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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Il demonio ti tenta in mille modi: ti tenta per mezzo del male, e questo si riconosce facilmente, ma più delle volte ti tenta per mezzo del bene per turbarti. Ti presenta come volute da Dio certe opere buone, ma al di là della tua portata. Oppure ti ispira un sacrificio pesante, che non è quello che Dio vuole da te. Fa così per scoraggiarti, per innervosirti e farti perdere la pace interiore. Vuole persuaderti che non fai abbastanza per il Signore e ti fa credere che Dio non è contento di te. Per turbare una persona assorta in preghiera, il demonio suscita i pensieri indecenti contro i quali ella reagisce con troppa veemenza perdendo però la concentrazione, la pace e il fervore. Alcune persone smettono addirittura di pregare. Il demonio suscita ogni sorta di pensieri e di scrupoli che devi semplicemente ignorare, gettandosi tra le braccia di Dio con fiducia del bambino.
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Madre Teresa di Calcutta



Madre Teresa

Il giudizio di Cristo

Nell'ora della nostra morte, Cristo ci giudicherà su quello che avremo fatto ai poveri, su quello che sa­remo stati per i poveri. «Avevo fame e voi non mi avete dato da mangiare». Ero affamato di amore, affamato di cibo, affamato di giustizia, affamato di dignità umana... e voi siete passati oltre. Ero nu­do, nudo di rispetto, nudo di giustizia, nudo del riconoscimento che anche lui è uno di noi, crea­to dalla stessa mano amorosa di Dio per amare ed essere amato. Ero senzatetto a causa della solitu­dine.

I malati costretti a letto, gli indesiderati, gli abban­donati, i lebbrosi, i ciechi, gli storpi dove sono? Li conosco? Conosco anzitutto i poveri che abitano nella mia stessa casa? So che forse nella mia stessa casa, nella mia stessa comunità, vi può esser qualcu­no che si sente tremendamente solo, indesiderato, handicappato? Lo so? Dove sono gli anziani, og­gi? Vengono parcheggiati nei ricoveri. Perché? Per­ché sono indesiderati, perché sono di peso. Ricordo che tempo addietro visitai una magnifica casa per anziani. Erano una quarantina e avevano assoluta­mente tutto. Ma tutti indistintamente avevano lo sguardo fisso sulla porta di entrata. Tutti indistintamente avevano un aria triste. Mi rivolsi alla suora che li curava e le chiesi: «Sorella, come mai questa gente non sorride? Perché guarda fissa verso la porta?». La suora dovette ammetterlo e rispose candidamente: «E così ogni giorno. Desiderano che qualcuno venga a trovàrli. Tengono lo sguardo fisso sulla porta e pensano: "Oggi forse mio figlio, forse mia figlia, forse qualcuno verrà a trovarmi ». Ecco la vera povertà! Ricordo che un giorno raccol­si una donna da un cassonetto della spazzatura. Stava morendo. La portai al convento. Continuava a ripetere sempre la stessa frase: «Mio figlio mi ha fatto questo». Non disse una sola volta: «Ho fa­me», «Sto morendo», «Soffro». Continuò a ripete­re: «Mio figlio mi ha fatto questo». Ho fatto molta fatica a farle dire prima di morire: «Perdono mio figlio». Questa è la vera povertà.

Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it