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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:In questi tempi così tristi di morta fede, di empietà trionfante, il mezzo più sicuro per mantenersi esente dal pestifero morbo che ci circonda, è quello di fortificarsi con questo cibo eucaristico. Il che non si potrà facilmente ottenere da chi vive mesi e mesi senza satollarsi delle carni immacolate del divino Agnello.
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Vita di Santa Margherita Alacoque



Alacoque

Vita di Santa Margherita Alacoque - Parte 12



38. Vestizione
Avevo superato la mia prova con un gran desiderio di vedermi interamente consacrata a Dio, il quale mi fece la misericordia di badare continuamente a me, per farmi ottenere questa felicità. Rivestita dunque del nostro santo abito, il mio divino Mae­stro mi fece vedere che era il tempo del nostro fi­danzamento e che questo gli conferiva un nuovo po­tere su di me, dal momento che m'impegnavo ad amarlo esclusivamente.

Poi mi fece capire che, come tutti gli amanti più appassionati, mi avrebbe fatto gustare durante que­sto periodo quanto c'era di più dolce nella soavità delle carezze del suo amore. Queste furono in effet­ti così eccessive, che spesso mi lasciavano fuori di me e mi rendevano incapace di agire. Mi ritrovavo, allora, in un abisso di confusione così profondo, che non osavo farmi vedere. Ne venivo rimproverata e mi si faceva intendere che non era questo lo spirito delle figlie di Santa Maria, la quale non vuole nulla di straordinario, e che, se non abbandonavo tutto ciò, non mi avrebbero accettata.

39. Cercano di farle seguire il sentiero comune
Tutto questo mi causò una gran desolazione e feci ogni sforzo, senza mai risparmiarmi, pur di allonta­narmi da quel sentiero, anche se tutti i miei sforzi si rivelarono inutili. La nostra buona maestra vi si adoperava pure lei, senza che io lo notassi. Mi vede­va molto desiderosa di fare l'orazione e di imparare a farla, ma io non ci riuscivo secondo le regole che mi venivano date, perché mi rifacevo sempre alla re­gola datami dal mio divino Maestro, nonostante tut­ti gli sforzi per dimenticarmene e allontanarmi da Lui. Allora, la maestra mi affidò come ausiliaria a una ufficiale. Questa mi faceva lavorare durante l'orazione e, quando andavo a chiedere alla mia maestra di poter riprendere a pregare, mi rimprove­rava aspramente, dicendomi di farlo mentre lavora­vo, fra un esercizio e l'altro del noviziato. Così io facevo, senza che ciò potesse distrarmi dalla dolce gioia e consolazione della mia anima; anzi, la senti­vo aumentare sempre di più. Mi venne ordinato di andar ad ascoltare i punti dell'orazione al mattino, dopodiché dovevo spazzare là dove mi veniva indi­cato, fino all'ora di Prima, quando dovevo render conto della mia orazione o, piuttosto, di quella che il mio sovrano Maestro faceva in me e per me, per­ché non avevo altra possibilità in tutto ciò se non di obbedire. Ne provavo un piacere estremo, nono­stante tutte le pene che il mio corpo, così facendo, pativa. E in seguito cantavo: « Più contraddicono il mio amore e più quest'unico bene m'infiamma. Mi tormentino pure notte e giorno, ma non me lo si può toglier dal cuore. Più sentirò dolore e più mi unirà al suo Cuore».

40. Avidità di umiliazioni e mortificazioni
Sentivo una fame insaziabile di umiliazioni e mortificazioni, anche se per natura mi ripugnavano vivamente. Il mio divino Maestro m'incitava senza sosta a chiederne e io finivo per trovarne alcune as­sai particolari. Infatti, sebbene mi rifiutassero quelle che cercavo, ritenendomi indegna di farle, me ne assegnavano altre che non mi sarei aspettata e che erano così contrarie alle mie inclinazioni, che ero costretta a dire al mio buon Maestro, nello sforzo violento che dovevo fare: «Ahimè! Soccorretemi, vi-sto che ne siete la causa». E Lui lo faceva, dicendomi: « Devi ammettere che non puoi fare nulla senza di me, ma non ti farò mancare il mio aiuto, purché il tuo nulla e la tua debolezza sprofondino davanti alla mia forza».