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Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Sento sempre più il grande bisogno di abbandonarmi con più fiducia alla divina misericordia e riporre in Dio solo l'unica mia speranza.
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Meditazioni sulla Passione



Dolorosi

GESÙ DAVANTI AD ANNA: LO SCHIAFFO


Parola di Dio
"Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno. Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È meglio che un uomo solo muoia per il popolo»... Il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?»" (Gv 18,12-23).

Per la comprensione
- Anna era stato sommo sacerdote, deposto poi dai Romani; ma cinque suoi figli e un genero, Caifa, divennero sommi sacerdoti dopo di lui.

Benché non fosse più sommo sacerdote, per l'esperienza acquistata in tanti anni di potere, per la sua astuzia, per l'ascendente che ancora aveva sul popolo, per la potenza della sua famiglia, per le sue ricchezze, dirigeva ancora tutti gli affari religiosi della nazione e ne era il vero capo morale. Per questo, prima del processo formale davanti al Sinedrio presieduto da Caifa, Gesù viene portato da Anna: è un atto di deferenza verso il vero capo religioso, è un aiuto che Caifa chiede al suocero, per preparare le accuse da presentare al Sinedrio.

Rifletti
- Per Gesù inizia il lungo calvario dei processi umani: Anna, Caifa, Pilato, Erode... È legato come un malfattore. Non si ha nessun riguardo per Lui: anzi tutti possono sfogare il livore represso per tanto tempo. Il Figlio di Dio viene giudicato da una povera creatura, il Giudice dell'universo da un . peccatore.

- Odio e soddisfazione dominano il cuore di Anna, che finalmente può avere la sua rivincita sulle accuse che tante volte Gesù aveva rivolto ai capi. "Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina". Anna è ansioso di interrogare Gesù, sicuro di farlo cadere in contraddizione e di trovare accuse per il processo e per una condanna capitale. La dottrina di Gesù e i suoi discepoli sono considerati come una rivoluzione, un attentato all'ordine costituito.

- "Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente... Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro»". Gesù non dice nulla circa i suoi discepoli: non vuole coinvolgerli, ma non ha neppure possibilità di difenderli. Parla della sua dottrina, che viene dal Padre. Anna è in difficoltà e sperimenta che Gesù, umiliato, legato, maltrattato, conserva tutta la sua lucidità e la sua grandezza d'animo.

- Allora un servo cerca di togliere il capo dall'imbarazzo: "Una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Perché mi percuoti?»". Il dolore fisico e morale di Gesù è molto forte, se pensiamo alla sua sensibilità, alla violenza e rozzezza della guardia; ma Gesù risponde con mitezza, con la forza della ragione e della verità.

- Riflette sant'Efrem: "Gesù schiaffeggiato! Mio Dio! Si può immaginare affronto più atroce? Il Re della gloria, maltrattato da un vile servo! Il Figlio di Dio, vilipeso da un uomo! Di fronte a un'offesa così grande, la terra tremò, i cieli inorridirono; gli angeli rabbrividirono".

- E sant'Agostino: "Dinanzi a un così sacrilego insulto, quale castigo poteva infliggere Gesù a quel vile servo! Ma Egli volle insegnarci, con l'esempio, la pazienza con la quale si vince il mondo".

Confronta
- Rifletti sulla condotta di Gesù e sulla tua condotta. Gesù insegna la perfetta mansuetudine, la pazienza, il perdono. Aveva detto: "Vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra" (Mt 5,39). La risposta.umile e paziente è come porgere l'altra guancia.

- Tu come ti comporti quando ti capita un'offesa, un'umiliazione? Ti ricordi che sei cristiano, seguace di Gesù Crocifisso? Sai perdonare e vincere il male con il bene, l'odio con l'amore?

- Ricordati che con il peccato anche tu hai schiaffeggiato Gesù; sappi riparare, accettando per suo amore le offese che puoi ricevere.

Pensiero di san Paolo della Croce: "Chi vuol essere santo, desidera seguire fedelmente le orme divine di Gesù Cristo, sopporta docilmente di essere schernito e disprezzato dagli uomini perché si riconosce reo di lesa Maestà Divina per aver peccato. Chi vuol esser santo è felice di essere nascosto agli occhi del mondo, prende il dolce per amaro e l'amaro per dolce, il suo cibo è fare in tutto la Santissima Volontà di Dio" (Cf. L.1, 616).