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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Ormai da diversi anni vado nella stessa montagna. Questa mi offre la possibilità di staccarmi dal mondo frenetico e di ricaricare le batterie. La montagna è diventata per me una specie del luogo sacro, dove ritirarmi nella preghiera e stare con Dio. E ogni volta che ci vado, vedo con piacere come la montagna - nonostante le calamita, frane, incendi, terremoti - si rinnova continuamente. Così dovrebbe essere anche nella vita spirituale, dove non si può andare avanti senza cambiamenti. La nascita di qualcosa di meglio impone sempre la morte di qualcosa di vecchio. Allo sguardo superficiale la tempesta può sembrare dannosa. La tempesta non viene solo per distruggere, ma anche per pulire. Le trasformazioni profonde non avvengono nei giorni di sole, bensì nei giorni bui. Mentre fuori imperversa la tempesta e sembra che tutto vada a rotoli, il bimbo tra le braccia della mamma si sente al sicuro, si sente tranquillo, perché ha fiducia nella mamma. Bisogna avere molta fiducia in Dio, creare una vita interiore forte, per non dipendere da quello che accade nel mondo esterno.
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Antiche meditazioni alla Madonna Addolorata



Addolorata

13. Maria ed Anna la Profetessa.



Mentre Maria stava ancora tutta assorta nel pensiero delle grandi cose, che si erano dette del Bamhino e di lei stessa, restando ancora unito quel devoto gruppo di persone che ammiravano stupite, ascoltando senza intendere, ecco sopraggiungere una veneranda matrona tenuta da tutti in concetto di santa. Era costei una certa Anna, figlia di Fatuele, della tribù di Aser, molto innanzi nell'età, vissuta sette soli anni col defunto marito, che aveva sposato fanciulla, ed ora erano ottantaquattro anni che n'era vedova.

Non si partiva mai dal tempio ove fra digiuni e preghiere prestava servizio notte e giorno Ed ora veniva ad unirsi a Maria, Giuseppe, Simeone ed altri, unendo alle loro le sue lodi a Dio, e discorrendo del divin Pargoletto con tutti i presenti, che sospiravano la redenzione di Gerusalemine.

« Vedi, esclama quì S. Ambrogio copia abbondante di grazia che la nascita, di Cristo effonde sopra ogni ceto di persone! ed il dono di profezia negato agli increduli, non ai giusti!,... Profetò Simeone, profetò la Vergine, profetò Elisabetta coniugata, doveva profetare anche una vedova ». E questa vedova è tale ner i suoi santi costumi, che con la sua lunga milizia vedovile, ha ben meritato di annunziare al popolo la vicina redenzione di Gerusalemme.

Più di tutti gli astanti intendeva l'animo e stimava la virtù della santa vedova Maria, cui tanto piaceva il profumo. della purezza, e tanto gustava l'austera mortificazione, e la generosa devozione alle cose di Dio.

Quanto le riuscivano grate le fervide lodi che la pia Vedova innalzava a Dio; come armonizzavano con gli slanci del suo cuore verginale!. Era un po' di balsamo che ne leniva il dolore, pur non rimarginandosi la ferita causatale dalla mistica spada. La mirra fiorisce, olezza, stilla il suo prezioso unguento, ma è sempre amara, sempre mirra. Anche queste due donne, Maria vergine ed Anna vedova, messe insieme in una circostanza singolare dallo Spirito Santo, possono ben paragonarsi spiritualmente a due arbusti di mirra belli per tanti fiori di virtù, olezzanti di purezza, stillanti unguento di tanta operosità austera e pia. Ma quanta amarezza abbevera l'una e l'altra! Anna vedova, vecchia, sola, squallida per digiuni, affaticata di notte e di giorno. Maria trafitta nell'animo da una spada penetrante, povera, esule, perseguitata, riservata ad un continuo acerbo martirio. Dio le conforta con le sue grazie preziosissime, ma questo conforto è troppo differente da quello che vanno cercando talora anche le persone devote, quasi premio della loro devozione. V'ha chi per le sue opere di pietà cerca la lode, l'incoraggiamento,- i regali degli uomini; v'ha chi cerca sè stesso soddisfatto e contento nel suo amor proprio; v'ha chi vorrebbe sempre le tenerezze, le soddisfazioni, le dolcezze dell'amore spirituale: é quando mancano loro queste cose, abbandonano la devozione. A quanti pochi piace la croce a secco, come diceva il Santo Dottore Giovanni della Croce!

Ed a te, anima mia, piace il puro patire per amor di Dio? A quale classe di spiriti appartieni tu? Devi confessare che un po' a tutti appartieni. Tu cerchi sempre il tuo tornaconto in quelle poche opere lodevoli che fai: dici di cercare la gloria di Dio; meni vita devota e religiosa; osservi alla meglio i precetti di Dio e della Chiesa, gli obblighi del tuo stato; ma non puoi far di meno delle lodi degli uomini; non sei soddisfatta se non trovi approvazione, incoraggiamento, vantaggio temporale. Ti pare questa santità cristiana, degna di Maria Vergine, degna di una Sansa dell'Antico Testamento, quale era Anna? Via su, raccomandati alla Madre di Dio, che ti ottenga un po' di quella luce vera che illuminava la sua mente; un po' di quell'ardore che infiammava il suo cuore, perchè ti risolva a cercare le severe consolazioni che derivano dal servire a Dio, per piacere solamente a lui. Operare, patire, tacere: ma che devo attuare, davvero.

ESEMPIO. La Serva di Dio Rosa Gattorno, fondatrice delle Figlie di S. Anna, ebbe nella sua lunga vita molti tratti di somiglianza con Anna la Profetessa. Fu sposa, madre, vedova a ventisei anni; ma la sua vita di fanciulla, sposa e vedova fu tutta una serie di eroici atti di carità verso Dio e verso il prossimo, ed un esercizio di pazienza sovrumana. I pochi anni di matrimonio furono per lei penosissimi: la corona di fiori di arancio ancora freschissima, cominciò a mettere spine atrocemente pungenti. Prole fisicamente infelice, disastri finanziari, marito presto morto di mal sottile, caduta dall'agiatezza quasi in miseria. Appena spirato il consorte, la mestissima vedova pi. glia seco i suoi tre bambini, e recatasi in chiesa presso l'altare dell'Addolorata, offre a lei se stessa ed i suoi piccini, e si sente interamente confortata dalla sicurezza che Maria li prende sotto la sua protezione. Da quel momento la santa vedova si sente investita di nuovo spirito: consacrarsi a Dio, darsi a penitenze austerissime, ad atti di carità eroici, alla fondazione di un Istituto religioso fu il programma attuato della sua nobile esistenza.

PREGHIERA. O Gesù, re e vigore delle anime forti, che solo sapete ispirare imprese grandi, e porgere efficace aiuto ad eseguirle; per intercessione della magnanima Madre vostra Maria, infondete anche a noi miserabili quel divino vigore che trasforma le anime, genera i forti e gli eroi di santità. Scuotete via la tiepidezza ed il torpore che ci fanno giacere sempre a terra; corroborateci a cose grandi, sicchè possiamo imitare Voi e la Madre vostra nell'operare per la nostra salute. Così sia.

OSSEQUIO. Impegnatevi per tutta la giornata nell'esatto e fervoroso adempimento dei vostri doveri.



Fonte: www.preghiereagesuemaria.it