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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Lo Spirito Santo è come un giardiniere che coltiva la nostra anima.
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Marzo, mese di San Giuseppe



San Giuseppe



12 marzo: GIUSEPPE CUSTODE

Sarà glorificato chi è custode del suo Signore. Prov- 27, 18.

1. Giuseppe è custode di Gesù.
Egli fu creduto padre, proprio perché custode di Lui: e questa divina custodia è stata la sua vita e la sua gloria.

Si può dire che la custodia accresca quasi la responsabilità di fronte a chi è semplicemente padre. Il padre risponde del proprio figliuolo: Giuseppe deve rispondere del Figlio di Dio. Tremendo compito.

E pensare che quel tenero Bimbo, il quale è nientemeno il Salvatore, aspettato da secoli dal Cielo e dalla terra, è insidiato da tutte le potenze del male. Giuseppe lo sa. È come dirgli: «Sta' attento! il nemico non dorme».

2 - Giuseppe veglia Gesù.
Quando un bambino è molto malato, il padre e la madre lo vegliano con ansia dolorosa. Gesù bambino è bello, è sano, è amabile: più d'ogni altro figlio dell'uomo. Ma la sua condizione è peggiore che se fosse malato: lo cercano per farlo morire. E Giuseppe contro i potenti del mondo, lui così povero, debole, solo, lo deve difendere, deve assicurarne la vita. Teme? Non teme; veglia. Fa tutto quel che deve fare: al resto penserà il Signore.

3. E noi come custodiamo Gesù?
A ciascuno di noi, quando diventiamo cristiani, il Padre celeste affida nel cuore il suo Figlio divino. Questi prende dimora nell'anima nostra vivificata dalla grazia. Dobbiamo vegliarlo e custodirlo per non perderlo, per non esporlo alla rabbia dei suoi nemici.

Poveri noi, quanto dissimili dal fedele Giuseppe! È molto se abbiamo almeno la consapevolezza della presenza di Gesù in noi. Poco o nulla facciamo per Lui, sì che con facilità desolante accogliamo il nemico e cacciamo l'Ospite santo!

O Giuseppe, fedelissimo custode, quanto mi vergogno della mia umiliante pigrizia, della mia fredda indifferenza! Ho Dio nel cuore e non me ne ricordo; ho Dio nel cuore e non gli voglio bene; ho Dio nel cuore e l'offendo! 0 mio amabile protettore, ricordami le tue tenerezze per il divino Fanciullo; ricordami le tue veglie e le tue fatiche, perché impari a sacrificarmi per chi si è sacrificato per me!

LETTURA
Mons. Dadolle nelle sue «Meditazioni per l'anno liturgico» così descrive la vita familiare di san Giuseppe:

«In apparenza e per il mondo, quella dei due santi sposi è la vita più semplice. Giuseppe guadagna il pane del giorno; Maria, così come una donna del popolo, si occupa delle faccende di casa. L'Angelo dell'Incarnazione ha tuttavia compiuto il suo messaggio; la pienezza dei tempi è giunta. L'editto di Cesare chiama a Betleem i discendenti di David. Maria dà al mondo il suo Dio fatto uomo. O Giuseppe! quale non fu la tua emozione nell'ascoltare i primi vagiti del Bambino, e nel tendersi verso di te, tremanti, le piccole mani di Colui che ha l'azzurro del cielo! E, nel corso della sua infanzia, quale beatitudine quando Gesù riposava nelle tue braccia, sorridendo alle caste carezze, e quando, Parola incarnata, imparava a balbettare la tua lingua o quando tu, per iniziarlo al mestiere di falegname, guidavi la mano del Creatore dei mondi!

Tuttavia, questi giocondi misteri non sono tutta la vita dello sposo verginale di Maria. Essa è la Madonna dei dolori, e Giuseppe è largamente associato ai suoi misteri dolorosi... Nella santa Famiglia, durante trent'anni, è stata fatta dai tre quella Via Crucis che noi oggi facciamo per commemorazione».

FIORETTO. Custodirò nel mio cuore Gesù, che è presente in me con la sua grazia.

GIACULATORIA. O pio custode, prega per noi.

Tu vegli tenero i tuoi Tesori: gli angeli tremano... tu guardi e adori.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it