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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska: Gesù, che conosci la mia debolezza, resta con me durante quest'anno. Sostieni il mio essere, guida le mie azioni: sii per me «il maestro». M'impaurisce la mia miseria, ma mi rassicura il pensiero della tua misericordia, che è più grande della mia miseria sulla misura dell'eternità. Quando io provo questa convinzione, sento su di me il tuo potere. O gioia, che derivi dalla conoscenza di noi stessi! O verità immutabile di un'infinita misericordia, il tuo valore è eterno!
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Maggio, mese di Maria - Meditazioni sulla Madre di Dio di Don Giuseppe Tomaselli



Maria



Ventiquattresimo giorno - Terzo dolore: SMARRIMENTO DI GESÙ

Ave Maria.

Invocazione. - Maria, Madre di mi­sericordia, pregate per noi!

Avvenne che Gesù, all'età di dodici anni, essendo andato con Maria e Giu­seppe a Gerusalemme secondo la consue­tudine della festa ed essendo finiti i gior­ni della festa, rimase in Gerusalemme e non se ne accorsero i suoi parenti. Cre­dendo che Egli fosse nella comitiva dei pellegrini, fecero un giorno di cammino e lo cercarono tra gli amici e i conoscen­ti. E non avendolo trovato, ritornarono a Gerusalemme per cercarlo. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai Dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Quelli che ascoltavano, si stupivano della sua prudenza e delle sue risposte. Maria e Giuseppe, vedendo­lo, si meravigliarono; e la Madre gli dis­se: « Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco tuo padre ed io, addolorati, ti abbia­mo cercato! - E Gesù rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo trovarmi in quelle cose che riguardano il Padre mio? - Ed essi non compresero il significato di queste parole. E discese Gesù con loro e venne a Nazaret; e sta­va soggetto ad essi. E la Madre sua con­servava tutte queste parole nel suo cuo­re (S. Luca, II, 42).

Il dolore che provò la Madonna nello smarrimento di Gesù, fu tra i più acerbi della sua vita. Più prezioso è il tesoro che si perde, più dolore si ha. E quale tesoro più prezioso per una madre che il proprio figlio? Il dolore è in rapporto all'amore; quindi Maria, che viveva so­lo dell'amore di Gesù, dovette sentire in modo straordinario la puntura della spada nel suo cuore.

La Madonna in tutte le pene conservò il silenzio; mai una parola di lamento. Ma in questo dolore esclamò: Figlio, per­ché ci hai fatto questo? - Di certo non intendeva rimproverare Gesù, ma fare un'amorosa lagnanza, non conoscen­do lo scopo di quanto era avvenuto.

Ciò che soffrì la Vergine in quei tre lunghi giorni di ricerca, non possiamo comprenderlo appieno. Nelle, altre pene aveva la presenza di Gesù; nello smar­rimento mancava tale presenza. Dice 0­rigène che forse il dolore di Maria fu intensificato da questo pensiero: Che Ge­sù si sia smarrito per colpa mia? - Non c'è maggior pena per un'anima a­mante che il timore d'avere disgustata la persona amata.

Il Signore ci ha dato la Madonna co­me modello di perfezione e ha voluto che soffrisse, e moltissimo, per farci com­prendere che la sofferenza è necessaria ed apportatrice di beni spirituali la la pazienza è indispensabile per segui e Gesù che porta la Croce.

L'angoscia di Maria ci dà degli inse­gnamenti per la vita spirituale. Gesù ha una moltitudine di anime che lo amano davvero, servendolo con fedeltà e non a­vendo altro di mira che fargli piacere. Di tanto in tanto Gesù si nasconde a loro, cioè non fa sentire la sua presenza, e le lascia nell'aridità spirituale. Spesso que­ste anime si turbano, non sentendo il pri­mitivo fervore; credono che le preghiere recitate senza gusto non siano gradite a Dio; pensano che sia un male il fare il bene senza slancio, anzi con ripugnanza; in balia delle tentazioni, ma sempre con la forza di resistere, temono di non pia­cere più a Gesù.

Costoro si sbagliano! Gesù permette l'aridità anche alle anime più elette, af­finché si distacchino dai gusti sensibili ed affinché abbiano a soffrire molto. In­vero l'aridità è per le anime amanti una dura prova, spesso un'angosciosa agonia, pallidissima immagine di quella provata dalla Madonna nello smarrire Gesù.

A chi è tribolato in questo modo, si raccomanda: la pazienza, aspettando l'o­ra della luce; la costanza, non tralascian­do alcuna preghiera od opera buona, su­perando la noia o l'abbattimento; dire spesso: Gesù, ti offro la mia angoscia, in unione a quella che tu provasti nel Get­semani e che la Madonna provò nel tuo smarrimento! -

Esempio
Il Padre Engelgrave narra che una povera anima era angosciata per afflizio­ni di spirito; per quanto bene facesse, credeva di non piacere a Dio, anzi di di­sgustarlo. , Era devota della Madonna Addolora­ta; a Lei pensava spesso nelle sue pene e contemplandola nei suoi dolori ne ri­ceveva conforto.

Ammalatasi gravemente, il demonio approfittò per tormentarla di più con i soliti timori. La Madre pietosa venne in aiuto della sua devota e le apparve per assicurarla che il suo stato spirituale non dispiaceva a Dio. Così le disse: Perché temi i giudizi di Dio e ti rattristi? Tu tante volte mi hai consolata, compaten­do i miei dolori! Sappi che è proprio Gesù che mi manda a te per darti sollievo. Consolati e vieni con me in Paradiso! -

Piena di confidenza, quell'anima de­vota dell'Addolorata, spirò.

Fioretto.
- Non pensare male del prossimo, non mormorare e compatire chi sbaglia.

Giaculatoria.
- O Maria, per le la­crime versate sul Calvario, consolate le anime tribolate!