Madre Teresa di Calcutta
Segni di amore
Le Sorelle che lavorano in Venezuela una volta hanno celebrato una settimana di solidarietà, un giorno per i bambini, un altro per i malati e un altro ancora per gli anziani. Il giorno destinato ai malati abbiamo confezionato dei pacchi per loro. In quell'occasione ho visto una donna anziana talmente ricurva da toccare le ginocchia con il viso. Pur così storpia, non aveva nessuno che si prendesse cura di lei. Dato che anche in quel paese abbiamo i nostri collaboratori, dissi loro: «La sola cosa che possiate fare per me è di darmi una casa per questa gente, in modo che, possiamo prenderci cura di loro». La presidentessa dei collaboratori, persona abbastanza ricca, se ne tornò a casa e insistette tanto con il marito, mattina, mezzogiorno e sera, che il pover'uomo fu costretto a cedere e darsi da fare per ottenere alle Sorelle il vecchio edificio dove ci troviamo ora. E senza dir nulla, mandarono gli operai a ripulire, riparare e ridipingere quel vecchio edificio. Il giorno previsto per la mia partenza, vennero a dirmi: «Madre, abbiamo un piccolo dono per lei, per i suoi malati e per i suoi moribondi». Che cosa stupenda!
Anche a Calcutta, la gente comincia a essere più caritatevole e solidale. Nel dicembre del 1966, alcuni ragazzi furono sorpresi a rubare. Non li consegnarono alla polizia, ma li portarono da me. Chiesi loro:
«Perché fate questo? Perché vi comportate così male? Siete ancora tanto giovani!». Mi dissero: «Ogni giorno, fra le 16,30 e le 19, veniamo avvicinati da alcuni adulti, i quali ci insegnano a rubare e a fare il male». Allora pensai che sarebbe stato bello se avessimo potuto fare qualcosa per quei ragazzi e allontanarli da quelle persone. E così avviammo una scuola superiore per i ragazzi di strada - maschi e femmine - ifi modo che non restassero per strada durante quelle ore del pomeriggio. Non disponendo di un nostro proprio edificio, utilizziamo a questo scopo una scuola che termina le lezioni alle 15,30 e che noi occupiamo dalle 16,30 alle 19,30.
Un giorno incontrai un signore indù abbastanza ricco. Gli parlai della scuola e di altre cose. Mi disse:
«Madre, finanzierò la costruzione della scuola in ricordo di mia moglie». L'anno scorso, alla fine dell'anno, è venuto a visitare la scuola e mi ha detto:
«Non ho mai lavorato tanto in vita mia come quest'anno». Chiesi: «Ma perché lavora così tanto? Lei è un milionario, ha tutto, non ha bisogno di lavorare». E lui di rimando: «Lavoro per lei, perché più guadagno più posso aiutarla». Ed è proprio così, perché l'anno precedente ci aveva dato la metà della somma che poteva mettere a nostra disposizione in occasione di quella sua visita. Ora egli è completamente coinvolto nella nostra attività. Grazie anche a lui, attualmente riusciamo a tenere lontani dalla strada 350 ragazzi e ragazze di età compresa fra gli il e i 18 anni. E abbiamo diversi collaboratori che ci aiutano a procurare a questi ragazzi un buon pasto caldo - l'unico che ricevono - prima di recarsi a scuola.
In Danimarca, un insegnante ha iniziato una forma di aiuto da ragazzo a ragazzo. Tutte le settimane, in molte scuole danesi, ogni ragazzo offre un barattolo di latte condensato per un ragazzo indiano, il che ci permette di dare ogni giorno ad ognuno dei nostri ragazzi un bicchiere di latte condensato e una pastiglia di vitamine. Sono più di 1.000 le scuole danesi impegnate in questo programma di aiuto, per cui sono migliaia i bambini indiani che ogni giorno possono ricevere un bicchiere di latte.
Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it
Anche a Calcutta, la gente comincia a essere più caritatevole e solidale. Nel dicembre del 1966, alcuni ragazzi furono sorpresi a rubare. Non li consegnarono alla polizia, ma li portarono da me. Chiesi loro:
«Perché fate questo? Perché vi comportate così male? Siete ancora tanto giovani!». Mi dissero: «Ogni giorno, fra le 16,30 e le 19, veniamo avvicinati da alcuni adulti, i quali ci insegnano a rubare e a fare il male». Allora pensai che sarebbe stato bello se avessimo potuto fare qualcosa per quei ragazzi e allontanarli da quelle persone. E così avviammo una scuola superiore per i ragazzi di strada - maschi e femmine - ifi modo che non restassero per strada durante quelle ore del pomeriggio. Non disponendo di un nostro proprio edificio, utilizziamo a questo scopo una scuola che termina le lezioni alle 15,30 e che noi occupiamo dalle 16,30 alle 19,30.
Un giorno incontrai un signore indù abbastanza ricco. Gli parlai della scuola e di altre cose. Mi disse:
«Madre, finanzierò la costruzione della scuola in ricordo di mia moglie». L'anno scorso, alla fine dell'anno, è venuto a visitare la scuola e mi ha detto:
«Non ho mai lavorato tanto in vita mia come quest'anno». Chiesi: «Ma perché lavora così tanto? Lei è un milionario, ha tutto, non ha bisogno di lavorare». E lui di rimando: «Lavoro per lei, perché più guadagno più posso aiutarla». Ed è proprio così, perché l'anno precedente ci aveva dato la metà della somma che poteva mettere a nostra disposizione in occasione di quella sua visita. Ora egli è completamente coinvolto nella nostra attività. Grazie anche a lui, attualmente riusciamo a tenere lontani dalla strada 350 ragazzi e ragazze di età compresa fra gli il e i 18 anni. E abbiamo diversi collaboratori che ci aiutano a procurare a questi ragazzi un buon pasto caldo - l'unico che ricevono - prima di recarsi a scuola.
In Danimarca, un insegnante ha iniziato una forma di aiuto da ragazzo a ragazzo. Tutte le settimane, in molte scuole danesi, ogni ragazzo offre un barattolo di latte condensato per un ragazzo indiano, il che ci permette di dare ogni giorno ad ognuno dei nostri ragazzi un bicchiere di latte condensato e una pastiglia di vitamine. Sono più di 1.000 le scuole danesi impegnate in questo programma di aiuto, per cui sono migliaia i bambini indiani che ogni giorno possono ricevere un bicchiere di latte.
Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it