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Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Vorrei dire un'infinità di cose che mi appaiono in piena luce, ora che sono alla porta dell'eternità. Ma io non muoio, entro nella vita, e tutto ciò che non posso dire quaggiù, lo farò comprendere dall'alto dei cieli.
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Madre Teresa di Calcutta



Madre Teresa

Segni di amore

Le Sorelle che lavorano in Venezuela una volta han­no celebrato una settimana di solidarietà, un giorno per i bambini, un altro per i malati e un altro ancora per gli anziani. Il giorno destinato ai malati abbiamo confezionato dei pacchi per loro. In quell'occasione ho visto una donna anziana talmente ricurva da toc­care le ginocchia con il viso. Pur così storpia, non aveva nessuno che si prendesse cura di lei. Dato che anche in quel paese abbiamo i nostri collabora­tori, dissi loro: «La sola cosa che possiate fare per me è di darmi una casa per questa gente, in modo che, possiamo prenderci cura di loro». La presiden­tessa dei collaboratori, persona abbastanza ricca, se ne tornò a casa e insistette tanto con il marito, mat­tina, mezzogiorno e sera, che il pover'uomo fu co­stretto a cedere e darsi da fare per ottenere alle Sorelle il vecchio edificio dove ci troviamo ora. E senza dir nulla, mandarono gli operai a ripulire, ripa­rare e ridipingere quel vecchio edificio. Il giorno pre­visto per la mia partenza, vennero a dirmi: «Madre, abbiamo un piccolo dono per lei, per i suoi malati e per i suoi moribondi». Che cosa stupenda!

Anche a Calcutta, la gente comincia a essere più ca­ritatevole e solidale. Nel dicembre del 1966, alcuni ragazzi furono sorpresi a rubare. Non li consegnaro­no alla polizia, ma li portarono da me. Chiesi loro:

«Perché fate questo? Perché vi comportate così ma­le? Siete ancora tanto giovani!». Mi dissero: «Ogni giorno, fra le 16,30 e le 19, veniamo avvicinati da al­cuni adulti, i quali ci insegnano a rubare e a fare il male». Allora pensai che sarebbe stato bello se aves­simo potuto fare qualcosa per quei ragazzi e allonta­narli da quelle persone. E così avviammo una scuola superiore per i ragazzi di strada - maschi e femmi­ne - ifi modo che non restassero per strada durante quelle ore del pomeriggio. Non disponendo di un nostro proprio edificio, utilizziamo a questo scopo una scuola che termina le lezioni alle 15,30 e che noi occupiamo dalle 16,30 alle 19,30.

Un giorno incontrai un signore indù abbastanza ric­co. Gli parlai della scuola e di altre cose. Mi disse:

«Madre, finanzierò la costruzione della scuola in ri­cordo di mia moglie». L'anno scorso, alla fine dell'anno, è venuto a visitare la scuola e mi ha detto:

«Non ho mai lavorato tanto in vita mia come que­st'anno». Chiesi: «Ma perché lavora così tanto? Lei è un milionario, ha tutto, non ha bisogno di lavora­re». E lui di rimando: «Lavoro per lei, perché più guadagno più posso aiutarla». Ed è proprio così, perché l'anno precedente ci aveva dato la metà della somma che poteva mettere a nostra disposizione in occasione di quella sua visita. Ora egli è completa­mente coinvolto nella nostra attività. Grazie anche a lui, attualmente riusciamo a tenere lontani dalla strada 350 ragazzi e ragazze di età compresa fra gli il e i 18 anni. E abbiamo diversi collaboratori che ci aiutano a procurare a questi ragazzi un buon pa­sto caldo - l'unico che ricevono - prima di recarsi a scuola.

In Danimarca, un insegnante ha iniziato una forma di aiuto da ragazzo a ragazzo. Tutte le settimane, in molte scuole danesi, ogni ragazzo offre un barat­tolo di latte condensato per un ragazzo indiano, il che ci permette di dare ogni giorno ad ognuno dei nostri ragazzi un bicchiere di latte condensato e una pastiglia di vitamine. Sono più di 1.000 le scuo­le danesi impegnate in questo programma di aiuto, per cui sono migliaia i bambini indiani che ogni gior­no possono ricevere un bicchiere di latte.

Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it