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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:A volte il Signore ritarda nell'esaudire le tue preghiere, ma Egli non ti lascia mai a mani vuote. Se qualche volta hai chiesto e non ottenuto, Gesù ti esorta di non darti per vinto e di continuare a pregare. La preghiera è già una grande grazia. La preghiera trasforma sempre la tua realtà. Se non cambiano le cose attorno a te, cambia il tuo cuore. Attraverso la preghiera, la grazia di Dio sostiene le nostre vicende e riempie il nostro tempo come se fosse un laboratorio in cui aiutiamo lo Spirito Santo a scolpire nel nostro cuore il volto di Cristo.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

GESÙ DAVANTI A ERODE


Parola di Dio
"Pilato domandò se (Gesù) era Galileo e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme. Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo scherni, poi lo rivesti di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro" (Le 23, 4-12).

Per la comprensione
- Erode era figlio di Erode il grande, che aveva insidiato la vita di Gesù Bambino. Governò la Galilea per oltre 40 anni; aveva ereditato dal padre molti vizi, soprattutto ambizione, astuzia, immoralità. Viveva in Galilea, ma per la Pasqua si recava a Gerusalemme. Aveva preso per moglie Erodiade, moglie di un suo fratello; per questo era stato duramente condannato da Giovanni Battista. Erode, per accontentare Erodiade, aveva fatto decapitare Giovanni. Pilato manda Gesù al tribunale di Erode, per togliersi da un imbarazzo e per ingraziarsi l'astuto adulatore dell'imperatore romano.

Rifletti
- "Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo". Erode aveva desiderato tanto vedere Gesù; ma il suo desiderio era vano: quante occasioni aveva avuto per incontrare Gesù e ascoltarlo! Ma non se n'era mai curato.

- Il desiderio di Erode era frivolo: "sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui". Non cercava Gesù per convertirsi, ma per divertirsi. Gesù non è venuto per soddisfare le curiosità umane e in tutta la sua Passione non farà mai nulla per difendere e liberare se stesso.

- "Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla". Erode interroga Gesù con insistenza, Lo invita a compiere qualcosa di straordinario, gli mostra deferenza, promette di liberarlo. Gesù aveva parlato ai pubblicani, alle prostitute, ma tace davanti a Erode, beffardo e immorale; risponde al pagano Pilato e non rivolge una sola parola a Erode, che si diceva credente in Dio. Neppure un rimprovero. L'unica risposta è il silenzio assoluto.

- Il silenzio di Dio è purificazione, quando tocca anime innamorate di Dio: tutti i Santi lo hanno sperimentato. Allora è come un fuoco che brucia tutte le scorie, per rendere l'anima sempre più limpida e gradita a Dio e prepararla a una più profonda intimità con Lui.

- Il silenzio di Dio è una terribile condanna per le anime infedeli e dominate dalle passioni. È l'anticipo dell'inferno e della terribile condanna: "Lontano da me, maledetti" (Mt 25,41). Tremendo stato di un'anima abbandonata da Dio! Il silenzio di Dio, quando è frutto del peccato, deve riempire di salutare spavento.

- "Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato". Erode si sente umiliato, ferito da quel silenzio totale di Gesù, per di più di fronte a tutta la sua corte.

Si vendica di Lui, trattandolo da pazzo. Egli sperava di divertirsi e di divertire la sua corte con qualche segno strepitoso di Gesù; cerca di divertire e divertirsi trattando Gesù da re di burla.

- Gesù, carico di catene, continua le sue peregrinazioni per le vie di Gerusalemme ormai affollate di gente; passa da un tribunale all'altro. È' una catena interminabile di umiliazioni e di sofferenze.

Confronta
- Perché cerco il Signore? Per amore, o per interesse, per curiosità, per paura? Non vado alle volte alla ricerca di segni straordinari, perché ho poca fede e non mi fido dei segni quotidiani della presenza di Dio?

- Anch'io spesso sperimento il silenzio di Dio: ma è silenzio di purificazione e di crescita, ansia di non amare abbastanza il Signore, o silenzio di rimprovero e di condanna? In particolare il silenzio di Dio nella preghiera non è a volte frutto della mia dissipazione, della freddezza del mio cuore, del troppo attaccamento alle cose umane, della presenza di qualche passione nel mio cuore? Il Signore parla ai cuori umili e puri, ma tace sempre di fronte ai superbi e ai cuori dominati dalle passioni. Quando c'è chiasso nella mia mente e nel mio cuore, Dio tace, o non riesco a sentire la sua voce.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Operare, patire, tacere! Non ti giustificare, non ti lamentare, non ti risentire! Imparate bene questa strofetta, cantatela bene, praticatela con fedeltà: vi assicuro che vi farete santi e di grande perfezione" (Cf. L. I, 309).