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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux: Ho bisogno di dimenticare la terra. Quaggiù tutto mi stanca, tutto mi è di peso, non trovo che una gioia: quella di soffrire per Gesù; e questa gioia non sentita supera ogni gioia.
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Vita di Santa Margherita Alacoque



Alacoque

Vita di Santa Margherita Alacoque - Parte 11



35. Dice addio al mondo ed entra in convento
Quando finalmente giunse il giorno di dire addio al mondo,9 sentii nel mio cuore una gioia e una fermez­za mai provate prima e il mio cuore era come insen­sibile sia all'affetto sia al dolore che mi venivano te­stimoniati, soprattutto da mia madre. Non versai neanche una lacrima lasciandoli, perché mi sembrava di essere una schiava che viene liberata dalla sua pri­gione e dalle sue catene, per entrare nella casa del suo Sposo, prenderne possesso e godere in tutta li­bertà della sua presenza, dei suoi beni e del suo amore. Era questo che Lui diceva al mio cuore, che era fuori di sé. Non sapevo dare altra spiegazione al­la mia vocazione per l'ordine di Santa Maria, se non quella che volevo essere figlia della santa Vergine. Confesso che nel momento in cui entrai, era un sa­bato, tutti i dolori che avevo patito e molti altri mi assalirono così violentemente, che mi pareva che, entrando in convento, il mio spirito si separasse dal mio corpo. Ma subito mi fu mostrato che il Signore aveva rotto il sacco della mia prigionia e che mi rive­stiva del suo manto di letizia. La gioia mi domina-va a tal punto, che gridavo: «E qui che Dio mi vuo­le». Sentii subito scolpito nel mio spirito che questa casa di Dio era un luogo santo, che tutte quelle che l'abitavano dovevano essere sante e che questo no­me di Santa Maria significava che dovevo rimanere li a qualunque prezzo, abbandonandomi e rinuncian­do a tutto, senza riserve o restrizioni. A raddolcirmi tutto quanto mi sembrava più amaro in questo ini­zio, era il fatto che per alcuni giorni fui svegliata al mattino da parole che udivo perfettamente, anche se non le capivo: Dilexisti iustitiam col resto del verset­to;11 e altre volte: Audifilia et vide,12 eccetera. E an­cora: «Hai riconosciuto il tuo sentiero e la tua stra­da, o mia Gerusalemme, casa d'Israele! E il Signore ti guiderà lungo tutte le strade e non ti abbandonerà mai». Dicevo tutto questo alla mia buona maestra senza capirlo. Guardavo lei e la superiora come se fossero state il mio Gesù Cristo in terra.

36. La tela in attesa del pittore
Poiché non avevo mai avuto una guida né una dire­zione e ignoravo cosa fosse, ero più che mai dispo­sta ad assoggettarmi al fine di poter obbedire. Mi sembrava un oracolo tutto quanto mi veniva detto e pensavo che non avrei più avuto nulla da temere, ora che facevo ogni cosa per obbedienza. Quando pregai la maestra delle novizie di insegnarmi l'orazione, di cui la mia anima era molto desiderosa, lei si rifiutò di credere che, essendo entrata in religione all'età di ventitré anni, non sapessi ancora farla. Dopo che glielo ebbi assicurato, mi disse per la prima volta: «Va' a metterti di fronte al Signore come una tela in attesa del pittore». Avrei voluto che mi spiegasse co­sa intendeva dire, perché non capivo, anche se non osavo dirglielo, ma mi fu detto: «Vieni, te lo insegnerò io». E non appena fui in preghiera, il mio sovrano Maestro mi mostrò che la mia anima era una tela in at­tesa, sulla quale Lui voleva dipingere tutti i tratti della sua vita dolorosa, spesa interamente nell'amore e nella privazione, nella separazione, nel silenzio e nel sacrificio, nella sua consumazione. Vi avrebbe dipinto tutto questo, dopo averla pulita di tutte le macchie che vi restavano, sia dell'attrazione per le cose terrene sia dell'amore per me stessa e per gli uomini, cui il mio ca­rattere tendeva ancora molto.

37. Troppo ardore per la penitenza. E ricondotta all'obbedienza da san Francesco di Sales
In quel momento Lui mi spogliò di tutto e, dopo aver vuotato il mio cuore e messo la mia anima a nudo, accese un desiderio così ardente di amare e soffrire, che non mi dava mai tregua. M'inseguiva così da vicino, che trovavo pace solo pensando a co­me poterlo amare crocifiggendomi; la sua bontà èsempre stata così grande nei miei confronti, che mi ha sempre fornito i mezzi per farlo. Sebbene non nascondessi nulla alla mia maestra, avevo tuttavia il progetto di intensificare oltre le sue intenzioni il permesso di fare penitenza. Mi ac­cingevo ad attuare il mio progetto, ma il mio santo Fondatore13 non mi permise di proseguire e mi ri­prese così fortemente, che mai più ebbi il coraggio di riprovare. Le sue parole sono rimaste incise per sempre nel mio cuore: «Ma come puoi pensare, fi­glia mia, di far piacere a Dio, superando i limiti dell'obbedienza? Questa, e non l'austerità, è il pila­stro principale e il fondamento della congregazio­ne».