Santo Rosario on line

Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Voglio che tutti voi riempiate i vostri cuori di un grande amore. Non pensiate che questo amore, per essere ardente e sincero, debba essere straordinario. No, quel che occorre nel vostro amore è il continuo desiderio di amare Chi vi ama.
font

La Passione di Gesù dagli scritti della Beata Anna Caterina Emmerick



Quaresima

La lavanda dei piedi

«Se dunque vi ho lavato i piedi io, Signore e Maestro, dovete anche voi lavarvi i piedi l'un l'altro» (Giovanni 13,14).

  Consumato l'agnello pasquale, essi recitarono la preghiera solenne. Subito dopo, il maestro della mensa con due servi sparecchiarono la tavola; Gesù li pregò di por tare dell'acqua nel vestibolo.

Rimasto solo con gli apostoli, il Signore riprese a istruirli amorevolmente, parlò del suo regno, del suo ritorno al Padre e disse che lasciava a loro tutto quanto aveva. Poi parlò della penitenza, dell'esame di coscienza e della confessione dei peccati, del dolore e della purificazione.

Compresi che questo insegnamento aveva qualche relazione con la lavanda dei piedi. Vidi che tutti si erano profondamente pentiti dei loro peccati, tranne Giuda.

Quando ebbe finito di parlare, il Signore inviò Giovanni e Giacomo il Minore a prendere i catini d'acqua che i servitori avevano deposto nel vestibolo. Allorché i due apostoli gli portarono i catini, Gesù si cinse alla vita un asciugatoio e comandò agli apostoli che si ponessero a sedere in modo che egli potesse lavare loro i piedi.

Obbedienti, essi sedettero, dopo aver disposto le sedie a semicerchio secondo l'ordine in cui erano seduti a tavola. Mentre Gesù si cingeva con l'asciugatoio, gli apostoli si chiedevano quale fra loro sarebbe stato il più grande, per ché il Maestro era prossimo a lasciarli.

Gesù li riprese, dicendo che egli stesso era il loro servo e nessuno era più grande di un altro; poi li esortò a restare tranquilli.

Durante la lavanda dei piedi il cuore del Signore traboccava di amore e di carità verso i suoi apostoli. Quando giunse a Pietro, questi sobbalzò esclamando:

«Non mi laverai mai i piedi!».

Gli rispose Gesù:

«Se io non te li lavo, non sarai di me partecipe; più tardi capirai meglio quello che sto facendo!».

Sottovoce, mi sembrò che gli dicesse:

«Simone, tu hai meritato che il mio Padre celeste ti rivelasse chi veramente io sono e dove vado, tu solo lo hai professato e dichiarato; perciò io voglio edificare la mia Chiesa su di te e le porte dell'inferno non prevarranno mai su di essa. La mia forza resterà nei tuoi successori fino al la fine dei tempi».

Allora il Signore lo indicò agli apostoli come suo successore quando lui non ci sarebbe più stato.

A questo punto Pietro replicò:

«Signore, lavami i piedi, non solo, ma le mani e il capo»

Gesù aveva parlato della lavanda dei piedi quale purificazione dai peccati quotidiani, perché i piedi sono a con tatto continuo con la terra e soggetti a sporcarsi, se si cammina senza fare attenzione. Questo gesto del Signore, come tutti gli altri, aveva un profondo significato spirituale e valeva come assoluzione generale dei peccati. Ma Pietro vide nell'azione del Maestro un'umiliazione troppo grande; egli ignorava che entro breve Gesù si sarebbe umiliato perfino alla morte in croce.

Lavando i piedi a Simon Pietro, il Signore disse:

«Chi ha fatto il bagno, è già del tutto puro, e ha bisogno solo di lavarsi i piedi. Voi siete puri, ma non tutti!».

Pronunciate queste parole, il Redentore passò a lavare i piedi a Giuda. Oltremodo commosso, Gesù fece l'ultimo tentativo di salvarlo: abbassando il suo volto sui piedi del l'Iscariota, gli sussurrò di riflettere bene che cosa stesse per fare, perché già da un anno concepiva il tradimento. Giuda fingeva di non sentire e continuava a discutere con Giovanni; Pietro ne fu scandalizzato e lo richiamò:

«Giuda, il Maestro ti parla! »

E l'iscariota rispose evasivo:

«Signore, lungi da me ciò che pensi!».

Gli altri non avevano udito le parole di Gesù, perché ave va parlato sottovoce.

Il tradimento di Giuda fu il motivo del dolore più grande provato dal Signore nella sua passione.

Quando il Salvatore lavò i piedi a Giovanni e a Giacomo parlò dell'umiltà, disse che chi è servo di tutti è il grande, e che essi dovevano seguire il suo esempio e lavarsi i piedi reciprocamente.

Istituzione dell'Eucaristia.

Un antico rito d'accoglienza

«Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Giovanni 6,51).

Dopo la lavanda dei piedi, il maestro di mensa, eseguendo l'ordine del Signore, coprì la tavola con un panno su cui distese una tovaglia rossa, sopra ne mise una bianca traforata e quindi vi posò due anfore, una colma d'acqua e l'altra di vino.

Pietro e Giovanni presero la borsa contenente il calice di Serafia e la posero sulla tavola davanti a Gesù. Quasi mi sembrò che avessero trasportato un tabernacolo. Sulla tavola vidi anche un piatto ovale con tre pani azzimi, bianchi e sottili, striati a righe regolari.

Leggermente incisi da Gesù, essi erano stati coperti e posti accanto al resto del pane del banchetto pasquale. Vidi anche due vasetti, uno d'acqua e l'altro di vino, e tre piccoli contenitori, uno vuoto, uno contenente olio grasso e l'altro olio liquido.

Compresi che Gesù stava per istituire il santo sacramento dell'Eucaristia, prendendo spunto da un antico rito simbolico di amore fraterno.

Più tardi, fra i numerosi capi d'accusa, il Signore fu imputato dinanzi a Caifa di eresia per aver introdotto un nuovo rituale nelle celebrazioni pasquali. Ma Nicodemo, con le Scritture alla mano, provò che dividere il pane e bere allo stesso calice faceva parte di un'antica cerimonia d'accoglienza. Era un segno d'amore e di massimo riguardo verso gli ospiti; infatti la cerimonia, in uso nella tradizione giudaica, aveva luogo all'arrivo e alla partenza di questi ultimi.

Il posto del Signore a tavola era fra Giovanni e Pietro. Le porte erano state ben chiuse e l'atmosfera si fece intima e solenne; allora Gesù disse agli apostoli:

«Ho ardentemente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi prima di soffrire...».

Tolto il velo dal calice, il Signore pregò e parlò solennemente, spiegando il significato e lo svolgimento della celebrazione.

Poi benedisse il pane e gli oli ed elevò al cielo la patena con i pani azzimi, quale sublime offerta al Padre celeste.

Deposta la patena sull'altare, la ricoprì e prese il calice, nel quale Pietro versò il vino e Giovanni l'acqua, indi Gesù Io benedisse aggiungendovi dell'acqua con il cucchiaino.

Con indicibile amore, donando tutto se stesso, il Signore pregò e sollevò il calice per istituire il santissimo Sacramento.

Subito dopo, deposto il calice sull'altare, Gesù spezzò il pane che aveva segnato, pregò e mise i pezzettini sulla patena, lasciandone cadere uno nel calice.

Nello stesso istante vidi la santa Vergine che riceveva spiritualmente il Sacramento. Il Signore mi apparve trasfigurato, pregò e parlò di nuovo.

Mi parve che ogni parola da lui pronunciata penetrasse come un fuoco spirituale nel cuore degli apostoli.

Li vidi tutti estasiati nell'udire le parole del suo insegnamento, eccetto l'Iscariota.

Gesù prese la patena con i frammenti del pane e pronunziò le parole della consacrazione:

«Prendete e mangiate: questo è il mio corpo che dono a voi». Quando mise il pane sulla lingua degli apostoli, che si avvicinavano a due a due, vidi il volto di Giuda oscurarsi. Egli era stato il terzo a prendere il corpo di Cristo. Il Signore, posandogli il bocconcino sulla lingua, gli aveva sussurrato:

«Fai presto ciò che vuoi fare! »

Ogni cosa era circonfusa di luce, il pane scese nella bocca degli apostoli come un bocconcino luminoso, riempiendoli di gioia. Solo Giuda restava nella sala come un'ombra oscura e torbida. Mentre Gesù proferiva le parole del la consacrazione e Giovanni versava il sangue divino nelle sei coppe, una per ogni coppia di apostoli, il traditore uscì dal cenacolo e corse via. Vidi tre demoni che lo guidavano.