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Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Siate sinceri nei vostri rapporti vicendevoli e ab­biate il coraggio di accettarvi l'un l'altro come siete. Non siate sorpresi o preoccupati per un fallimento re­ciproco; vedete piuttosto di scoprire quel che c'è di buono in ognuno, poiché ciascuno di noi è fatto a immagine di Dio. Gesù l'ha detto così bene: « Io sono la vite e voi i tralci ». Proviamo a vedere e ad accettare ogni Fratello e ogni Sorella come un tralcio del Cri­sto, che è la vite. Quella linfa vitale che scorre dalla vite attraverso ciascun tralcio è sempre la medesima.
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Antiche meditazioni alla Madonna Addolorata



Addolorata

18. Vita d'esilio.



Il viaggio lungo per regioni deserte che la sacra Famiglia partita da Betlemme prima di raggiungere un luogo abitabile nell'Egitto, superava i trecento chilometri, ed un sentimento di pietà non scevro d'incomprensione dello spirito evangelico, indusse la leggenda a circondarlo di un'arfistìca fiorita corona di eventi piacevoli e miracolosi: la terra si sarebbe rivestita di fiori per dar piacevole passaggio al Fanciullo divino; gli alberi avrebbero piegato i loro rami per porgere a lui, alla sua Madre, al Custode fedele i loro frutti; le fiere sarebbero sbucate dalle loro tane per recar loro la preda fatta; i ladroni nomadi li avrebbero ospitati e reficiati, e fatto loro scorta... Ma in verità il sacro testo non ci lascia supporre nulla di tutto questo, e chi è addentro nello spirito di Gesù paziente, mentre sorride a questi leggiadri racconti, si sente ferito il cuore di compassivo dolore per i disagi veri e continui che la santa Famiglia dovette tollerare in quel viaggio: in quella dimora in terra straniera.

Giungono là fuggiaschi e raminghi; seppur l'idolatria dovette sentirsi spiritualmente scossa alla venuta del vero Dio, esteriormente nulla si scosse, nulla per allora fu abbattuto, ed i tre santi Personaggi entrarono in Egitto, penetrarono fin là dove più tardi sorse il Cairo, dove trovarono un ricovero presso qualche famiglia ebrea fra le numerosissime che ivi abitavano. Giuseppe trova modo di guadagnare col suo mestiere di falegname uno scarso sostentamento per sè e per Maria e per il Fanciullino, che anche là era tutta la loro consolazione e conforto. Ma quanti stenti, quante privazioni, quante umiliazioni! Immaginiamo una famigliola di tre persone, che cacciata via dal paese nativo, sia costretta rifugiarsi in terra straniera, dove gli abitanti degnano appena qualcheduno di riconoscerti; il cielo ti pare un altro; la terra non è quella che ti vide nascere; la lingua, i costumi, i prodotti della terra non ti -ono consueti!... È il caso della nostalgia che accascia ed avvilisce, rendendoti inquieto per l'assillante dolore del ritorno. Questi sentimenti non erano certo alieni dall'animo di Maria esule in terra straniera, chè donna delicatissima, madre di squisito sentire, era certo in condizione di provarli vivi e pungenti. Ma in lei c'era atro che l'affliggeva assai di più. Stringendo al petto il suo Figliolo, per il quale non poteva fare tutto ciò che l'animo materno desiderava, dovea sospirare e prorompere in pianto al riflesso che il Figlio di Dio, del quale sono cielo e terra con tutte le cose che racchiudono, da un re geloso, dai capi della Sinagoga per allora incoscienti era costretto ad abbandonare la patria sua, quella terra che tanto aveva voluto onorare con la sua nascita! Ora eccolo nella profana Egitto, eccolo, come gemma caduta nel fango, fra tanta superstizione dei pagani, fra tanto mercantilismo dei suoi connazionali. Caro Figlio mio, fra quanta miseria umana sei voluto scendere, tu fiore olezzante, giglio purissimo delle convalli! Vedeva il suo Gesù esule in ogni luogo, e si confortava sul suo esempio a cercare soltanto Iddio, e a non attaccarsi a sun luogo di quaggiù, ad accrescere il tesoro nel cielo, dove sta la patria nente degli eletti.

Anche te, anima mia, esorta l'Apostolo Pietro, ad astenerti come forestiero ed esule da tutti i desideri vani, che pugnano contro i tuoi interessi eterni. Ne fai caso di questa esortazione, ci credi davvero, che non hai quaggiù patria permanente, ma sei sempre in viaggio verso la tua vera stabile dimora?

O Vergine clementissima, che provaste quanto è salato il pane dell'esilio, e che.sempre sospiraste solo alla patria del Cielo, abbiate compassione di me, che stoltamente mi attacco alla vita fallace, alla patria provvisoría, alle misere egsuecie che mi circondano. Impetratemi da Pio la giusta estimazione delle cose, sicchè non resti sedotto ed amareggiato dalla vanità.

Ricercherò diligenfetuente quale sia la cosa o la persona cui nti senta attaccato contro il mio dovere e l'ginore di Dio, e proporrò di distaccarmene subito, ancorchè ne dovessi soffrire, porgendo a Maria questo fiore di sofferenza.

ESEMPIO. S. Giovanni Crisostomo, che con tanto sentimento aveva descritto nella sua Omelia ottava in S. Matteo, i disagi e le virtù di Maria e di Giuseppe nel viaggio verso l'esilio, e nella dimora in esso, dovette affrontare anche lui già vecchìo Patriarca di Costantinopoli le sofferenze indicibili dell'esilio, per la sua inflessìbìle costanza nel mantenere la severìtà del cristiano costume. Fu strappato dall’affetto del suo gregge, che fu pronto a spargere .anche il sangue per lui; fu confinato in casa, guardato a vista; più tardi confinato a Nicea, di là a Cucuso (il luogo allo. ra più deserto del mondo abitato) soffri maltrattamenti, fame, sete, freddo, ostilità dagli stessi confra. telli, timorosi di compromettersi con la corte; finchè sturbato anche da quella triste dimora, fu trascinato verso Pizio, ma in viaggio, venne meno di malattia e di stenti presso Comana nel Ponto il 407, e le sue ultime parole furono: « Gloria a Dio per tutte le cose! ». Così i grandi Santi non sono contenti di magnificare a parole le virtù di Maria, ma ne divengono imitatori generosi col fatto.

PREGHIERA. O Gesù, Verbo Dio fatto uomo, che voleste soffrire per amor nostro an. che l'amarissima pena dell'esilio, vi scongiuro con tutto il cuore, che per i meriti di Maria vostra Madre, e compagna fedele del vostro esilio in Egitto, e per l'intercessione di S. Giuseppe, che tanto si prodigò per alleviare le pene di ambedue, concedetemi un distacco così netto dalle vane cose del mondo, che non abbia patria permanente in nessun luogo di quaggiù, ma la mia patria, sia il Paradiso. Amen.

OSSEQUIO. Offritevi pronto a servire Dio in qua. lunque luogo, per imitare così Maria santissima.



Fonte: www.preghiereagesuemaria.it