Madre Teresa di Calcutta
La nostra vita insieme
Come segno di ingresso in un nuovo stato di vita come la consacrazione religiosa e come segno del nostro desiderio di nascondimento:
- riceviamo un nome religioso nuovo al momento della professione;
- tra di noi ci chiamiamo «Sorella».
Il nostro abito religioso consiste in:
- un abito di cotone bianco semplice e modesto;
- un sari di cotone bianco orlato di azzurro sulla testa;
- una cintura di corda;
- sandali;
- un crocifisso e un rosario.
Questi saranno i segni:
- del nostro amore consacrato a Dio e alla Chiesa;
- della nostra dedizione ai poveri del mondo e un richiamo di edificazione atteso da tutti quelli che lo indossano.
Le candidate desiderose di unirsi alla Congregazione devono:
- avere almeno diciotto anni di età;
- essere libere da impedimenti;
- spinte da retta intenzione;
- sane di corpo e di mente, capaci di sopportare le asperità che comporta questa speciale vocazione;
- in grado di acquisire cognizioni (specialmente la lingua del popolo che servono);
- di temperamento gioioso;
- in grado di dare un giudizio assennato.
Le Sorelle indosseranno un semplice vestito indiano, cioè un abito bianco, un sari bianco ornato di azzurro, una cintura fatta di corda, un crocifisso e sandali.
L'abito bianco e il sari orlato di azzurro sono il segno della modestia di Maria: dovrebbe ricordarci la nostra separazione dal mondo e dalle sue vanità, la nostra veste battesimale e il nostro impegno a mantenere puro il cuore.
La cintura fatta di corda è il segno dell'angelica purezza di Maria. Dovrebbe ricordarci che dobbiamo tendere alla stessa purezza, con l'aiuto di un forte guardiano: la santa povertà.
I sandali sono un segno di libertà: la nostra libera scelta di seguire Cristo in cerca di anime.
Il crocifisso è un segno di amore: segno che dovremmo conoscere, amare ed imitare. Quando indossiamo l'abito dovremmo ripensare con devozione a ciò che ciascun elemento del nostro abito religioso significa per noi e recitare ogni preghiera che lo accompagna con grande amore.
Sì, il nostro abito è un segno di appartenenza - ecco perché dobbiamo averne grande cura. E una protezione per noi, una protezione sia fisica che spirituale. Siate grate per l'abito.
Il lavoro in cui siamo impegnate richiede un corpo sano. Perciò ogni Sorella, in coscienza, è tenuta ad aver cura della propria salute. La quantità di cibo, che è tanto saggiamente prescritta per noi, deve essere presa fiduciosamente. Facciamo questo non per la soddisfazione dei sensi, ma per dimostrare al Signore il nostro desiderio di lavorare per Lui e con Lui e che possiamo essere capaci di vivere vite di penitenza e di riparazione.
Sarebbe una mancanza parlare del vitto o lamentarsi riguardo a ciò che ci viene servito. Essere occupate da questi pensieri non è mai edificante in nessun momento. Se le vivande sono buone, ringraziamo Dio! Se no, ringraziamolo egualmente e ringraziamolo tantopiù, in quanto ci ha dato occasione di imitare il nostro Salvatore nella sua povertà. Cristo certamente non banchettava sontuosamente durante la vita.
I suoi genitori erano poveri e i poveri non indugiano a gustare i piaceri della mensa. Spesso infatti sopportò vere privazioni, come ce lo dimostrano la moltiplicazione dei pani e dei pesci e le spighe di grano raccolte camminando attraverso i campi. Questi particolari dovrebbero essere richiami salutari per noi quando i nostri pasti sono frugali.
Per fare parte della nostra Congregazione sono necessarie poche cose. Occorrono soprattutto mente sana e corpo sano.
Capacità di imparare. Molto buon senso e temperamento gioioso. Io ritengo che per un lavoro come il nostro siano indispensabili buon senso e allegria.
Poiché il viaggiare diventa sempre più costoso, abbiamo deciso per il futuro di prendere con noi, oltre ai vestiti, solo il cuscino, la federa, due lenzuola, una coperta, un bicchiere, tazza e piatto. A provvedere il resto penserà ogni casa. (Gli oggetti dovrebbero essere numerati. A ogni Sorella verrà assegnato un numero corrispondente. Ogni casa dovrebbe avere oggetti secondo il numero delle Sorelle della casa).
Una volta al mese dovete tutte aiutare a pulire il deposito dove si tengono il cibo e le provviste da distribuire ai poveri. Tutte le Sorelle della casa devono sapere che cosa si debba dare, ma occorre che ci sia una Sorella responsabile della distribuzione piuttosto che ciascuna farlo a caso. Sarebbe anche bene che ognuna, compresa la superiora, pulisse bagni e servizi almeno una volta alla settimana e che desse una mano in cucina. Dovunque c'è un pezzo di terra, lavoratela e trasformatela in un giardino; piantate più che potete alberi da frutto in modo da poterne dare ai poveri. Questo vi aiuterà a tener vivo lo spirito di dura fatica e di sacrfficio che ha sempre caratterizzato la nostra Congregazione.
Siamo state chiamate a donare fino a soffrirne. Le nostre costituzioni dicono che «come segno della nostra consacrazione riceviamo un nome nuovo», con un voto ci consacriamo completamente a Dio, il nuovo nome esprime tale voto. Quando ci chiamano per la prima volta con il nuovo nome, rispondiamo:
«Signore mi hai chiamato». Quando cessiamo di udire chiamare il nostro nome ci separiamo da Lui. Possiamo riconoscere la sua voce che chiama il nostro nome solo nel silenzio del cuore. Cambiando nome, testimoniamo di non appartenere più a noi stesse ma a Gesù.
Non perdere mai l'occasione di divenire come Gesù6 Professiamo di fronte al mondo: «Sono la sposa di Gesù crocifisso». Come una donna che all'altare dichiara davanti al mondo il suo matrimonio ad un uomo, in particolare così anche noi prendiamo un nome nuovo per attestare la nostra completa appartenenza a Gesù.
Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it
- riceviamo un nome religioso nuovo al momento della professione;
- tra di noi ci chiamiamo «Sorella».
Il nostro abito religioso consiste in:
- un abito di cotone bianco semplice e modesto;
- un sari di cotone bianco orlato di azzurro sulla testa;
- una cintura di corda;
- sandali;
- un crocifisso e un rosario.
Questi saranno i segni:
- del nostro amore consacrato a Dio e alla Chiesa;
- della nostra dedizione ai poveri del mondo e un richiamo di edificazione atteso da tutti quelli che lo indossano.
Le candidate desiderose di unirsi alla Congregazione devono:
- avere almeno diciotto anni di età;
- essere libere da impedimenti;
- spinte da retta intenzione;
- sane di corpo e di mente, capaci di sopportare le asperità che comporta questa speciale vocazione;
- in grado di acquisire cognizioni (specialmente la lingua del popolo che servono);
- di temperamento gioioso;
- in grado di dare un giudizio assennato.
Le Sorelle indosseranno un semplice vestito indiano, cioè un abito bianco, un sari bianco ornato di azzurro, una cintura fatta di corda, un crocifisso e sandali.
L'abito bianco e il sari orlato di azzurro sono il segno della modestia di Maria: dovrebbe ricordarci la nostra separazione dal mondo e dalle sue vanità, la nostra veste battesimale e il nostro impegno a mantenere puro il cuore.
La cintura fatta di corda è il segno dell'angelica purezza di Maria. Dovrebbe ricordarci che dobbiamo tendere alla stessa purezza, con l'aiuto di un forte guardiano: la santa povertà.
I sandali sono un segno di libertà: la nostra libera scelta di seguire Cristo in cerca di anime.
Il crocifisso è un segno di amore: segno che dovremmo conoscere, amare ed imitare. Quando indossiamo l'abito dovremmo ripensare con devozione a ciò che ciascun elemento del nostro abito religioso significa per noi e recitare ogni preghiera che lo accompagna con grande amore.
Sì, il nostro abito è un segno di appartenenza - ecco perché dobbiamo averne grande cura. E una protezione per noi, una protezione sia fisica che spirituale. Siate grate per l'abito.
Il lavoro in cui siamo impegnate richiede un corpo sano. Perciò ogni Sorella, in coscienza, è tenuta ad aver cura della propria salute. La quantità di cibo, che è tanto saggiamente prescritta per noi, deve essere presa fiduciosamente. Facciamo questo non per la soddisfazione dei sensi, ma per dimostrare al Signore il nostro desiderio di lavorare per Lui e con Lui e che possiamo essere capaci di vivere vite di penitenza e di riparazione.
Sarebbe una mancanza parlare del vitto o lamentarsi riguardo a ciò che ci viene servito. Essere occupate da questi pensieri non è mai edificante in nessun momento. Se le vivande sono buone, ringraziamo Dio! Se no, ringraziamolo egualmente e ringraziamolo tantopiù, in quanto ci ha dato occasione di imitare il nostro Salvatore nella sua povertà. Cristo certamente non banchettava sontuosamente durante la vita.
I suoi genitori erano poveri e i poveri non indugiano a gustare i piaceri della mensa. Spesso infatti sopportò vere privazioni, come ce lo dimostrano la moltiplicazione dei pani e dei pesci e le spighe di grano raccolte camminando attraverso i campi. Questi particolari dovrebbero essere richiami salutari per noi quando i nostri pasti sono frugali.
Per fare parte della nostra Congregazione sono necessarie poche cose. Occorrono soprattutto mente sana e corpo sano.
Capacità di imparare. Molto buon senso e temperamento gioioso. Io ritengo che per un lavoro come il nostro siano indispensabili buon senso e allegria.
Poiché il viaggiare diventa sempre più costoso, abbiamo deciso per il futuro di prendere con noi, oltre ai vestiti, solo il cuscino, la federa, due lenzuola, una coperta, un bicchiere, tazza e piatto. A provvedere il resto penserà ogni casa. (Gli oggetti dovrebbero essere numerati. A ogni Sorella verrà assegnato un numero corrispondente. Ogni casa dovrebbe avere oggetti secondo il numero delle Sorelle della casa).
Una volta al mese dovete tutte aiutare a pulire il deposito dove si tengono il cibo e le provviste da distribuire ai poveri. Tutte le Sorelle della casa devono sapere che cosa si debba dare, ma occorre che ci sia una Sorella responsabile della distribuzione piuttosto che ciascuna farlo a caso. Sarebbe anche bene che ognuna, compresa la superiora, pulisse bagni e servizi almeno una volta alla settimana e che desse una mano in cucina. Dovunque c'è un pezzo di terra, lavoratela e trasformatela in un giardino; piantate più che potete alberi da frutto in modo da poterne dare ai poveri. Questo vi aiuterà a tener vivo lo spirito di dura fatica e di sacrfficio che ha sempre caratterizzato la nostra Congregazione.
Siamo state chiamate a donare fino a soffrirne. Le nostre costituzioni dicono che «come segno della nostra consacrazione riceviamo un nome nuovo», con un voto ci consacriamo completamente a Dio, il nuovo nome esprime tale voto. Quando ci chiamano per la prima volta con il nuovo nome, rispondiamo:
«Signore mi hai chiamato». Quando cessiamo di udire chiamare il nostro nome ci separiamo da Lui. Possiamo riconoscere la sua voce che chiama il nostro nome solo nel silenzio del cuore. Cambiando nome, testimoniamo di non appartenere più a noi stesse ma a Gesù.
Non perdere mai l'occasione di divenire come Gesù6 Professiamo di fronte al mondo: «Sono la sposa di Gesù crocifisso». Come una donna che all'altare dichiara davanti al mondo il suo matrimonio ad un uomo, in particolare così anche noi prendiamo un nome nuovo per attestare la nostra completa appartenenza a Gesù.
Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it