'affetto filiale, deh piangi a calde lacrime il crudele martirio che loro cagionarono i tuoi peccati!

Oh dolcissima madre mia Maria, ottenetemi la grazia di piangere con voi innocente la morte dell'innocentissimo Gesù; ma di piangere soprattutto per i miei peccati, per la durezza del mio cuore, per la poca sincerità della mia devozione verso di voi Addolorata!

La sincera devozione verso Maria Addoloràta consiste principalmente nello studio d'imitarla nel piangere salutarmente la marte di Gesù: mi studierò di giungere a questa imitazione coltivando, in me lo spirito di santa compunzione, invece della mondana spensieratezza.

ESEMPIO. S. Francesco Saverio dopo dieci anni di laboriosissimo apostolato nelle Indie e nel Giap. pone, anelando di recare il Vangelo anche alla Cina, era stato costretto a far sosta del fortunoso viaggio, intrapreso a tale scopo, nell'isola di Sanciano, perchè già véssato dall'ultima malattia. Ivi quasi solo in una povera capanna vinto dalla febbre, con animo tranquillo, corpo dolorante, sguardo diviso tra il cielo e l'immagine del Crocifisso, ripetendo: O santissima Trinità! O buon Gesù! O Dio del mio cuore! Santissima Vergine, mostrati mia madre! spirò la sua bell'anima in un'ultima preghiera: In te, Signore, ho posto la mia speranza; non sarò confuso in eterno!

Ecco la santa morte di un imitatore di Gesù erocifisso !

PREGHIERA. O Madre mia, Maria Addolorata, che abbracciate con tanto affetto la croce sopra la. quale è spirato il Figlio vo= stro Gesù, e ricoprendola di baci, la irrigate di lacrime: lasciate, ve ne prego, che anch'io mi attacchi con voi a quel legno salutifero, chè troppo più si appartiene a me che a voi il piangere la morte del mio Signore, spirato vittima per i miei peccati. Ma io resto freddo ed indifferente, nè mi so che dire a colui che tanto mi amò, da subire la morte per me! Cara Madre mia, insegnatemi voi a riamare Gesù, fatemi comprendere tutta l'importanza del suo sacrificio per me, stampatemi nell'animo le sue piaghe, ed ottenetemi dallo Spirito Santo un amore vivo e costante per chi tanto mi amò. Così sia.

OSSEQUIO. Meditate per qualche tempo la vostra morte, ed accettatela con amorevole rassegnazione, come una prova d'amore a Gesù morto per voi.



Fonte: www.preghiereagesuemaria.it