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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Gesù ci invita ad amare i nostri nemici e pregare per loro. Può essere facile amare un nemico quando è lontano, ma purtroppo i nostri veri nemici sono tutti vicini. Alcuni ti sfiorano continuamente e devi fare i conti con la loro presenza indesiderata. Il nemico da amare è la persona che ti sta antipatica; è la persona che non la pensa come te, è la persona ambigua e fastidiosa che ha abitudine di arrivare sempre nel momento meno opportuno... Sentendo le parole del Signore, devo rendermi conto che è compito mio liberare il cuore dall'odio, dal rancore e da ogni sentimento negativo; sono io che devo perdonare e desiderare il meglio per il mio nemico; sono io che devo fare il primo passo e salutare chi si gira dall'altra parte.
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VITA DI S. GIUSEPPE SPOSO DI MARIA SS. - Di San Giovanni Bosco



Giuseppe



Capo IX. La Circoncisione.

Et vocavit nomen eius Iesum.
E gli pose nome Gesù. MATTH. I, 25.


L'ottavo giorno dopo la nascita si dovevano circoncidere i figliuoli d'Israele per espresso comando da Dio fatto ad Abramo, affinchè vi fosse un segno che ricordasse al popolo l'alleanza da Dio giurata con lui.

Maria e Giuseppe intendevano molto bene che tal segno non era per nulla necessario a Gesù. Questa dolorosa funzione era una pena che conveniva ai peccatori, ed aveva per iscopo di cancellare il peccato originale. Ora Gesù essendo il santo per eccellenza, il fonte d'ogni santità non portava con se alcun peccato che abbisognasse remissione. D'altronde egli era venuto al mondo per miracoloso concepimento, e non aveva da sottostare a veruna delle leggi che riguardavano gli uomini. Tuttavia Maria e Giuseppe ben sapendo che Gesù non era venuto a sciogliere la legge, ma ad adempierla; che veniva per recare agli uomini l' esempio della perfetta obbedienza, disposto a soffrire tutto ciò che la gloria del Padre Celeste e la salute degli uomini gli avrebbe imposto, non ristettero dal compiere sul Divino fanciullo la penosa cerimonia.

Giuseppe il santo Patriarca è il ministro ed il sacerdote di quel sacro rito. Eccolo che cogli occhi molli di pianto dice a Maria: « Maria, ora è tempo che ci accingiamo a compiere in questo benedetto tuo figliuolo il segnacolo del nostro padre Abramo. Io mi sento perdere il cuore nel pensarvi. Io metter il ferro in queste carni immacolate! Io trarre il primo sangue di questo agnello di Dio; oh se tu aprissi la bocca, o bambino mio, e mi dicessi che non vuoi la ferita, oh come lancerei lontano da me questo coltello, e godrei che tu non la volessi! Ma io veggo che tu mi domandi questo sacrifizio; che vuoi patire. Sì, o bambino dolcissimo, noi patiremo: tu nella tua carne mondissima; Maria ed io nei nostri cuori. »

Giuseppe intanto aveva compiuto il doloroso uffizio offerendo a Dio quel primo sangue in espiazione dei peccati degli uomini. Poi con Maria lacrimosa e piena d'affanno pel patimento del suo Figliuolo aveva ripetuto: « Gesù è il suo nome, perchè Egli deve salvare il suo popolo da' suoi peccati: vocabis nomen eius Iesum; ipse enim salvum faciet populum suum a peccatis eorum[7]. » O nome santissimo! o nome sopra ogni nome! quanto convenientemente in questo momento tu sei per la prima volta pronunciato! Dio volle che il bambino venisse chiamato Gesù alloraquando incomincerebbe a sparger sangue, perchè se egli era e sarebbe Salvatore, ciò era appunto in virtù e per effetto del suo sangue, per cui entrò nel santo dei santi una volta sola e col sacrifizio di tutto se stesso consumava la Redenzione d'Israele e di tutto il mondo.

Giuseppe fu quel grande e nobile ministro della Circoncisione per cui si diede al Figliuol di Dio il suo proprio nome. Giuseppe ne ricevè la relazione dall'angelo, Giuseppe pronunciollo il primo fra gli uomini, e al pronunziarlo fe' che gli angeli tutti s'incurvassero, e che i demoni sorpresi da straordinario spavento, anche senza intendere il perchè, cadessero adorando e si nascondessero nel più profondo dell' inferno. Gran dignità di Giuseppe! Grande obbligazione di ossequio che noi gli abbiamo per aver egli il primo chiamato Redentore il Figliuolo di Dio, ed egli il primo aver cooperato col santo ministerio della circoncisione a farcelo Redentore.