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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Com’ è bello vedere una persona non legata ad alcun bene materiale, pronta ad ogni atto di virtù e carità, indifferente a questo o a quella prova, alle consolazioni o tribolazioni, purché si faccia la volontà di Dio!
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Marzo, mese dedicato a San Giuseppe



San Giuseppe



18 marzo: Operaio modello

Pater noster - San Giuseppe, prega per noi!

Un quadro del pittore Maurice Denis rappresenta l'officina di Nazareth. Gesù è seduto tra i suoi arnesi di legnaiolo, attorniato da un gruppo di lavoratori, ai quali espone la sua dottrina. In un angolo, vicino alla porta di casa, sta la Vergine, attenta alle parole di Gesù, mentre compie un lavoretto a mano. Al centro del quadro c'è San Giuseppe, appoggiato al banco di lavoro.

Il Santo Patriarca fu un grande lavoratore nella sua umile bottega. Non fu la qualità del lavoro che lo rese grande, ma lo spirito che lo animava: ubbidire alla legge universale del lavoro e procurare il pane quotidiano al Figlio di Dio ed alla Regina del Cielo.

La Chiesa ha apprezzato la sua vita laboriosa e gli ha dato un titolo particolare «San Giuseppe Operaio».

La festa di « San Giuseppe Operalo» ricorre ogni anno il primo maggio.

La classe operaia solennizza il primo maggio con la Festa del Lavoro. Un tempo solcava essere la festa dei senza-Dio, comunisti e socialisti. Il Sommo Pontefice Pio XII volle darle un aspetto eminentemente religioso esortando i lavoratori cristiani a rendere onore a San Giuseppe con la preghiera e con l'imitarlo nella santificazione del lavoro.

La Sacra Liturgia del primo maggio fa rivivere gli esempi della bottega di Nazareth e pone San Giuseppe quale intercessore presso la Divinità a vantaggio dell'umanità affaticata.

E' questa la preghiera della Messa: « O Dio, Creatore di ogni cosa, che hai dato al genere umano la legge del lavoro, concedi benignamente che ad esempio e per intercessione di San Giuseppe possiamo felicemente compiere le opere che tu comandi e conseguire i premi che tu prometti ». San Giuseppe, dunque, c'insegna a santificare le nostre fatiche.

La fatica del lavoro, oltre ad essere fonte di benessere materiale, è anche sorgente di beni celesti, perché se si compie con spirito di fede, fa scontare i peccati e fa aumentare il grado di gloria in Paradiso.

Al principio del lavoro si sollevi la mente a Dio e si offra la fatica in unione ai meriti del lavoro di San Giuseppe. E' bene rinnovare questa santa offerta altre volte durante il giorno.

Esempio
Nel 1930 a Buenos Aires c'era un Ospizio di tisici, affidato alle Figlie della Carità.

Le spese qoutidiane superavano le entrate, cosicché la Superiora si trovò in brutte acque. Il padrone dell'edificio era un uomo inesorabile; non ricevendo la somma dell'affitto, stanco di attendere, ordinò lo sfratto.

Si era all'ultimo giorno. La Superiora, non sapendo cosa fare, diede ordine di non ammettere alcuno a parlare con lei.

Era sera e si chiuse in camera. Qui pregò San Giuseppe con fede, affidando a lui la triste situazione.

Nella serata si presentarono al portone dell'Ospizio due Suore, di cui una era la Superiora Generale delle Religiose Gianelline di Bobbio. La portinaia non voleva farle entrare, in base all'ordine ricevuto; ma dopo insistenze chiamò la Superiora.

Si svolse questo colloquio: Sono la Madre Generale di un Ordine Religioso; domani partirò per l'Italia. Eseguisco una commissione, ricevuta quest'oggi. Qui, a Buenos Aires, risiede un italiano che mi ha consegnata una grossa somma per quest'Ospizio. Mi ha detto che intende ringraziare per le cure che ha ricevuto tempo addietro in questo ricovero. La Superiora scoppiò in pianto e disse: San Giuseppe mi è venuto in soccorso! Con questa somma non ci sarà lo sfratto! -

L'episodio fu narrato in Italia dalla stessa Madre Generale delle Suore Gianelline di Bobbio.

Fioretto - Prima di lavorare e dopo, recitare un Pater ad onore di San Giuseppe.

Giaculatoria - San Giuseppe, prega per la classe operaia!

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it

Tratto da San Giuseppe di don Giuseppe Tomaselli

Il 26 Gennaio 1918, compiendo il sedicesimo anno d'età, mi recai alla Chiesa Parrocchiale. Il Tempio era deserto. Entrai nel Battistero e lì m'inginocchiai presso il Fonte Battesimale.

Pregai e meditai: In questo luogo, sedici anni or sono, fui battezzato e rigenerato alla grazia di Dio. Fui messo allora sotto la protezione di San Giuseppe. In quel giorno, fui scritto nel libro dei vivi; un altro giorno sarò scritto in quello dei morti. -

Sono ormai passati tanti anni da quel giorno. La giovinezza e la virilità sono trascorse nell'esercizio diretto del Ministero Sacerdotale. Quest'ultimo periodo della vita l'ho destinato all'apostolato della stampa. Ho potuto mettere in circolazione un discreto numero di libretti religiosi, ma mi sono accorto di una lacuna: a S. Giuseppe, di cui porto il nome, non ho dedicato alcuno scritto. E' doveroso scrivere qualche cosa in suo onore, per ringraziarlo dell'assistenza datami sin dalla nascita e per ottenere la sua assistenza nell'ora della morte.

Non intendo narrare la vita di San Giuseppe, bensì fare pie riflessioni per santificare il mese che precede la sua festa.