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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Il fuoco dell'amore è più santificante di quello del purgatorio.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

QUINTA PAROLA: HO SETE


Parola di Dio
"Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca" (Gv 19,28-29).

"Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere»" (Gv 4,7).

Per la comprensione
- La quinta parola di Gesù è collegata strettamente alla quarta: continuando la preghiera del Salmo 22, "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonati Gésù arriva alle parole: "È arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola" e allora, bruciato dalla sete, emette un gemito pietoso: "Ho sete". La sete era uno dei tormenti più atroci dei crocifissi, a causa del progressivo dissanguamento, della privazione di ogni bevanda, della febbre altissima.

- Solo i soldati potevano intervenire sui crocifissi. Un soldato pietoso che sta seguendo con disagio la morte atroce di questo misterioso Crocifisso, inzuppa una spugna nella "posca", una miscela di acqua e aceto usata dai soldati per dissetarsi e issatala sopra un bastoncino l'accosta alle labbra di Gesù. Un gesto pietoso in un mare di violenza e di odio.

Rifletti
- Gesù, dopo aver invocato la compassione del Padre, "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato", invoca la pietà degli uomini: "Ho sete". È davvero l'ultimo degli uomini, bisognoso di tutti, abbandonato da tutti. I tormenti di Gesù sono come un mare sconfinato senza sponde; non gli è stato risparmiato alcun tormento.

- Ma al di là della sete fisica, reale e atroce, dobbiamo vedere un'altra sofferenza, un'altra sete in Gesù: la sete della salvezza delle anime, la sete di fare sino in fondo la volontà del Padre. A Pietro che voleva opporsi con la spada al suo arresto, aveva detto: "Non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?" (Gv 18,11). Giovanni stesso suggerisce un'interpretazione più profonda, quando introduce l'episodio con queste parole: "Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete»". Gesù sa di aver dato tutto e che la sua missione di Salvatore è compiuta; per questo grida agli uomini la sua grande sete: ha sete di vuotare fin in fondo il calice della sua Passione, ha sete delle anime, vuole che nessuno si perda.

- Dio Amore ha amato "fino alla fine", fino all'eccesso e ha sete dell'amore delle sue creature; le vuole attirare tutte a sé, le vuole tutte salve. Per questo un giorno aveva esclamato: "C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angustiato, finché non sia compiuto" (Le 12,49). È lo stesso motivo per cui aveva agonizzato e sudato sangue nel Getsemani.

- Gesù ha comunicato questa sua sete ai grandi Santi: sete di Dio, sete delle anime. San Paolo della Croce scriveva: "Vorrei incenerirmi d'amore. Vorrei essere tutto fuoco d'amore; più, più: vorrei cantare nel fuoco dell'amore e magnificare le grandi misericordie dell'Amore increato. Spasimare di desiderio di amare ancor più questo grande Dio, è poco; 'incenerirmi per Lui, è poco... Ma avvertite che voglio bere ai mari di fuoco d'amore. Vorrei che venisse in noi tanto fuoco di carità, fino a bruciare non solo chi ci passa vicino, ma anche i popoli lontani" (L. I, 296.315). Amare l'Amore e diffondere questo fuoco d'amore: così anch'io posso dissetare Gesù.

Confronta
- Gesù ha avuto tanta sete del tuo amore, della tua salvezza: quale amore hai per Lui? Devi desiderare ardentemente di amarlo e di farlo amare, per fare della tua vita un continuo atto d'amore. Ripeti spesso: "Come il cervo assetato anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio! L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando vedrò il tuo volto?" (Sal 42,23).

- Il mio cuore spesso ha sete di cose che non possono appagarlo: gli onori, i successi, le ricchezze, i piaceri, le creature non possono soddisfarlo pienamente. Sant'Agostino lo aveva sperimentato e per questo esclamava: "Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te".

Pensiero di san Paolo della Croce: "Vi raccomando sempre più di starvene nel sacro deserto interiore in vera solitudine di fede e d'amore, in sacro silenzio. Cibatevi di Gesù; bevete il suo Sangue prezioso, levatevi la sete al Calice di Gesù, ma più berrete, più avrete sete" (L. Il, 719).