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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Non basta pregare generosamente, dobbiamo pregare con fervore e devozione. Dobbiamo pregare con perseveranza e con grande amore.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

RINNEGAMENTO E PENTIMENTO DI PIETRO


Parola di Dio
"Pietro seguiva Gesù da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!».

Poco dopo un altro lo vide udisse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente" (Lc 22,54-62).

Per la comprensione
- Il rinnegamento di Pietro avviene nel cortile dei palazzi di Anna e di Caifa, durante il processo notturno contro Gesù. «Rinnegare» significa negare di conoscere, rifiutare, dissociarsi. Il peccato di Pietro è grave, soprattutto se si considera che egli era stato scelto da Gesù per essere il capo degli Apostoli, privilegiato da Lui con segni particolari di amicizia e di stima, per di più era stato avvertito chiaramente del pericolo che correva.

Rifletti
- Gesù aveva detto a Pietro: "Questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". Ma Pietro è sicuro di sé: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò".

La presunzione è il primo peccato di Pietro e l'inizio della sua rovina. Egli pecca di nuovo di presunzione quando entra nel palazzo del sommo sacerdote, si mescola ai servi, si siede a chiacchierare con loro intorno al fuoco.

- Gesù aveva anche detto: "Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione: lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Mt 26,41). Pietro invece aveva dormito, mentre Gesù pregava e agonizzava.

- La tentazione era in agguato. È una serva che interroga: "Sei anche tu dei discepoli di quell'uomo?". Pietro nega subito: "Non lo conosco". È l'inizio della caduta. Ci saranno altre accuse; Pietro scenderà sempre più in basso: "Allora egli incominciò a imprecare e giurare: «non conosco quell'uomo»" (Mt 26,74). Povero Pietro! In quale abisso è caduto! Gesù non è più "«il Cristo», il Figlio di Dio", ma uno sconosciuto: non solo Lo rinnega, ma giura di non averlo mai conosciuto. Gesù ormai è tanto lontano!

- "Mentre ancora parlava, un gallo cantò". Quel canto risveglia Pietro da un incubo. Gli sembra di aver sognato. Poco dopo Gesù, condannato a morte dal tribunale, attraversa legato il cortile e passa accanto a Pietro: "Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole del Signore... E, uscito, pianse amaramente". Gesù "guardò Pietro": gli occhi del Maestro e del discepolo si incontrarono, si trasmisero l'anima. Quello sguardo mesto e penetrante trapassa il cuore di Pietro.

Gesù, sofferente e condannato, si preoccupa del discepolo debole e infedele e gli lancia una tavola di salvezza.

- Pietro si sentì ferito in fondo al cuore. Se Gesù lo avesse rimproverato, se lo avesse guardato severamente, avrebbe sentito meno il suo peccato. Ma quella bontà infinita, quel rimprovero muto e dolce era più penetrante di una lancia e vinse tutte le paure del discepolo.

- "E, uscito, pianse amaramente". La grazia aprì nel cuore di Pietro la vena del pianto e vi riversò il miracolo della misericordia. È il pianto liberatore. In un momento Pietro vede in uno specchio tutta la sua vita con Gesù, tutto l'amore e le attenzioni del Maestro e comprende la grandezza del suo peccato. Da quel momento lacrime di pentimento non cesseranno mai più di sgorgare dagli occhi del discepolo peccatore e pentito. Racconta l'antica tradizione che ogni volta che Pietro sentiva cantare un gallo, le lacrime di dolore e d'amore riprendevano a sgorgare dai suoi occhi, fino a formare due solchi nel suo viso.

Confronta
- La storia di Pietro è la mia storia: quante promesse non mantenute, quanta presunzione, quante fughe, quando c'era da testimoniare Gesù. Mi sono fidato delle mie forze, ho trascurato la preghiera e sono caduto. Senza l'aiuto di Dio, senza il sostegno della preghiera sono un debole, finisco sempre sconfitto. Ora comprendo la diffidenza dei Santi verso se stessi e il costante ricorso alla preghiera.

- "Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm 5,20): così in Pietro, così in Paolo, così sempre in ogni peccatore pentito. La misericordia di Dio è più grande di ogni mio peccato.

Gesù mi chiede una cosa sola: riconoscere il mio peccato e donarlo a Lui. Egli non solo mi perdona e cancella il mio peccato, ma mi fa fare l'esperienza sconvolgente della sua misericordia.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Si dia animo per amare e servire sempre più fedelmente e con costanza il suo Sposo che ora la tiene sul Monte Tabor e anche sul Calvario: non faccia come san Pietro, il quale quando era sul Tabor e vide trasfigurato Gesù Cristo... voleva starsene sempre su quel monte, ma sul Calvario non vi andò. Vicino a Gesù disprezzato, non vi furono che Maria Santissima, san Giovanni e santa M. Maddalena, vale a dire le anime vere amanti del Cristo" (Cf. L. IV, 187).