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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:"Rimanete in me!" - Gesù Chi rimane in Gesù, chi resta nella Sua intimità, non desidera altri beni, perché ha con sé il bene più grande. In lui non c'è aridità né angoscia ma solo il tenero pensiero di Dio e il desiderio di lodarlo di continuo. Nell'intimità con Cristo, all'anima assetata viene concessa la grazia in abbondanza. A questa anima non manca certo la croce, ma la croce non la turba né le toglie la pace. Ogni sofferenza passa presto, perché la dolce presenza di Dio le fa dimenticare subito tutto.
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Antiche meditazioni alla Madonna Addolorata



Addolorata

4. Dolori di Maria nel Presepio.



Volgeva al termine il tempo della gestazione di Maria, e Giuseppe già in officio di vice padre del Verbo incarnato per volere di Dio, prese l'occasione del censimento decretato da Cesare Augusto, per eseguire un disegno sugeritogli dal Cielo, di recarsi cioè in Betlemme di Giuda, perchè là nascesse l'atteso erede delle promesse di David, secondo che avevano annunziato i Profeti.

Intraprende il lungo viaggio con Maria sposa incinta, giunge al termine di esso che annottava; non trova posto nel pubblico ricovero, ed è costretto ad acconciarsi alla meglio in una grotta riservata ad uso di stalla per le bestie. Mentre ivi si trattenevano, fattasi già notte ferma, Maria rapita in un'estasi sublime dà alla luce il Verbo di Dio fatto uomo, che messe da parte tutte le leggi della natura, esce dalle purissime viscere di lei come fa raggio di sole attraverso un terso cristallo, e la divina Madre se lo vede tra le braccia vezzoso bambino che la riscuote dall'estasi col suo primo vagito.

Ecco Maria vera Madre di Dio, sempre Vergine pura ed immacolata! In questo mistero tutto è gaudio celestiale, che però non è mai scevro dalla sua ineffabile amarezza. Nulla in Maria di ciò che accompagna i parti delle figlie d'Eva; ma quante circostanze che fanno soffrire il suo cuore materno! Lasciamo i disagi del lungo viaggio, che riguardano la sua persona; ma ella diviene Madre di Dio non nella sua casetta di Nazaret, ma quasi sulla pubblica via, anzi in una grotta, di notte tempo, in una stagione rigida, tra gl'incommodi di una stalla. Non ha con sè che poche fascie e pannicelli da involgere il Bambino Dio, ed è costretta ad adagiarlo in una mangiatoia. Lo vede tremare dal freddo; indovina col sentimento materno il patimento del suo Bambino: quanto dolore, quanto struggimento al suo cuore, che pur vorrebbe trattare altrimenti il Figlio di Dio! Ma non pensiamo che Maria s'impazientisse di quelle angustie; nè che si lamentasse in cuor suo con Dio che le permetteva. Era ben consapevole che Dio fatto uomo le aveva elette queste augustie e questa povertà per sè, che essendo ricchissimo, per amor nostro volle farsi povero, e con generoso animo accettava anche lei l'amarezza che in quelle strettezze provava, uniformandosi con ogni studio al Dio umanato. Purezza, pazienza, umiltà sono le virtù che adornano la divina Maternità di Maria.

Ogni Cristiano, secondo una sentenza del Vangelo, è chiamato ad esser madre, fratello e sorella di Gesù Cristo, specialmente se da Dio è chiamato a procurare la salute degli altri col sacro ministero. « Non soltanto Maria è beata per la sua divina Maternità; ma anche coloro che lo stesso Verbo di Dio, ricevendo la fede, concepiscono in sè; e con le buone opere lo custodiscono e partoriscono nel cuore loro e dei prossimi, sono detti beati ». Oh quale onore ci fa il Verbo incarnato degnandosi di chiamarci suoi fratelli e sorelle, e renderci cooperatori suoi nel salvare le anime. Ma oh misero me che sono uomo carnale schìavo del peccato, insofferente d'ogni pena, tutto impazienze, lamenti, ambizioni, studio di vanità. Troppo diverso è l'animo mio da quello di Maria, come oserò accostarmi a Gesù Bambino?

O Vergine santissima, Madre di Dio, pregatelo il vostro Bambinello per me, che da quel Presepio si degni rivolgermi uno sguardo di misericordia, che mi muova ad imitare la sua e la vostra purezza, pazienza ed umiltà

Con Maria nel Presepio mi offrirò tutto al servizio del Verbo incarnato, sacrificando a lui principalmente la passione che più mi predomina.

ESEMPIO. S. Gaetano Tiene nobile Vicentino poi illustre prelato nella corte Romana ai tempi di Giulio II e Leone X, era tanto rapito nella meditazione dei misteri dell'Infanzia di Gesù Cristo, e tanto devoto della Vergine Madre, che dal fervore concepito si sentì spinto a dare il primo impulso alla riforma del Clero, rinunziando ai beni ereditarii ed ai benefici ecclesiastici che possedeva; e fece voto di così stretta povertà da ridursi a vivere di pure elemosine, e queste non cercate, ma offerte spontaneamente: così divenne perfetto imitatore della sacra Famiglia, tanto povera quanto può vedersi dal Presepio.

Maria favorì il suo fedele imitatore, e nella notte di Natale mentre Gaetano pregava in S. Maria Maggiore in Roma, gli apparve col Bambinello in braccio, e glielo concesse a vezzeggiare tra le sue braccia. Chi può dire la gioia celestiale di Gaetano? Ne avranno parte tutti coloro che volentieri soffrono povertà e disagi insieme a Gesù, Maria e Giuseppe.

PREGHIERA. O Gesù che per amor nostro vi faceste povero essendo il ricchissimo padrone di tutte le cose, per intercessione di Maria santissima vostra Madre, cui tanto furono pungenti i disagi della vostra povera cuna, concedeteci quell'animo tranquillo e rassegnato tra le difficoltà della vita terrena, che è la caratteristica dei vostri veri seguaci.

OSSEQUIO. Per amor di Maria santissima Addolorata privatevi di tutte le cose superflue, specialmente di quelle che sanno di vanità e di soverchia ricercatezza.



Fonte: www.preghiereagesuemaria.it