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Marzo, mese di San Giuseppe



San Giuseppe



8 marzo: GIUSEPPE OBBEDIENTE

Sia fatta la tua volontà. Matt., 6. 10.

l. Giuseppe è obbediente.
L'obbedienza è figlia dell'amore e dell'umiltà. Chi sa stare al proprio posto, amando, trova grande riposo e singolare ricchezza nella pratica dell'obbedienza. Per questo l'obbedienza assicura la vittoria e la disobbedienza conduce alla sconfitta.

Giuseppe ha obbedito al Signore, perché egli era pio, e la pietà consiste fondamentalmente nel piegarsi amorosamente al beneplacito dell'Altissimo. Gesù dirà un giorno ai suoi discepoli: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti». Giuseppe queste parole le portava nel cuore: Iddio le aveva seminate in terreno ottimo.

2. Giuseppe è obbediente nella prova.
Chi pensa alla vita del padre putativo di Gesù, non appena il Signore gli si rivela per i suoi reconditi fini, non può non riconoscere che la vita di Giuseppe fu vita di responsabilità paurose. E Dio comanda, senza dimostrazioni e senza chiedere consensi. Sono ordini che Egli comunica. Giuseppe non deve che obbedire. Iddio si fida di lui, e Giuseppe non delude la divina attesa.

La sua obbedienza è pronta, amorosa, totale. Sa che obbedendo egli rimane nel vero bene.

3. Giuseppe obbediente è obbedito.
È la ricompensa, questa, di colui che rimane fedele al comando. Si dice che non sa comandare chi non sa obbedire. E appunto perché Giuseppe ha obbedito trova con facilità la via di farsi obbedire. Ha la delicatezza del comando; ne sa scoprire l'opportunità e gli sa dare la necessaria fermezza.

Giuseppe ha obbedito a Dio: e a Lui hanno obbedito la Madre e il Figlio di Dio. Davvero, divina ricompensa!

Giuseppe obbediente, piega tu con la tua ferma dolcezza la caparbietà del mio spirito. Io cerco la mia volontà e troppo poco la volontà di Dio, quando soprattutto mi si manifesta attraverso gli ordini de' miei superiori. Ch'io intenda che ad obbedire ho tutto da guadagnare, e tutto da perdere nel disobbedire; ch'io intenda che nulla riposa quanto la volontà di Dio filialmente amata e praticata.

LETTURA
Scrive Ernesto Hello: «Nessuna parola di lui, di Giuseppe, nella Sacra Scrittura! Mardocheo, che fece fiorire Ester dalla sua ombra, è uno dei suoi precursori. Abramo padre d'Isacco rappresentò anch'egli il padre putativo di Gesù. Giuseppe, figlio di Giacobbe, fu la sua immagine più espressiva. Il primo Giuseppe difese in Egitto il pane naturale. Il secondo Giuseppe difese in Egitto il pane soprannaturale. Tutt'e due furono gli uomini del mistero; e il sogno disse per loro i suoi segreti. Tutt'e due furono istruiti in sogno, tutt'e due previdero le cose nascoste.

Inchinati nell'abisso, i loro occhi vedevano attraverso le tenebre. Viaggiatori notturni scoprivano le strade attraverso i misteri dell'ombra. Il primo Giuseppe vide il sole e la luna protesi dinanzi a lui. Il secondo Giuseppe comandò a Maria e a Gesù; Maria e Gesù obbedivano.

In qual abisso interiore doveva vivere l'uomo che sentiva Gesù e Maria obbedirgli!».

FIORETTO. Sarò con prontezza obbediente ai miei superiori, comunque e qualunque cosa possano comandarmi.

GIACULATORIA. Giuseppe obbedientissimo, prega per noi.

Consenti all'arduo cenno divino: ecco, a te piegasi Gesù Bambino.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it