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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

San Filippo Neri:Un giorno gli si presentò un giovane patrizio chiedendo di poter entrare a far parte dei preti dell’Oratorio. Il Santo gli rivolse alcune domande, e, avendo capito che non era stoffa da prete perché pieno di spirito mondano e orgoglioso, lo volle mettere alla prova. Andò in camera, tirò fuori una coda di volpe e la porse al giovane dicendo: Prendi questa coda, attaccala dietro le tue vesti e fa un giretto per le strade di Roma mantenendo un contegno serio. Il giovane si mostrò offeso e scattò a dire: Non sono venuto a cercare una vergogna, o per fare delle pazzie! Ebbene, gli disse allora Filippo, la vita religiosa non è per. te. Sappi che qui non c’è da aspettarsi onori o ricchezze, ma rinunce e mortificazioni. Un’altra volta andarono da lui per visitarlo due cappuccini, uno giovane e uno vecchio. Filippo diede loro un’occhiata e gli sembrò che il giovane avesse più spirito religioso che il vecchio. Volle farne la prova usando anche qui i suoi metodi, studiando il modo di umiliare il giovane. L’occasione gli venne offerta quasi subito. Il frate giovane sputò a terra davanti a Filippo senza alcun riguardo. Filippo allora ostentò un impeto di collera e con finto sdegno proruppe in una solenne ramanzina: Che educazione è questa! Fila via di qui! E così dicendo minacciava di percuoterlo sulla testa con una delle ciabatte che s’era tolto dai piedi. Il malcapitato non si scompose per nulla, mentre il confratello più anziano era già tutto turbato. E Filippo continuava: Levati di dosso quel mantello da religioso che non sei degno di portarlo... Il fraticello, allora, lietamente e per nulla offeso, rispose: Padre, ha ragione, andrò volentieri senza mantello non solo perché non sono degno di portarlo, ma anche... perché non ho freddo... e poi. perché stamattina ho mangiato molto... Padre Filippo non se ne dette per inteso; aggiunse altre aspre parole e alla fine senza alcun segno di cortesia licenziò i due frati. Ma appena quelli furono giunti in fondo alle scale, li fece richiamare. Andò incontro al giovane che aveva così bistrattato e con il contegno più affabile di questo mondo, lo abbracciò, gli fece mille cortesie, e congedandolo gli disse: Figliuolo, persevera in con questa tua allegrezza, perché questa è la vera via per trarre profitto nella virtù.
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Maggio, mese di Maria Santissima - Meditazioni di don Bosco



Maria



Giorno sesto. I Pastori della Chiesa.

- v. Deus, in adjutorium meum intende.
- n. Domine ad adjuvandum me festina.
- Gloria Patri etc.
- Gesù mio, misericordia

1. La Chiesa è una congregazione di fedeli cristiani sparsi per tutto il mondo, che a guisa di un numeroso gregge sono governati da un pastore supremo che è il Romano Pontefice. Ma se ciascun cristiano dovesse avere direttamente relazione col Vicario di Gesù Cristo, con difficoltà egli potrebbe far pervenire a lui le sue parole, e di rado comunicargli i suoi pensieri. Dio però pensò e provvide a tutti i bisogni dell'anima nostra. Ascoltate, è questo uno dei più bei tratti del cattolicismo. Dio stabilì s. Pietro Capo della Chiesa, e morto lui, succedettero i Romani Pontefici nel governo della medesima, e si succedettero in modo, che dal regnante Pio IX ne abbiamo la serie non interrotta fino a s. Pietro, e da s. Pietro abbiamo la serie dei Pontefici uno successore dell'altro, che ci conservarono intatta la Santa Religione di Gesù Cristo fino a noi.

Gli Apostoli poi esercitarono il loro Apostolato d'accordo e dipendenti da s. Pietro. Agli Apostoli succedettero altri vescovi, che sempre d'accordo e sempre dipendenti dal successore di s. Pietro governarono le varie Diocesi della cristianità. I vescovi accolgono le suppliche, sentono i bisogni de' popoli e li fanno pervenire fino alla persona del Supremo Gerarca della Chiesa. Il Papa poi, secondo il bisogno, comunica i suoi ordini ai vescovi di tutto il mondo, che poi li partecipano ai semplici fedeli cristiani.

Oltre gli Apostoli, Gesù Cristo stabilì settantadue discepoli, che mandò in varii paesi a predicare il Vangelo. Gli Apostoli pure ordinarono sette diaconi, ed altri ministri, che li aiutassero nella predicazione del Vangelo, e nell' amministrazione dei Sacramenti. Così tra noi, oltre il Papa ed i vescovi, ci sono altri sacri ministri specialmente i parroci, i quali strettamente uniti e d'accordo coi vescovi aiutano questi nella predicazione e nell' amministrazione dei Sacramenti, li aiutano a mantenere l'unità della fede e soprattutto a conservare stretta relazione col Capo della religione, la qual cosa è indispensabile per tenere ognor lontano l'errore dalle verità della fede.

2. Onde noi possiamo dire che i nostri parroci ci uniscono coi Vescovi, i vescovi col Papa, il Papa ci unisce con Dio. Di più i sacri pastori che governano le chiese particolari essendosi regolarmente succeduti sempre dipendenti dal Papa, sempre insegnando la stessa dottrina, amministrando i medesimi Sacramenti, ne segue la certezza che i ministri della Chiesa cattolica in ogni tempo e in ogni luogo hanno sempre praticato la medesima fede, la medesima legge, i medesimi sacramenti, come furono predicati dagli Apostoli, e come furono istituiti dal nostro Signor Gesù Cristo.

3. Siamo adunque docili alle voci dei sacri ministri, come le pecore lo debbono essere alla voce del loro pastore. Dio ce li ha dati per nostri maestri nella scienza della religione; dunque andiamo da essi ad impararla e non dai maestri mondani. Dio ce li ha dati per guida nel cammino del cielo, dunque seguitiamoli ne' loro ammaestramenti. Dio disse a' suoi ministri: qui vos audit, me audit; chi ascolta voi, ascolta me: qui vos spernit, me spernit; chi disprezza voi, disprezza me. Pertanto andiamo volentieri ad ascoltarli nelle prediche, nelle istruzioni, nei catechismi, nelle spiegazioni dei Vangelo. Secondiamoli nei consigli che ci danno quando ci accostiamo ai Sacramenti, o quando ci istruiscono per riceverli degnamente; ascoltiamo le loro voci come se venissero da Gesù Cristo medesimo.

Esempio.

Il fatto avvenuto a s. Romano quando era condotto ai martirio, può darci norma della risposta che possiamo dar noi quando siamo interrogati intorno ai motivi della nostra credenza. Questo santo crudelmente tormentato da un prefetto di nome Asclepiade, mirando la durezza del tiranno, volle provare di ammollirlo con un miracolo. Voltosi a lui, Asclepiade, gli disse, se non credi a me, interroga quel bambino che tu vedi tra le braccia di sua madre, e dalla sua innocente bocca udrai confermato quanto io ti ho predicato e ti predico intorno alla mia religione. Il prefetto rimirò il bambino, e persuaso che per l'età sua fosse incapace di articolar parola, dissegli per ischerzo: sai tu dirmi chi sia il Cristo che i cristiani adorano? Allora il bambino alzò francamente la voce e forte gridò: Gesu Cristo adorato dai cristiani è il vero Dio. Chi ti disse questo? ripigliò Asclepiade. L'altro replicò: lo disse mia madre, cioè la Chiesa. E chi lo disse a tua madre, disse il prefetto maravigliato? A mia madre lo disse Iddio: mihi mater, matri Deus. Cosi dovrebbero rispondere i cristiani qualora fossero interrogati intorno alla verità della fede. Chi ha detto che Gesù Cristo è figliuolo di Dio, che' è morto per salvarci, che ci ha da giudicare tatti insieme alla fine del mondo? Chi l'ha detto? L'hanno detto i sacri ministri, che l'hanno imparato dalla nostra madre che è la Chiesa; la Chiesa lo imparò da Dio medesimo. Mihi mater matri Deus. (Boll. in s. Romano).

Giaculatoria.

Fate che io ascolti,
O mio Signor,
Le voci provvide
Del mio pastor.

Che l'alma mia
Tutta gli affidi,
Sicchè sicuro
Al ciel mi guidi.

Preghiera.

Ricordatevi o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo, che da Voi sia stato rigettato od abbandonato alcuno, il quale implori i vostri favori. Io animato da questa fiducia, mi presento a voi. Non vogliate o madre del Verbo Eterno disprezzare le preghiere di questo vostro umilissimo figlio, uditelo favorevolmente, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria