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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Dobbiamo amare sino ad essere disposti a soffrire. Non basta dire: « Io amo ». Dobbiamo tradurre questo amore in un atto vitale. E come si può fare? Donarsi sino a soffrire. Tempo fa, in una nostra casa per bam­bini non avevamo più zucchero per loro. Un bimbo di quattro anni udì che « Madre Teresa non aveva zuc­chero per i bambini ». Andò a casa e disse ai genitori: « Non mangerò zucchero per tre giorni. Darò il mio zucchero a Madre Teresa ». Dopo tre giorni i genitori portarono il piccino a casa nostra. Era cosi piccolo che a malapena sapeva pronunciare il mio nome eppure seppe insegnarmi come amare di un amore grande. Non fu tanto quello che mi diede, ma il fatto che die­de con grande amore, e diede sino al sacrificio, sino a provare sofferenza.
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Settembre, mese dedicato alla Madonna Addolorata



Addolorata

16 settembre: Maria ascolta l'Apostolo Giovanni.

Già trascorsa la metà di quella notte angosciosa, che alla dolente Madre dovette sembrare eterna, ecco entrare in casa commosso e trepidante il figlio di Maria Salome, Giovanni, che con grande vivezza e commozione racconta a quelle pie donne quel che ha veduto e udito riguardo a Gesù.

Giovatoti non era fuggita al momento della cattura, ma insieme a Pietro aveva seguito le orme della banda che si menava via straziandolo l'Agnello divino. Era entrato nel palazzo de' principi dei sacerdoti, aveva fatto introdurre anche Pietro, e poi seguito più da presso che poteva l'amato Maestro. Diceva dell'interrogatorio fattogli da Anna, dello schiaffo datogli dal servo villano: parlava dei falsi testimoni addotti contro Gesù; della solenne confessione da lui fatta della sua divinità; degli nrli, schiamazzi, proteste del Sinedrio a quell'affermazione; della candanna a morte pronunziata per acclamazione contro il Cristo, il Figlio di Dio vivo! Qui coprendo con uno scoppio di pianto una pietosa reticenza, prosegue a descrivere più con cenni e sospiri che parole l'indegno scempio -xsato dal servitorame di palazzo, e anche dai gravi dottori in legge verso la divina persona di Gesù. Pugni, schiaffi, sputi in faccia, parole villane, provocazioni indegne, cose inenarrabili adoperate contro di lui: e del suo patire si era appena al principio! Quanto soffrirà a quest'ora il caro Maestro!

Se Giovanni era commosso e piangente nel fare quel racconto, immagini chi può l'angoscia che causava nel tenerissimo cuore della Vergine! Le lacrime eran quasi un sollievo, quando non ne disseccava la fonte la troppo veemenza dell'ambascia, da restarne quasi impietrita. Oh come vedeva vive e palpitanti quelle scene indegne con i suoi occhi di madre! Quanto soffriva nel sapere deturpato di sputi, percosso di schiaffi quel bellissimo volto divino, che ella aveva sempre baciato più con religiosa riverenza, che con affetto materno! Nella veemenza del dolore la si vedeva con la pezzuola in mano fare il gesto di asciugare quel volto imbrattato come se lo avesse li presente! Povera Madre, quanti motivi di afflizione trovava in qualunque circostanza ponesse attenzione!

E gli amici di Gesù dove sono? I più fuggiti per paura di compromettersi, gli altri impotenti a porgergli aiuto: ricordava la desolata Madre quel detto: « Elongasti a me amicos, et proximos meos a miseriia ». Tu, o Signore, disponi che si allontanino da me amici e conoscenti nell'ora del ixaaggiore bisogno!

E la perfida, voluta, meditata ingiustizia dei maggiorenti del suo popolo contro l'innocente Figlio di Dio, quanto contristava l'animo della Vergine Madre. I testimoni addotti, neppur pagati e sobillati, riescono a produrre un reato qualunque contro l'Innocente: eppure no, lo si deve proclamare reo! Non ha colpe? Gli s'imputi a colpa la verità confessata!... La confessione della verità sia dichiarata bestemmía!...

Un'altra madre qualsiasi, anche se del resto virtuosa, nella situazione di Maria avrebbe dato in ismanìe, ìmprecato contro l’ingiustizia degli uomini, espresso lamenti, se non bestemmie contro Dio e la sua Provvidenza che simili cose permetteva!

Maria no, non impreca, ma prega per gli ingiusti principi, per i deboli amici del Figlio; non si lamenta con Dio, ma adora riverente le sue disposizioni, offrendosi prontissima a soffrire anche di più per essere più simile al Figlio di Dio, e cooperare alla salute degli uomini!

Quanta confusione per te, anima mia, che quando è tempo di provare a Gesù il tuo sincero attaccamento, ti spaventi delle prove, rifiuti di soffrire, e Dio non voglia che in questi momenti tu preferisca di accomunarti coi nemici di Gesù, invece dichiararti per lui a viso aperto!.. Vergine Santissima, infondetemi del vostro coraggio!

Calpesterò generosamente ogni rispetto umano, quando si tratti dell'onore di Gesù Cristo, e della salvazione dell'anima mia.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it