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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto d'infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremmo certo potuto pagare senza il soccorso della sua clemenza divina. Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per averne ancora il perdono, soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?... Torni, se ciò può esser motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, all'infinita misericordia di Dio: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimento e dell'amore.
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Marzo, mese di San Giuseppe



San Giuseppe



20 marzo: GIUSEPPE CARITATEVOLE

La carità è da Dio. 1 Giov_ 7, a.

l. Giuseppe vive di carità.
La carità è parola cristiana, per indicare l'amore che in Dio ha la sua sorgente e il suo punto d'arrivo, anche se passa a traverso gli uomini.

La carità l'ha insegnata al mondo, con la parola e con l'esempio, Gesù Cristo. Giuseppe che, dopo Maria, ha goduto della maggior domestichezza col Figlio di Dio vivente tra gli uomini, ha avuto agio d'imparar la lezione divina. Già orientato verso il Signore dei cieli, a cuore a cuore con Gesù, ha potuto e saputo far della sua vita un palpito solo di ardente amor di Dio.

2. Giuseppe rende partecipi gli altri della sua carità.
La carità non è solitaria. Gli egoisti si chiudono in sé come il baco nel bozzolo... Chi invece ha la carità fa come la fiamma che ama espandersi ed innalzarsi. Giuseppe ha nel cuore tutto un incendio che egli alimenta ogni giorno, con l' ardenza che attinge ai cuori di Gesù e di Maria. Ma ad essi, quanto dà di se stesso! Dà anzi tutto se stesso; senza calcoli d'egoismo, col desiderio solo di veder sui loro volti il sorriso e la tranquillità! Egli non ignora che Dio ci ha amati per il primo e che Dio è li presente, umile e servizievole, sotto i suoi occhi, nell'attesa di uscir fuori per le vie del mondo e dire agli uomini la parola di vita e darsi per essi all'obbrobrio della morte di croce. Giuseppe sa che il piccolo Gesù è il suo grande Maestro. Già si modella su di Lui e sull'esempio della sua Madre.

3. E chiama noi ad attingere al suo esempio.
Noi che tutto abbiamo ricevuto e riceviamo da Dio e dagli altri, questi nostri così detti tesori li custodiamo con il sospetto e con la durezza coi quali l'avaro fa la guardia alle sue ricchezze. Disgraziati noi! C'è un mezzo solo per mandare in rovina le più fiorenti virtù e i più ricchi doni: tenerli per sé. Chi dà aumenta il proprio patrimonio cristiano: chi chiude il cuore alle altrui suppliche si condanna alla morte e alla rovina per l'eternità.

O Giuseppe santo, tutto fragrante di quella carità, che alimenti premuroso e costante all'infinita fornace del Cuore di Gesù, tu senti dilatarti il cuore nella pienezza della vita, perché ti dai senza risparmio a coloro che Dio t'ha affidato. La generosità è il vero modo di ringraziare Dio dei molteplici doni nascosti nel cuore dei suoi, è il vero modo di attirarsi nuova onda di bene. O Giuseppe, ottienimi dal tuo dolcissimo Gesù il gusto della carità senza misura.

LETTURA
«Giuseppe, in seguito alla sua vocazione - nota sempre con penetrante chiarezza il padre Faber - non vive che per servir Gesù Bambino, come fino allora non aveva vissuto che per vegliar su Maria, il giglio di Dio.

Egli è, si deve dire, il capo della santa Famiglia. D'altronde cede il posto a Gesù, appena Gesù è abbastanza cresciuto in età. Egli passa silenziosamente nell'ombra come la luce che si nasconde dietro la nube, senza lagnarsi che i suoi raggi siano intercettati. La sua vita non dura tanto da permettergli di vedere i giorni dei miracoli e della predicazione, e tanto meno le austere grandezze del Getsemani e del Calvario. Il suo spirito è lo spirito di Betleem. Giuseppe è in certo modo la proprietà della Santa Infanzia».

FIORETTO. Ripeterò con frequenza atti di amorosa carità verso il Signore.

GIACULATORIA. Giuseppe, amante di Dio, prega per noi.

Dolore o gioia, nel tuo del cuore, tutto è fervore di carità.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it