Vita di Santa Margherita Alacoque
Vita di Santa Margherita Alacoque - Parte 28
96. Persecuzioni in occasione del rinvio della pretendente di Chamron
Si levarono contro di me tante altre persecuzioni, che mi pareva che tutto l'inferno si fosse scatenato contro di me e che tutto cospirasse per annientarmi. Tuttavia, confesso che mai ho goduto di una pace maggiore dentro me, né mai avevo provato tanta gioia, come quando minacciarono di mandarmi in prigione e di farmi comparire davanti a un principe della terra, a imitazione del mio buon Maestro, come oggetto di scherno e come una visionaria che s'intestardiva nelle sue vane illusioni. Non racconto questo per far credere che ho sofferto molto, ma piuttosto per rivelare le grandi misericordie del mio Dio nei miei confronti. Io non stimavo né amavo nulla quanto la parte della sua Croce che Lui mi dava, e che per me era un cibo così delizioso, che mai mi veniva a noia.
97. Il suo ardente desiderio per la comunione le vale un’incomparabile parola di Nostro Signore che la inebria d'amore e di riconoscenza
Se fossi stata libera di comunicarmi spesso, avrei avuto il cuore pieno di gioia. Una volta che lo desideravo ardentemente, il mio divino Maestro si presentò a me mentre ero incaricata di spazzare, e mi disse: « Figlia mia, ho udito i tuoi gemiti e i desideri del tuo cuore mi piacciono tanto, che, se non avessi istituito il mio divino sacramento d'amore, lo istituirei per amore tuo, per così avere il piacere di abitare nella tua anima e riposarmi amorosamente nel tuo cuore». Fui penetrata da un ardore tanto intenso, che sentivo la mia anima piena di trasporto, al punto da non potermi esprimere che con queste parole: «O Amore! O eccesso d'amore di un Dio verso una creatura così miserabile!». E per tutta la vita questo è stato un pungolo per spingermi alla riconoscenza nei confronti di quel puro amore.
98. Dà sollievo all'anima sofferente di un benedettino
Un'altra volta, mentre ero davanti al santo Sacramento nel giorno della sua festa, d'improvviso mi si presentò davanti una persona tutta avvolta da un fuoco, i cui ardori mi penetrarono così forte, che mi parve di bruciare insieme a questo. l'e sue condizioni pietose mi fecero capire che si trovava in purgatorio e versai molte lacrime per lei. Mi disse che era un benedettino che una volta aveva ricevuto la mia confessione e mi aveva ordinato di fare la santa comunione,in virtù della quale Dio gli aveva permesso di rivolgersi a me per trovare sollievo alle sue pene. Mi chiese di offrirgli tutto ciò che avessi potuto fare e soffrire per tre mesi e io gliel'accordai subito, dopo avere ottenuto il permesso dalla mia superiora. Lui mi disse ancora che il motivo delle sue così grandi sofferenze era aver preferito il suo interesse alla gloria di Dio, attaccandosi troppo alla propria reputazione. Il secondo motivo era la mancanza di carità nei confronti dei suoi fratelli; e il terzo l'eccessivo affetto naturale che aveva nutrito per le creature durante gli incontri spirituali, cosa che a Dio dispiaceva molto. Mi sarebbe assai difficile esprimere quanto dovetti soffrire in quei tre mesi. Lui non mi allontanava mai e dalla sua parte era come se bruciassi anch'io, con dolori così vivi da gemere e piangere quasi continuamente. La mia superiora, mossa da compassione, mi ordinava buone penitenze, soprattutto discipline, perché le pene e le sofferenze esteriori, che mi venivano permesse per carità, davano molto sollievo alle altre, che quella Santità d'Amore imprimeva in me come un piccolo assaggio di quelle che faceva patire a quelle povere anime. In capo a tre mesi, vidi il benedettino in tutt'altro modo, perché, ricolmo di gioia e di gloria, andava a godersi la felicità eterna. Ringraziandomi, mi disse che mi avrebbe protetta davanti a Dio. In quei tre mesi, mi ero ammalata, ma poiché la mia sofferenza cessò insieme alla sua, guarii presto.