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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Dobbiamo avere amore, gentilezza ed eroismo che tocchi il cuore di Dio e porti molte anime al cuore ferito di Gesù. Come debbono essere pure le nostre mani se devono toccare il corpo di Cristo così come il sacerdote lo tocca sotto le apparenze del pane sull'al­tare! con quanto amore, devozione e fede egli alza l'Ostia Consacrata: dobbiamo avere gli stessi sentimenti quando solleviamo il corpo di un povero mala­to. Mettiamo lo stesso amore, la stessa fede e devozio­ne nei nostri atti ed egli lo accetterà come se l'avessi­mo fatto personalmente a lui.
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Marzo, mese dedicato a San Giuseppe



San Giuseppe



11 marzo: Fuggi in Egitto!

Pater noster - San Giuseppe, prega per noi!

La strage degl'innocenti era prossima; già i soldati si disponevano ad eseguire l'ordine del re.

San Giuseppe, ignaro del pericolo, quella notte riposava serenamente, quand'ecco apparirgli un Angelo del Signore e dirgli: Alzati, prendi il Bambino e la sua Madre e fuggi in Egitto; rimani là finché io non te ne dia avviso, poiché Erode cercherà del Bambino per farlo morire. (S. Matteo 11-13).

San Giuseppe avrebbe potuto presentare all'Angelo le sue difficoltà: Perché Dio non impedisce ad Erode di fare il male? Perché andare lontano e non nascondersi invece li stesso, in un luogo sicuro?... Non basterebbe allontanarsi alquanto da Betlem?... Perché andare proprio in Egitto?... - Niente di tutto ciò. Conosciuta la volontà di Dio, San Giuseppe non tardò ad eseguirla; si alzò da letto, sveglió la Madonna, preparò l'occorrente e mentre era ancora notte partì da Betlem.

Con i mezzi di allora il viaggio non poté durare meno di una settimana.

La Sacra Famiglia si stabilì vicino al Cairo e precisamente nel villaggio di Matarich, poco distante dal pozzo, che ancora oggi è chiamato il « pozzo di Maria ». La tradizione dice che qui la Madonna. veniva ad attingere acqua ed a lavare i panni.

In Egitto San Giuseppe attendeva al lavoro di falegname, rassegnato al volere di Dio in tutti i disagi, che suole apportare la vita in terra straniera.

Intanto Gesù cresceva ed era il più dolce conforto di Maria e di Giuseppe. Passato qualche tempo, quando ormai si erano acclimatati in Africa, l'Angela del Signore apparve nuovamente di notte a S. Giuseppe e gli disse: Sorgi, prendi il Bambino e la Madre e ritorna nella terra d'Israele, poiché sono morti coloro che volevano uccidere il Bambino. (San Matteo II - 20).

Non discusse l'ordine divino e s'accinse a partire. Giunto al confine della Palestina, s'informò chi fosse il re della Giudea e seppe che regnava Archelao, figlio del defunto Erode.

Questa notizia lo turbò e lo lasciò perplesso sulla scelta della dimora: E' prudente stabilirmi in Giudea? Ovvero è meglio ritornare in Gallea a Nazareth?...

Illuminato da Dio, decise di andare a Nazareth, sia perchè città natia e sia perché lontana dai grandi centri; in tal modo Gesù sarebbe sfuggito al controllo del re Archelao.

Nella fuga in Egitto, come del resto in ogni triste circostanza, rifulsero in San Giusepe l'abbandono in Dio, la pronta ubbidienza ai cenni dell'Angelo, la fortezza nel superare le avversità e la grande prudenza.

Esempio
Il Vescovo Monsignor Comboni intraprese molte opere di bene; la principale fu quella delle Missioni. Riconoscendo che gli sarebbe occorso molto denaro, ebbe l'idea di costituire San Giuseppe Economo Generale delle sue opere. Nelle necessità si rivolgeva a lui. Per essere più animato alla fiducia, teneva sul tavolo la statua del Santo.

Un giorno il fornaio gli disse: Eccellenza, sono venuto per avere il denaro del pane fornito ai suoi Missionari.

- Abbia un po' di pazienza! Oggi sono al verde.

- Non posso più attendere! - Ritorni domani e l'avrà. -

Il Vescovo non voleva mancare di parola. Non sapendo a chi rivolgersi per aiuto, pregò San Giuseppe: Se non mi mandate il denaro necessario, vi metto con la faccia al muro! - e voltò la statua del Patriarca. Non fu questo un gesto di disprezzo, ma di grande fiducia.

Da lì a poco ricevette la visita di un signore. - Eccellenza, non mi chieda chi io sia e chi mi mandi qui. Ho soltanto da consegnarle questa busta. -

Il Vescovo l'aprì e trovò il denaro necessario per pagare il pane; subito mandò a chiamare il fornaio.

- Eccellenza, esclamò questi, come ha fatto a trovare subito questo denaro? - Ci ha pensato San Giuseppe.

- Sono meravigliato! Per esserle grato che mi salda tutto il debito, le lascio una offerta per le sue Missioni.

- Meglio così, soggiunse il Vescovo. Sono doppiamente grato a San Giuseppe, il quale è un banchiere che non fallisce mai. -

Fioretto - Ubbidire nelle cose spiacevoli, senza lamentarsi.

Giaculatoria - San Giuseppe, aiutami ad essere ubbidiente!

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it

Tratto da San Giuseppe di don Giuseppe Tomaselli

Il 26 Gennaio 1918, compiendo il sedicesimo anno d'età, mi recai alla Chiesa Parrocchiale. Il Tempio era deserto. Entrai nel Battistero e lì m'inginocchiai presso il Fonte Battesimale.

Pregai e meditai: In questo luogo, sedici anni or sono, fui battezzato e rigenerato alla grazia di Dio. Fui messo allora sotto la protezione di San Giuseppe. In quel giorno, fui scritto nel libro dei vivi; un altro giorno sarò scritto in quello dei morti. -

Sono ormai passati tanti anni da quel giorno. La giovinezza e la virilità sono trascorse nell'esercizio diretto del Ministero Sacerdotale. Quest'ultimo periodo della vita l'ho destinato all'apostolato della stampa. Ho potuto mettere in circolazione un discreto numero di libretti religiosi, ma mi sono accorto di una lacuna: a S. Giuseppe, di cui porto il nome, non ho dedicato alcuno scritto. E' doveroso scrivere qualche cosa in suo onore, per ringraziarlo dell'assistenza datami sin dalla nascita e per ottenere la sua assistenza nell'ora della morte.

Non intendo narrare la vita di San Giuseppe, bensì fare pie riflessioni per santificare il mese che precede la sua festa.