Santo Rosario on line

Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Desideriamo pure, anime cristiane, o l’amore, o la morte; perché la vita senza amore è peggiore assai più della stessa morte.
font

Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

IL SERVO DEL SIGNORE: L'UOMO DEI DOLORI


Parola di Dio
"Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.

Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.

Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.

Maltrattato, si lasciò umiliare e non apri la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non apri la sua bocca...

Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte... Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.

Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini" (Is 53,3-12).

Per la comprensione
- Nel libro del profeta Isaia troviamo quattro brani lirici, detti "i canti del servo di Jahvè": descrivono la missione di un servo misterioso, salvatore del suo popolo e luce di tutte le nazioni; Egli con le sue sofferenze e la sua morte espia i peccati del popolo e per questo è glorificato da Dio.

- Tutta l'antica tradizione cristiana vede nel "servo sofferente" Gesù Cristo, descritto drammaticamente nella sua Passione e glorificazione. Gesù stesso lo applica a se stesso (Cf. Lc 22,19-20.37; Mc 10,45; Mt 12,17-21; Gv 1,29).

Per noi il carme di Isaia è la più dettagliata e drammatica profezia della Passione: meditando questo carme, scrive san Girolamo, "non pare che si scriva una profezia, ma il Vangelo".

Rifletti
- Gesù è descritto come "l'uomo dei dolori", uno che ha sperimentato ogni sorta di sofferenze e umiliazioni: disprezzato, rifiutato, è stato annoverato tra gli empi; è diventato uno che fa ribrezzo.

- Egli si è caricato delle nostre sofferenze, ha sperimentato i nostri dolori. Ha sofferto per noi, è stato trafitto per i nostri peccati; il Signore fece ricadere su di Lui le nostre iniquità, mentre Egli intercedeva per i peccatori; per le sue piaghe siamo stati guariti. Ha sofferto volontariamente: si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca, come agnello silenzioso condotto al macello.

- Ma Dio ha premiato la sua immolazione: si compirà per mezzo suo il progetto di salvezza di Dio, vedrà una discendenza, vedrà la luce, avrà in premio le moltitudini.

- La meditazione di questo canto di Isaia ha sempre commosso profondamente le anime innamorate di Gesù Crocifisso. Fanne spesso anche tu oggetto delle tue meditazioni.

Confronta
- Gesù è l'uomo dei dolori. Nelle prove pensa che Gesù ha sofferto più di te. Quando ti capita un'umiliazione, ricorda le umiliazioni del Figlio di Dio. E rifletti che Gesù ha sofferto dolori e umiliazioni volontariamente: poteva evitarli, se avesse voluto. Ricorda che Gesù ha sofferto per te. Quando sei tentato dal male, pensa quanto è costato al Signore il tuo peccato.

- Come per Gesù, anche per te, dopo la prova, ci sarà il premio, la vita, la gloria: il cammino cristiano non finisce sul Calvario, ma sul monte dell'Ascensione. Il dolore, accettato con amore, è un seme fecondo, che porta frutto abbondante.

Pensiero di san Paolo della Croce: Paolo "stando in gran raccoglimento vide un angelo andargli avanti con una croce d'oro, ed il Signore internamente gli disse: «Ti voglio fare un altro Giobbe»" (P.1, 126).