Santo Rosario on line

Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Oggi, trova il tempo per la preghiera. Prega innanzitutto il rosario. Continua a pregare anche quando senti che la tua preghiera è arrida o meccanica o quando sei assalito dalle distrazioni. La tua decisione di pregare piace al Signore, il tempo che offri a Dio è prezioso ai Suoi occhi ed è di grande beneficio per te e per le persone per cui preghi. Se perseveri nella preghiera i disegni di Dio sulla tua vita si realizzeranno presto. È la preghiera che ti trasforma e fa di te una creatura nuova. Nella preghiera troverai le soluzioni ai tuoi problemi e alle preoccupazioni. Attraverso la preghiera Gesù, insieme a Maria, condurrà il tuo cuore nella Sua intimità e nella gioia profonda.
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Marzo, mese dedicato a San Giuseppe



San Giuseppe



10 marzo: I Magi

Pater noster - San Giuseppe, prega per noi!

Gesù nacque nella grotta. Siccome San Giuseppe era pieno d'attenzioni per il Bambino Gesù e la Madonna, non volendo riprendere subito il viaggio di ritorno verso Nazareth,fece di tutto per trovare a Betlem una casetta, ove dimorare per qualche tempo. Era ben giusto del resto non lasciare parecchie settimane la Sacra Famiglia in una stalla. L'Evangelista S. Matteo (V - II) accenna a ciò, quando parlando dei Magi dice: Entrarono nella casa e trovarono il Bambino con Maria, sua Madre. -

Mentre erano in questa casetta, ricevettero la visita dei Re Magi. San Giuseppe fece gli onori di casa, come capo della famiglia.

Tre importanti personaggi, accompagnati dal loro seguito, si trovarono davanti ad un povero operaio. Non si credettero delusi. La stella misteriosa li aveva guidati e la luce divina li aveva anche pervasi interiormente, cosicché non si meravigliarono di vedere in un'umile dimora il tenero Bambino, la Vergine Madre ed il modesto Sposo di Lei.

San Giuseppe godette di quella visita, pensando che non erano soltanto i semplici pastori ad adorare Gesù, ma anche i potenti della terra.

I Magi raccontarono la storia del loro, viaggio, parlarono della stella e dell'incontro avuto col re Erode. Consegnarono a San Giuseppe i loro mistici doni: incenso, oro e mirra.

Dice la tradizione che San Giuseppe offrì al Tempio l'incenso e la mirra e riservò l'oro per le necessità della famiglia. Infatti era la Provvidenza che veniva in aiuto, essendo prossima la partenza per l'Egitto.

I Magi trascorsero a Betlem giorni di Paradiso; la compagnia della Madonna e di San Giuseppe e la presenza di Gesù procurarono loro tanta gioia da sentirsi ripagati dei sacrifici del viaggio.

Già pensavano di ripassare da Erode, per informarlo che avevano trovato il nato Messia, persuasi che anche lui sarebbe venuto ad adorarlo.

Ma quale diversità di sentimenti tra i Magi ed Erode! I primi erano retti, mentre il re era malvagio. Nella sua gelosa superbia il monarca credeva che il Messia con l'andare degli anni sarebbe divenuto il Re di Israele e gli avrebbe tolto il trono; quindi conveniva ucciderlo mentre era ancora in fasce.

Il nefando disegno di Erode era sconosciuto a tutti, ma era noto a Dio, che scruta i cuori. Dio allora mandò un Angelo ai Magi per avvertirli di non ripassare da Erode e di ritornare ai loro paesi per altra via.

Il re intanto aspettava con ansia la seconda visita dei Magi; passato del tempo, si convinse di essere stato deluso. Allora attuò il pessimo disegno. Senza destare sospetto, mandò di notte tempo i soldati a Betlem per uccidere tutti i bambini, dai due anni in giù, e non solo dl Betlem, ma anche dei dintorni. Sperava che nella strage sarebbe stato coinvolto anche il Messia. Ma Dio vegliava sulla Sacra Famiglia e rese vane le insidie di Erode.

Esempio
Era la vigilia della festa di San Giuseppe. In uno scompartimento del treno Magonza-Colonia stavano due viaggiatori, un Sacerdote ed un mercante.

Il Sacerdote si accorse che quel signore pregava; lo interruppe nella preghiera e gli rivolse qualche domanda. Venne a sapere che era molto devoto di San Giuseppe e che rientrava in famiglia per trascorrere la festa del Patriarca con la moglie ed i figli. - Dunque, disse il Sacerdote, San Giuseppe è il vostro Patrono? - No, è il Patrono di mia moglie, che si chiama Giuseppina. Il 19 Marzo mi è tanto caro per tutto ciò che nella vita mi è capitato. Fui educato cristianamente; nella gioventù mi allontanai dalla Religione. Mia moglie si affliggeva a vedermi trascurato nell'anima; quando essa alla sera pregava davanti ad un altarino di San Giuseppe, io la burlavo. Cinque anni addietro, in occasione del suo onomastico, le feci un bel regalo; ricevendolo mi disse: Avrei preferito un regalo più prezioso!

- E quale?

- La tua anima! - e cominciò a piangere.

Per consolarla le promisi di accontentarla.

M'invitò ad andare in Chiesa in sua compagnia per ascoltare la predica su San Giuseppe. Accettai. Il predicatore disse fra l'altro: Mai nessuno ha invocato San Giuseppe, senza sentirne la protezione!

Uscendo dalla Chiesa, la moglie mi disse: Tu che spesso sei in viaggio, promettimi che nei pericoli invocherai sempre San Giuseppe. -

Qualche tempo dopo il treno sul quale viaggiavo ebbe un terribile urto. Gridai: San Giuseppe, aiutami! - Nel mio scompartimento eravamo in sette; sei morirono e solo io rimasi vivo.

Da quel giorno sono divenuto Cristiano fervente e tutti gli anni, il 19 Marzo, adorno di fiori e di ceri l'altarino di San Giuseppe e con la mia famiglia mi prostro per ringraziarlo e pregarlo di cuore.

Fioretto - Recitare Tre Pater, Ave e Gloria ad onore di San Giuseppe per la conversione dei peccatori più ostinati.

Giaculatoria - San Giuseppe, terrore dei demoni, prega per noi!

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it

Tratto da San Giuseppe di don Giuseppe Tomaselli

Il 26 Gennaio 1918, compiendo il sedicesimo anno d'età, mi recai alla Chiesa Parrocchiale. Il Tempio era deserto. Entrai nel Battistero e lì m'inginocchiai presso il Fonte Battesimale.

Pregai e meditai: In questo luogo, sedici anni or sono, fui battezzato e rigenerato alla grazia di Dio. Fui messo allora sotto la protezione di San Giuseppe. In quel giorno, fui scritto nel libro dei vivi; un altro giorno sarò scritto in quello dei morti. -

Sono ormai passati tanti anni da quel giorno. La giovinezza e la virilità sono trascorse nell'esercizio diretto del Ministero Sacerdotale. Quest'ultimo periodo della vita l'ho destinato all'apostolato della stampa. Ho potuto mettere in circolazione un discreto numero di libretti religiosi, ma mi sono accorto di una lacuna: a S. Giuseppe, di cui porto il nome, non ho dedicato alcuno scritto. E' doveroso scrivere qualche cosa in suo onore, per ringraziarlo dell'assistenza datami sin dalla nascita e per ottenere la sua assistenza nell'ora della morte.

Non intendo narrare la vita di San Giuseppe, bensì fare pie riflessioni per santificare il mese che precede la sua festa.