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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Il tuo rapporto con il Signore deve essere all'insegna dell'amore. L'amore significa donazione. Devi essere fedele e vigilante per non rompere questa preziosa unione. Perciò ogni giorno offri a Gesù qualche segno del tuo amore. Anzi, fai tutto per piacere a Lui. Gesù vuole che ogni Sua grazia sia corrisposta: se rispondi alla prima grazia, subito ne arriva l'altra e l'altra ancora. A chi ha sarà dato in abbondanza. E poi, devi essere grato: la gratitudine allarga il cuore e lo predispone alle grazie sempre nuove. Se manca gratitudine il dono è perduto. Se non si corrisponde alle grazie si rallenta il rapporto con Cristo, subentra la durezza del cuore, la volontà si indebolisce e poco alla volta si adatta alla mediocrità. Quanti di noi, in certi periodi della loro vita, hanno vissuto un rapporto inebriante con Cristo, hanno gustato la dolcezza del Suo amore, hanno ricevuto grazia su grazia, lumi soprannaturali e una forte spinta alla santità, ma poi - poco alla volta - è subentrata stanchezza, l'abitudine. Perciò sii attento in ogni momento alla voce dello Spirito Santo, che può giungerti sia dalla preghiera o dal tabernacolo, sia per mezzo di un buon libro o di un pensiero ispirato. Il Signore si serve di tutto per parlare al tuo cuore.
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Marzo, mese dedicato a San Giuseppe



San Giuseppe



23 marzo: Lo Spirito Santo

Pater noster - San Giuseppe, prega per noi!

Lo Spirito Santo è la terza Persona della Santissima Trinità; è Dio, perfettamente uguale all'Eterno Padre ed al Divin Figlio.

Egli santifica le anime, le illumina, le fortifica e le dirige nella vita spirituale. Questo Divino Spirito pervase la Madonna, rendendola Madre pur lasciandola Vergine; la Madonna fu la prediletta dello Spirito Santo.

Questa terza Divina Persona fu larga dei suoi doni con gli Apostoli, scendendo in loro in modo sensibile nella Pentecoste, sotto forma di fuoco; li trasformò interiormente. Nello svolgersi dei secoli ha dato e continua a dare alle anime i suoi doni.

Ma l'azione più meravigliosa, a preferenza di qualunque Apostolo e di qualunque altro Santo, il Divino Spirito la compì in San Giuseppe.

Dopo Maria Santissima, nessuno fu o sarà tanto prediletto dallo Spirito Santo quanto San Giuseppe. Questa predilezione fu conseguenza della vicinanza con Gesù e con la Madonna e fu dote della missione che dovette compiere sulla terra. Più alta è la missione di un'anima, più densa dev'essere l'opera dello Spirito Santo.

Il Santo Patriarca ebbe tutti i doni dello Spirito Santo e li ebbe in grado perfetto, per compiere bene il suo dovere verso Gesù e la Madonna; egli operò sempre sotto l'influsso dell'azione divina.

L'assieme delle grazie, la pienezza delle virtù e dei privilegi di cui fu adorno, esigono l'affermazione che egli mai fu mediocre nella corrispondenza ai movimenti interni dello Spirito Santo, che anzi esegui sempre le divine ispirazioni con la maggior docilità.

Illuminato dallo Spirito Santo ebbe una conoscenza molto perfetta e chiara di tutte le verità di fede; penetrò specialmente il mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio, al quale egli cooperò. Fortificato dallo Spirito Santo, perseverò nel compimento del suo dovere, nonostante le difficoltà, le strettezze della vita e le persecuzioni.

Nelle Litanie ad onore di San Giuseppe ci sono dei titoli, che rispecchiano i doni celesti, di cui egli fu arricchito per munificenza divina: «Uomo prudente» « forte » « fedele Custode della Vergine Immacolata» e «Vigile difensore di Gesù Cristo ».

Impariamo da San Giuseppe ad onorare lo Spirito Santo; domandiamogli che ci ottenga i suoi doni specialmente quello della sapienza. Per mezzo della sapienza noi potremo amare ciò che è buono e santo, apprezzare i beni spirituali e tenere in minimo conto i beni passeggeri della vita.

Il Patriarca fu illuminato e guidato dallo Spirito di Dio; imitiamolo noi, suoi devoti, ascoltando ed eseguendo le sante ispirazioni che avvertiamo nell'anima nostra.

Esempio
Un giovane racconta la sua conversione: Per mia sventura, in Confessione non volli manifestare alcuni gravi peccati. Per quattro anni i miei sacrilegi si moltiplicavano. Provavo vergogna ad accusare le impurità.

Sentivo una voce interna: Confessa quei peccati ed avrai pace! - Il rimorso mi tormentava. Finalmente San Giuseppe mi salvò. Un buon Sacerdote si accorse del mio doloroso stato; a mia insaputa fece un triduo di preghiere a San Giuseppe. Quando mi recai da lui per confessarmi, con l'intenzione di nascondere ancora quei brutti peccati, all'improvviso sentii l'impulso di accusarli; lottai nel mio interno e resistetti ancora alla grazia.

Il Sacerdote allora m'incoraggió con buone parole, finché io mi arresi e scaricai il grave peso che mi opprimeva la coscienza. Godetti un giorno di pace, mi sembrò un giorno di Paradiso.

Il Confessore mi confidò che aveva fatto per me un triduo a San Giuseppe e che quello era il terzo giorno.

Io scongiuro coloro che fossero caduti nella mia disgrazia, a ricorrere a San Giuseppe per essere assistiti a confessarsi bene e a riacquistare la pace.

Fioretto - Esaminare la coscienza per vedere se si è taciuto o con essato male qualche grave peccato.

Giaculatoria - Divino Spirito, purifica e rafforza l'anima mia!

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it

Tratto da San Giuseppe di don Giuseppe Tomaselli

Il 26 Gennaio 1918, compiendo il sedicesimo anno d'età, mi recai alla Chiesa Parrocchiale. Il Tempio era deserto. Entrai nel Battistero e lì m'inginocchiai presso il Fonte Battesimale.

Pregai e meditai: In questo luogo, sedici anni or sono, fui battezzato e rigenerato alla grazia di Dio. Fui messo allora sotto la protezione di San Giuseppe. In quel giorno, fui scritto nel libro dei vivi; un altro giorno sarò scritto in quello dei morti. -

Sono ormai passati tanti anni da quel giorno. La giovinezza e la virilità sono trascorse nell'esercizio diretto del Ministero Sacerdotale. Quest'ultimo periodo della vita l'ho destinato all'apostolato della stampa. Ho potuto mettere in circolazione un discreto numero di libretti religiosi, ma mi sono accorto di una lacuna: a S. Giuseppe, di cui porto il nome, non ho dedicato alcuno scritto. E' doveroso scrivere qualche cosa in suo onore, per ringraziarlo dell'assistenza datami sin dalla nascita e per ottenere la sua assistenza nell'ora della morte.

Non intendo narrare la vita di San Giuseppe, bensì fare pie riflessioni per santificare il mese che precede la sua festa.