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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Non ho mai dimenticato l'occasione in cui mi capi­tò di visitare una casa dove si trovavano tutti quei vec­chi genitori di figli e figlie che li avevano messi in un istituto e poi li avevano dimenticati. Mi recai in quel luogo e potei vedere come in quella casa avessero di tutto, belle cose, ogni comodità, ma ognuno stava con lo sguardo fisso alla porta. E non ne vidi alcuno con sul volto un sorriso. Allora mi volsi alla Sorella e dis­si: « Come mai? Come mai questa gente, a cui non manca nulla, guarda sempre verso la porta? Perché non sorridono? ». Ero così abituata a vedere il sorriso sul volto della nostra gente... anche i morenti da noi sanno sorridere. Mi rispose: « Questo capita quasi ogni giorno. Stanno aspettando, sperano che un figlio o una figlia venga a trovarli ». Soffrono perché si sentono dimenticati. Ve­dete... qui ci vuole l'amore. Quel tipo di povertà c'è anche nelle nostre case, e anche quella negligenza d'amore. Forse nella nostra stessa famiglia vi è qual­cuno che si sente solo, che è in stato di sommo disagio, che si sente angosciato, e questi sono momenti difficili per ciascuno. Noi siamo lì, presenti? Ci siamo a rice­verli?
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VITA DI S. GIUSEPPE SPOSO DI MARIA SS. - Di San Giovanni Bosco



Giuseppe



Capo XX. Morte di s. Giuseppe. - Sua sepoltura.

Nunc dimittis servum tuum Domine, secundum verbum tuum in pace, quia viderunt oculi mei salutare tuum.
Adesso lascia, o Signore, che se ne vada in pace il tuo servo secondo la tua parola: perchè gli occhi miei hanno veduto il Salvatore dato da te. LUC. II, 29.


L'ultimo momento era giunto, Giuseppe fece uno sforzo supremo per alzarsi e adorare colui che gli uomini consideravano quale suo figlio, ma che Giuseppe conosceva per suo Signore e Dio. Egli voleva gettarsi a' suoi piedi e domandargli la remissione de' suoi peccati. Ma Gesù non permise che egli s'inginocchiasse, e lo ricevette nelle sue braccia. Così poggiando il venerando capo sul Divin petto di Gesù colle labbra vicino a quel cuore adorabile spirava Giuseppe, dando agli uomini un ultimo esempio di fede e di umiltà. Era il diciannovesimo giorno di marzo, l'anno di Roma 777, il venticinquesimo dalla nascita del Salvatore.

Gesù e Maria piansero sulla fredda spoglia di Giuseppe, e fecero presso di lui la mesta veglia dei morti. Gesù lavò egli stesso questo corpo verginale, gli chiuse gli occhi e gli incrociò le mani sul petto; poi lo benedisse per preservarlo dalla corruzione della tomba, e pose a sua custodia gli angeli del Paradiso.

I funerali del povero operaio furono modesti come modesta era stata tutta la sua vita. Ma se parvero tali in faccia alla terra ebbero per altro così grande onore che non vantarono certamente i più gloriosi imperatori del mondo, giacchè ebbero presso l'augusta salma il Re e la Regina del Cielo Gesù e Maria. Il corpo di Giuseppe fu deposto nel sepolcro de' suoi padri, nella valle di Giosafatte, tra la montagna di Sion e quella degli Oliveti.