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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:L'umiltà non è altro che la verità. « Cosa posse­diamo, che non abbiamo ricevuto? », domanda San Paolo. Se ho ricevuto ogni cosa, che merito c'è da par­te mia? Se siamo convinti di questo, non leveremo mai in alto il capo con orgoglio. Se sarete umili, nulla vi toccherà, né lodi né ignominie, poiché sapete quel che siete. Se vi vedrete biasimati non vi deprimerete, se vi chiameranno santi non vi porrete sopra un piedistallo. Se siete santi, rendete grazie a Dio. Se siete pecca­tori, non rimanete in questa condizione.
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La Passione di Gesù dagli scritti della Beata Anna Caterina Emmerick



Quaresima

L'orribile flagellazione

Per calmare la plebaglia con una punizione che la impietosisse, Pilato diede ordine di flagellare Gesù, secondo l'uso romano, ma il popolaccio, aizzato dai farisei, continuava a gridare:

«Sia crocifisso!».

Fra il tumulto e il furore popolare Gesù fu condotto da gli sgherri sul piazzale.

Il Signore venne trascinato bruscamente vicino al corpo di guardia del pretorio, dove si trovava la colonna di marmo munita di anelli e ganci; essa era destinata esclusivamente alla flagellazione dei condannati. I sei flagellatori, che svolgevano la funzione di carnefici nel pretorio, provenivano dalle frontiere egiziane, erano bruni, bassi e tarchiati; seminudi e mezzo ebbrì, sembravano bestie assetate di sangue. Essi avevano nello sguardo qualcosa di diabolico; vicino a quella colonna avevano fustigato a morte molti altri condannati.

Benché il Salvatore non avesse opposto alcuna resistenza, venne trascinato con le funi, mentre i flagellatori gli assestavano pugni e calci.

Gli strapparono di dosso il manto derisorio di Erode e fecero quasi cadere il Signore a terra. Vidi Gesù tremare e rabbrividire davanti alla colonna. Egli stesso si tolse la veste con le mani gonfie e sanguinanti. Poi pregò e volse per un attimo lo sguardo verso la sua santa Madre immersa nel dolore.

Gesù si rivolse verso la colonna e, poiché lo avevano costretto a denudarsi completamente, disse ai suoi fustigatori: «Distogliete i vostri sguardi da me!». Non so se Gesù avesse pronunciato realmente queste parole, o fosse solo il suo pensiero, ma compresi che Maria aveva udito quel la frase perché svenne tra le braccia delle sue compagne.

I carnefici, senza cessare le loro orrende imprecazioni, legarono le mani di Gesù a un grande anello fissato alla sommità della colonna dell'infamia. Così facendo, gli tesero talmente le braccia al di sopra della testa che i piedi legati fortemente alla colonna non toccavano completa mente il suolo.

Due di quei bruti, assetati di sangue, iniziarono a flagellare il corpo immacolato di Gesù provocandogli i più atroci tormenti. Non mi è possibile descrivere nei parti olari le tremende atrocità inflitte a nostro Signore.

Le prime verghe di cui si servirono gli aguzzini erano strisce di color bianco, sembravano fatte di legno durissimo o nervi di bue.

Dorso, gambe e braccia venivano lacerati sotto i pesanti colpi del flagello, finché la pelle a brandelli col sangue schizzò al suolo. I gemiti dolorosi di Gesù sofferente era no soffocati dal clamore della plebaglia e dei farisei, che continuavano a gridare:

«Fatelo morire! Crocifiggetelo! ».

Per imporre il silenzio, e continuare a parlare al popolo, Pilato faceva suonare una tromba. Allora sulla piazza si udivano solo le sue parole, accompagnate dall'orribile sibilo della frusta e dai gemiti del Signore, come anche dalle imprecazioni degli ebbri carnefici.

Particolare commozione suscitavano i belati lamentosi degli agnelli pasquali mentre venivano lavati nella Piscina delle Pecore; il loro innocente belato si confondeva con i lamenti di Gesù.

La maggior parte del popolo manteneva una certa di stanza dal luogo della flagellazione, solo alcuni andavano e venivano dai paraggi della colonna per insultare il Signore. Altri si erano commossi; vidi su questi aleggiare un raggio di luce.

Giovani infami preparavano verghe fresche presso il corpo di guardia, altri cercavano rami spinosi per intrecciare la corona di spine.

I servi dei sacerdoti avevano regalato denaro ai flagellatori e avevano dato loro delle brocche colme di un liquore rosso, del quale bevvero fino a ubriacarsi.

Dopo un quarto d'ora i carnefici che avevano flagellato Gesù furono Sostituiti da altri due. Questi ultimi si avventarono contro Gesù con cieco furore, usando anche bastoni nodosi con spine e punte. I colpi dei loro flagelli la ceravano la carne del Signore fino a farne sprizzare il sangue sulle braccia dei carnefici. Presto quel santo corpo fu ricoperto di macchie nere e rosse, il sangue colava a terra ed egli si muoveva in un tremito convulso, tra ingiurie e dileggi.

Intanto si trovavano a passare per il foro diversi stranieri sui cammelli; li vidi guardare con angoscia e commozione quella scena orribile. Tra i viaggiatori c'erano alcuni battezzati da Giovanni e altri che avevano udito il sermone della montagna.

La notte era stata insolitamente fredda e il cielo era rimasto coperto; con grande meraviglia della gente, durante la mattinata era caduta la grandine.

La terza coppia di carnefici si avventò con maggior foga delle altre sul corpo martirizzato di Gesù. Per la fustigazione essi si servirono di cinghie munite di uncini di ferro.

Eppure la loro rabbia diabolica non si placò. Gesù venne slegato e poi di nuovo legato, questa volta col dorso contro la colonna. Poiché il Signore non poteva più reggersi, gli passarono delle corde sul petto e lo legarono con le mani dietro la colonna. Ripresero così a fustigarlo. Gesù aveva il corpo ridotto a un'unica piaga e guardava i suoi carnefici con gli occhi pieni di sangue, come se implorasse la grazia. Ma, in risposta ai suoi flebili gemiti, la loro furia aumentò e uno dei carnefici lo colpì al viso con un'asta più flessibile.

L'orribile flagellazione durava già da tre quarti d'ora, quando uno straniero d'infima classe, parente di un cieco sanato da Gesù, si precipitò dietro la colonna con un coltello a forma di falce e gridò con voce indignata:

«Fermatevi! Non colpite quest'innocente fino a farlo morire! ».

Approfittando dello stupore dei carnefici ebbri, lo straniero recise le corde annodate dietro la colonna e subito disparve tra la folla. Gesù cadde al suolo in mezzo al suo sangue; gli aguzzini lo lasciarono e se ne andarono a bere. Il Signore, sanguinante e coperto di piaghe, si trovava di steso ai piedi della colonna, quando vidi due prostitute dall'aria sfrontata avvicinarsi a lui. Queste donne di malaffare si tenevano per mano, lo guardarono e ne ebbero un moto di disgusto. Gesù levò verso di loro il suo capo sofferente e il dolore si fece più straziante. Esse si affrettarono ad allontanarsi, accompagnate dalle parole indecenti del le guardie e degli aguzzini.

Durante l'orribile flagellazione avevo udito la preghiera con la quale Gesù si offriva al Padre per espiare i peccati del mondo. Avevo visto degli angeli piangenti vicino a lui. Mentre il Signore giaceva immerso nel suo sangue, un cherubino ai piedi della colonna gli mise sulla lingua un boccone lucente.

Al loro ritorno i flagellatori lo presero a calci per farlo rialzare. Gesù, strisciando, fece per riprendersi la fascia che gli aveva cinto i fianchi, ma i carnefici gliela spingevano sempre più lontana, costringendolo a contorcersi al suolo nel suo sangue e a strisciare come un verme; tutto questo avveniva tra i fischi, i motti e gli insulti della gente. Infine lo rimisero in piedi, gli gettarono la veste sulle spalle e lo sospinsero frettolosamente verso il corpo di guardia. Con la veste egli si asciugava il sangue che gli fuoriusciva copioso dal volto.

Invece di condurlo attraverso i porticati, i carnefici lo fecero passare davanti ai sommi sacerdoti, i quali, appena lo videro, gridarono:

«A morte!», e distoglievano il capo con disgusto.

Gesù fu fatto passare per la corte interna del corpo di guardia; in quel momento non c'erano soldati ma solo schiavi e miserabili della peggiore specie.

Quando la crudele flagellazione ebbe fine erano circa le nove del mattino.

Poiché il popolo era in grande agitazione, Pilato fece interveniré la guarnigione della fortezza Antonia. I soldati, schierati intorno al corpo di guardia, si prendevano beffa di Gesù e ridevano divertiti senza uscire dai ranghi.