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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:In fatto di religione io sto col Papa e col Papa intendo di rimanere da buon cattolico sino alla morte.
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Meditazioni sulla Passione di Sant'Alfonso Maria de Liguori



Quaresima

CAPITOLO XVI. Dell'amore del Figlio di Dio in aver voluto morire per noi

Invocazione a Gesù ed a Maria

O Salvatore del mondo, o Amore dell'anime, o Signore il più amabile fra tutti gli oggetti, voi colla vostra Passione siete venuto a guadagnarvi i nostri cuori con dimostrarci l'affetto immenso che ci portate, consumando una Redenzione che a noi apportò un mar di benedizioni, ed a voi costò un mare di pene e d'ignominie. Voi a questo fine principalmente avete istituito il SS. Sacramento dell'altare, acciocchè noi avessimo una continua memoria della vostra Passione: Perché rimanesse in noi perenne la memoria di un beneficio così grande, lasciò ai fedeli il suo corpo in cibo, dice S. Tommaso. E prima già lo disse S. Paolo: Ogni volta, infatti, che mangiate di questo pane, voi annunziate la morte del Signore (1 Cor 11, 26). Voi, con tali prodigi d'amore, già avete ottenuto da tante anime sante che, consumate dalle fiamme della vostra carità, rinunziassero a tutti i beni della terra, per dedicarsi tutte ad amar solo voi, amabilissimo Signore. Deh fate dunque, o Gesù mio, ch'io sempre mi ricordi della vostra Passione; e ch'io ancora misero peccatore, vinto una volta al fine da tante finezze amorose, mi renda ad amarvi, ed a rendere col mio povero amore qualche segno di gratitudine all'amare eccessivo che voi, mio Dio e mio Salvatore, mi avete portato. Ricordatevi, Gesù mio, ch'io sono una di quelle vostre pecorelle, per cui salvare voi siete venuto in terra a sacrificare la Vostra vita divina. Io so che voi, dopo avermi redento colla vostra morte, non avete lasciato d'amarmi, ed ora avete per me lo stesso amore che, per vostra bontà, mi portavate morendo per me. Non permettete ch'io viva più ingrato a voi, mio Dio, che tanto meritate d'essere amato e tanto avete fatto per essere amato da me.

E voi, o Santissima Vergine Maria, voi che aveste sì gran parte nella Passione del vostro Figlio, deh per li meriti dei vostri dolori impetratemi la grazia di provare un saggio di quella compassione che tanto vi afflisse nella morte di Gesù; ed ottenetemi una scintilla di quell'amore, che operò tutto il martirio del vostro Cuore addolorato. Amen.

Rapisca la mia mente, Signore Gesù, la dolce e ardente forza del tuo amore, affinché io muoia per amore tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amore mio (S. Francesco).



1. Ecco il tuo tempo, tempo dell'amore... E sei diventata di una bellezza straordinaria (cf Ez 16, 8, 13). Quanto dobbiamo al Signore noi Cristiani, che ci ha fatti nascere dopo la venuta di Gesù Cristo! Il tempo nostro non è più tempo di timore, come era quello degli Ebrei, ma tempo di amore, avendo veduto un Dio morto per la nostra salute (salvezza) e per essere amato da noi. E' di fede, che Gesù ci ha amati, e per nostro amore si è dato alla morte: Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi (cf Ef 5, 2). E chi mai avrebbe potuto far morire un Dio onnipotente, se egli stesso volontariamente non avesse voluto dar la vita per noi? Io offro la mia vita... Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso (Gv 10, 17-18). Perciò nota S. Giovanni che Gesù nella sua morte ci diede l'ultima prova che potea darci del suo amore: Dopo aver amato i suoi... li amò sino alla fine (Gv 13, 1). Gesù nelle sua morte, dice un divoto autore, ci diede il segno più grande del suo amore, dopo cui non gli restò che fare per dimostrarci quanto ci amava.

Amato mio Redentore, voi per amore vi siete donato tutto a me: io per amore mi dono tutto a voi. Voi per la mia salute (salvezza) avete data la vita: io per la vostra gloria voglio morire quando e come vi piace. Voi non avete avuto più che fare per acquistarvi il mio amore: ma io ingrato vi ho cambiato per niente.

Gesù mio, me ne pento con tutto il cuore, perdonatemi voi per la vostra Passione; ed in segno del perdono datemi l'aiuto per amarvi. Io sento in me, per vostra grazia, un gran desiderio di amarvi, e risolvo d'esser tutto vostro; ma vedo la mia fiacchezza e vedo i tradimenti che vi ho fatti; voi solo potete soccorrermi e rendermi fedele. Aiutatemi, amor mio; fate che io v'ami e niente più vi domando.

2. Dice il B. Dionisio Cartusiano che la Passione di Gesù Cristo fu chiamata un eccesso: Chiamavano il suo eccesso quello che avrebbe dovuto portare a compimento in Gerusalemme, perché fu un eccesso di pietà e d'amore. Oh Dio! e qual fedele potrebbe vivere senza amar Gesù Cristo, se spesso meditasse la sua Passione? Le piaghe di Gesù, dice S. Bonaventura, perché son piaghe d'amore, son dardi e fiamme che feriscono i cuori più duri ed accendono le anime più gelate.

Il B. Errico Susone un giorno, per imprimersi maggiormente nel cuore l'amore verso Gesù appassionato, prese un ferro tagliente e si scolpì a caratteri di ferite sopra del petto il nome del suo amato Signore; e stando così bagnato di sangue se ne andò poi alla Chiesa, e prostrato avanti il Crocefisso gli disse: « O Signore, unico amore dell'anima mia, rimirate il mio desiderio: io avrei voluto scrivervi più dentro al mio cuore, ma non posso. Voi che potete il tutto, supplite quello che manca alle mie forze, e nel più profondo del mio cuore imprimete il vostro nome adorato sì che non si possa cancellare in esso nè il vostro nome nè il vostro amore ».

Il mio diletto è candido e rubicondo, scelto tra migliaia (cf Ct 5, 10). O Gesù mio, voi siete tutto candido per la vostra illibata innocenza; ma state poi su questa croce tutto rubicondo di piaghe sofferte per me. Io vi eleggo per unico oggetto del mio amore. E chi voglio amare, se non amo voi? Quale oggetto fra tutti io posso trovare più amabile di voi, mio Redentore, mio Dio, mio tutto? V'amo, o Signore amabilissimo, v'amo sopra ogni cosa. Fate voi ch'io vi ami con tutto il mio affetto e senza riserba.

3. Se conoscessi il mistero della croce! Disse S. Andrea al tiranno! O tiranno, ei volle dire, se tu intendessi l'amore che ti ha portato Gesù Cristo in voler morire su di una croce per salvarti, tu lasceresti tutti i tuoi beni e speranze terrene, per darti tutto all'amore di questo tuo Salvatore. Lo stesso dee dirsi a quei fedeli che credono bensì la Passione di Gesù, ma poi non ci pensano.

Ah che se tutti gli uomini pensassero all'amore che Gesù Cristo ci ha dimostrato nella sua morte, chi mai potrebbe non amarlo? Egli, l'amato Redentore, dice l'Apostolo, a questo fine è morto per noi: acciocché coll'amore dimostratoci nella sua morte si facesse padrone dei nostri cuori: Per questo Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi. Sia che moriamo, sia che viviamo siamo dunque del Signore (Rm 8, 19, 18). O dunque moriamo o viviamo è giusto che siamo tutti di Gesù che a tanto costo ci ha salvati. Oh chi potesse dire come dicea l'innamorato S. Ignazio martire che ebbe la sorte di dar la vita per Gesù Cristo. Vengano sopra di me le fiamme, le croci, le fiere e tutti i tormenti, purché io faccia acquisto e mi goda Gesù Cristo mio.

O caro mio Signore, voi siete morto per acquistare l'anima mia; ma che ho fatto io per far acquisto di voi bene infinito! Ah Gesù mio, quante volte vi ho perduto per niente! Misero io già conosceva che perdeva la vostra grazia col mio peccato, conosceva che vi dava un gran disgusto, e pure l'ho fatto! Mi consolo che ho da fare con una bontà infinita che si scorda delle offese, allorché un peccatore si pente e l'ama. Sì, mio Dio, mi pento e v'amo. Deh perdonatemi voi e voi dominate da oggi innanzi in questo mio cuore ribelle. Io a voi lo consegno: a voi mi dono tutto intieramente. Ditemi quel che volete, che io tutto lo voglio fare. Sì, mio Signore, vi voglio amare, vi voglio contentare in tutto; datemi forza voi, e spero di farlo.

4. Gesù colla sua morte non ha finito di amarci; egli ci ama e ci va cercando collo stesso amore con cui venne dal cielo a cercarci ed a morire per noi. E' celebre la finezza d'amore che dimostrò il Redentore a S. Francesco Saverio allorché viaggiando questi per mare, in una tempesta gli fu tolto da un'onda il suo Crocifisso. Arrivato poi il santo al lido, stava mesto ed anelava di ricuperare l'immagine del suo amato Signore; ed ecco che vide un granchio che veniva alla sua volta col Crocifisso inalberato tra le sue branche. Egli allora gli andò all'incontro e con lagrime di tenerezza e d'amore lo ricevè e se lo strinse al petto.

Oh con quale amore va Gesù a quell'anima che lo cerca! Buono è il Signore... con l'anima che lo cerca (Lam 3, 25), ma a quell'anima che lo cerca con vero amore. Ma posson pensare di aver questo vero amore coloro che ricusano le croci che sono loro inviate dal Signore? Cristo non cercò di piacere a se stesso (Rm 15, 3). Cristo, espone Cornelio a Lapide, non servì la propria volontà, ma offrì tutto questo e la propria vita per la nostra salvezza. Gesù per amor nostro non cercò piaceri terreni, ma cercò le pene e la morte con tuttochè era innocente: e noi che cerchiamo per amore di Gesù Cristo? Si lamentava un giorno S. Pietro martire, stando in carcere per una ingiusta accusa che gli era stata fatta, e diceva: « Ma, Signore, che ho fatto io che ho da patire questa persecuzione? ». Gli rispose il Crocifisso: « Ed io che male ho fatto che ho dovuto stare su questa croce? ».

O mio caro Salvatore, diceste che male avete fatto? Ci avete troppo amati, mentre per amor nostro avete voluto tanto patire. E noi, che per li peccati nostri meritavamo l'inferno, ricuseremo di patire quello che voi volete per nostro bene? Voi, Gesù mio, siete tutto amore con chi vi cerca. Io non cerco le vostre dolcezze e consolazioni: cerco solo voi e la vostra volontà. Donatemi il vostro amore, e poi trattatemi come vi piace. Abbraccio tutte le croci che mi manderete, povertà, persecuzioni, infermità, dolori; liberatemi solo dal male del peccato, e poi caricatemi d'ogni altro male. Tutto sarà poco a confronto dei mali che voi avete sofferti per amor mio.

5. Dice S. Bernardo che per liberare lo schiavo il Padre non ha perdonato al Figlio e il Figlio non ha perdonato a se stesso. E dopo un tanto amore verso gli uomini vi potrà essere uomo che non ami questo Dio sì amante? Scrisse l'Apostolo, che Gesù è morto per tutti noi, affinché noi vivessimo solo a lui ed al suo amore (cf 2 Cor 5, 15). Ma oimè, che la maggior parte degli uomini, dopo esser morto per essi un Dio, vivono ai peccati, al demonio e non a Gesù Cristo! Dicea Platone che l'amore è calamita dell'amore. E Seneca replicava: Ama se vuoi essere amato. E Gesù, che morendo per gli uomini sembra che sia impazzito per nostro amore - dice S. Gregorio - come va che dopo tanti contrassegni d'amore non ha potuto tirarsi i nostri cuori? Come, con amarci tanto, non è ancor giunto a farsi amare da noi?

Oh che vi amassero tutti gli uomini, Gesù mio amabilissimo! Voi siete un Dio degno di un amore infinito. Ma povero mio Signore, permettetemi che così vi chiami, voi siete così amabile, voi avete fatto e patito tanto per essere amato dagli uomini, ma quanti poi son quelli che vi amano? Vedo quasi tutti gli uomini applicati ad amare chi i parenti, chi gli amici, chi le carogne, le ricchezze, gli onori, i piaceri, e chi anche le bestie: ma quanti sono quelli che amano voi, amabile infinito? O Dio, son troppo pochi, ma fra questi pochi voglio essere io misero peccatore che un tempo anche vi ho offeso con amare il fango e partendomi da voi; ma ora v'amo e vi stimo sopra ogni bene e solo voi voglio amare. Perdonatemi, Gesù mio, e soccorretemi.

6. Dunque, o Cristiano, dicca S. Cipriano, Dio è contento di te sino a morire per acquistarsi il tuo amore, e tu non sarai contento di Dio, sì che amerai altri oggetti fuori del tuo Signore?

Ah no, mio amato Gesù, io non voglio altro amore in me che non sia per voi; io di voi son contento: rinunzio a tutti gli altri affetti, mi basta solo il vostro amore. Sento che voi mi dite: Mettimi come sigillo sul tuo cuore (Ct 8, 6). Sì, Gesù mio crocifisso, io vi pongo e ponetevi ancora voi per suggello sopra del mio cuore, acciocché resti chiuso ad ogni altro affetto che non tende a voi. Per lo passato vi ho disgustato per altri amori, ma al presente non ho pena che più mi affligga che il ricordarmi di aver coi miei peccati perduto il vostro amore. Per l'avvenire: chi più dal vostro amore mi dividerà? (cf Rm 6, 35).

No, mio amabilissimo Signore, dopo che mi avete fatto conoscere l'amore che mi avete portato, io non mi fido di vivere più senza amarvi. V'amo, amor mio crocifisso; v'amo con tutto il cuore, e vi do quest'anima mia tanto cercata ed amata da voi. Deh per li meriti della vostra morte, che con tanto dolore separò l'anima vostra benedetta dal vostro corpo, distaccatemi da ogni amore che può impedirmi l'essere tutto vostro e di amarvi con tutto il mio cuore.

Maria, speranza mia, aiutatemi voi ad amare solo il vostro dolcissimo Figlio, sì che io possa con verità sempre replicare in tutta la mia vita: L'amore mio è stato crocifisso. L'amore mio è stato crocifisso. Amen.

Orazione di S. Bonaventura

O Gesù che per me non avete perdonato a voi stesso, imprimete in me la vostra Passione, acciocché io dove mi volti, miri le vostre piaghe e non trovi altro riposo che in voi e nel meditare le vostre pene. Amen.

Frutti che si ricavano dal meditare la Passione di Gesù Cristo

1. L'amante dell'anime, il nostro amantissimo Redentore, dichiarò che non ebbe altro fine in venire in terra a farsi uomo, che di accendere fuoco di santo amore nei cuori degli uomini: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso (Lc 12, 49). Ed oh che belle fiamme di carità ha egli accese in tante anime, specialmente colle pene che elesse di patir nella sua morte, affin di dimostrarci l'amore immenso che per noi conserva! Oh quanti cuori felici, nelle piaghe di Gesù, come in tante fornaci d'amore, si sono talmente infiammati ad amarlo che non hanno ricusato di consacrargli i beni, la vita e tutti se stessi, superando con gran coraggio tutte le difficoltà che loro si attraversavano nell'osservanza della divina legge, per amore di quel Signore che, essendo Dio, volle tanto soffrire per loro amore! Questo fu appunto il consiglio che ci diè l'Apostolo per non mancare, e per correre speditamente nella via del cielo: Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sè una così grande ostilità da parte dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo (Eb 12, 3).

2. Perciò l'innamorato S. Agostino, stando a vista di Gesù impiagato sulla croce, così dolcemente pregava: Scrivi, o mio amantissimo Salvatore, scrivi sopra il mio cuore le tue piaghe, acciocché in quelle io legga sempre il vostro dolore e il vostro amore; sì, perché avendo avanti gli occhi miei il gran dolore che voi, mio Dio, soffriste per me, io soffrirò con pace tutte le pene che mai mi occorrerà di patire; ed a vista del vostro amore, che mi avete dichiarato sulla croce, io non amerò nè potrò amare altri che voi.

3. E da che mai i santi han preso animo e fortezza a soffrire i tormenti, i martiri e le morti, se non dalle pene di Gesù crocifisso? S. Giuseppe da Leonessa cappuccino, vedendo che altri volevano legarlo con funi per un taglio doloroso nel corpo, che gli dovea dare il cerusico, egli si prese nelle mai il suo Crocifisso e disse: « Che funi, che funi! ecco i miei legami: questo mio Signore inchiodato per amor mio; Egli coi suoi dolori mi stringe a sopportare ogni pena per amor suo ». E così soffri il taglio senza lagnarsi, vedendo Gesù che come pecora muta di fronte ai suoi tosatori non aprì la sua bocca (Is 53, 7).
Chi mai potrà dire che patisce a torto, mirando Gesù che è schiacciato per le nostre iniquità? (ivi, 5). Chi mai potrà ricusar di ubbidire per cagion di qualche incomodo, essendo Gesù fattosi obbediente fino alla morte? (Fil 2, 8). Chi potrà ricusar le ignominie, vedendo Gesù trattato da pazzo, da re di burla, da ribaldo, schiaffeggiato, sputato in faccia ed appeso ad un patibolo infame?

4. Chi potrà poi amare altro oggetto che Gesù, vedendolo morire fra tanti dolori e disprezzi, affine di cattivarsi il nostro amore? Un divoto solitario pregava Dio ad insegnargli che cosa potesse fare per amarlo perfettamente; gli rivelò il Signore che per giungere al suo perfetto amore non vi era esercizio più atto che meditare spesso la sua Passione. Piangeva S. Teresa e si lagnava di alcuni libri che le avevano insegnato a lasciar di meditare la Passione di Gesù Cristo, perché poteva ciò esser d'impedimento alla contemplazione della Divinità; onde poi la santa esclamava: « O Signore dell'anima mia, o Ben mio Gesù crocifisso, non mi ricordo mai di questa opinione, che non mi sembri di aver fatto un gran tradimento. Ed è possibile che voi, Signore, mi aveste ad essere impedimento a maggior bene? E donde mi vennero tutti i beni, se non da voi? ». E poi soggiunge: « Ho veduto che per contentare Dio, e perché ci faccia grazie grandi, egli vuole che passi ciò per le mani di questa umanità sacratissima, nella quale disse sua divina maestà di compiacersi ».

5. Quindi diceva il P. Baldassarre Alvarez che l'ignoranza dei tesori che abbiamo in Gesù, era la rovina dei Cristiani; onde la meditazione della Passione di Gesù Cristo era la sua più diletta ed usata, meditando in Gesù specialmente tre suoi patimenti, la povertà, il dispregio, e il dolore; ed esortava i suoi penitenti a meditare spesso la Passione del Redentore, dicendo che non pensassero di aver fatta cosa alcuna, se non arrivassero a tener sempre fisso nel cuore Gesù crocifisso.

6. Chi vuole, insegna S. Bonaventura, crescere sempre di virtù in virtù, di grazia in grazia, mediti sempre Gesù appassionato. Ed aggiunge che non vi è esercizio più utile per rendere un'anima santa, che considerare spesso le pene di Gesù Cristo.

7. Inoltre diceva S. Agostino che vale più una sola lagrima sparsa per memoria della Passione di Gesù, che un pellegrinaggio sino a Gerusalemme ed un anno di digiuno in pane ed acqua. Sì, perché a tal fine il nostro amante Salvatore ha patito tanto, acciocchè vi pensassimo; poiché pensandovi non è possibile non infiammarsi nel divino amore: L'amore di Cristo ci spinge (2 Cor 5, 14). Gesù da pochi è amato, perché pochi son quelli che considerano le pene che ha patito per noi; ma chi le considera spesso, non può vivere senz'amare Gesù: L'amore di Cristo ci spinge. Si sentirà talmente stringere dal suo amore che non gli sarà possibile resistere a non amare un Dio così innamorato che tanto ha patito per farsi amare.

8. Perciò l'Apostolo dicea ch'egli non volea saper altro che Gesù e Gesù crocifisso, cioè l'amore ch'esso ci ha dimostrato sulla croce (cf 1 Cor 2, 2). Ed in verità, da quali libri noi meglio possiamo apprendere la scienza dei santi, che è la scienza di amare Dio, che da Gesù crocifisso? Il gran servo di Dio Fra Bernardo da Corlione cappuccino non sapendo leggere, i suoi religiosi voleano istruirvelo; egli se n'andò a consigliare col Crocifisso, ma Gesù gli rispose dalla croce: « Che libri! che leggere! Ecco io sono il tuo libro, dove sempre puoi leggere l'amore che t'ho portato ». O gran punto da considerarsi in tutta la vita e per tutta l'eternità: un Dio morto per nostro amore! un Dio morto per nostro amore! O gran punto!

9. Un giorno S. Tommaso d'Aquino visitando S. Bonaventura gli dimandò di qual libro più si fosse servito per registrar tante belle dottrine che egli avea scritte. S. Bonaventura gli dimostrò l'immagine del Crocifisso, tutta annerita per tanti baci che 1'avea dati, dicendo: « Ecco il mio libro, da cui ricavo tutto ciò che scrivo; egli mi ha insegnato tutto quel poco che ho saputo ». Tutti i santi in somma hanno appresa l'arte d'amare Dio dallo studio del Crocifisso. Fra Giovanni d'Alvernia ogni volta che mirava Gesù impiagato, non poteva trattenere le lagrime. Fra Giacomo da Tuderto, sentendo leggere la Passione del Redentore, non solo piangeva dirottamente, ma prorompeva in urli, sopraffatto dall'amore da cui sentivasi infiammato verso l'amato Signore.

10. Il P. S. Francesco in questo dolce studio del Crocifisso divenne quel gran serafino. Egli lagrimava sì continuamente nel meditare le pene di Gesù Cristo, che avea perduto quasi affatto la vista. Una volta., ritrovato che gridava piangendo, fu domandato che avesse. «E che voglio avere? rispose il santo, piango i dolori e gli affronti dati al mio Signore; e cresce, soggiunse, la mia pena, in vedere gli uomini ingrati che non l'amano e ne vivono scordati ». Ogni volta poi che udiva belare un agnello si sentiva ferire dalla compassione, pensando alla morte di Gesù, Agnello immacolato, svenato sulla croce per li peccati del mondo. E perciò l'innamorato santo non sapeva esortare con maggior premura altra cosa ai suoi frati che lo spesso ricordarsi della Passione di Gesù.

11. Ecco il libro dunque, Gesù crocifisso, che se da noi ancora sarà spesso letto, noi ancora resteremo da una parte bene ammaestrati a temere il peccato, e dall'altra infiammati ad amare un Dio così amante, leggendo in quelle piaghe la malizia del peccato che ha ridotto un Dio a soffrire una morte sì amara per soddisfare la divina giustizia; e l'amore che ci ha palesato il Salvatore in voler tanto patire per farci intendere quanto egli ci amava.

12. Preghiamo la divina madre Maria, acciocchè ci ottenga dal Figlio la grazia di entrare ancor noi in quelle fornaci d'amore dove ardono tanti cuori innamorati: affinché, restando ivi consumati tutti i nostri affetti terreni, possiamo ancor noi bruciare di quelle felici fiamme che rendono le anime sante in terra e beate in cielo. Amen.