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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Il digiuno ha un grande valore: non è fine a se stesso, ma un mezzo per incontrare Dio. Digiunare non significa morire di fame né annullarsi bensì sentirsi amati e bisognosi di Dio. Digiunando l'uomo si libererà da sé stesso e dal desiderio di possesso, accetterà con gratitudine ciò che ha e comprenderà ciò di cui ha bisogno. Con il digiuno l'armonia ritorna nel corpo e nel cuore viene ripristinata la scala dei valori e il primato di Dio. Il digiuno prepara l'anima alla preghiera e apre alla carità. Con il digiuno si è più disponibili verso gli altri. Il Signore vuole che digiuniamo con gioia e amore e non con tristezza e costrizione: nell'amore la privazione dà senso di completezza.
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Maggio, mese di Maria Santissima - Meditazioni di don Bosco



Maria



Giorno quarto. La Chiesa di Gesu Cristo.

- v. Deus, in adjutorium meum intende.
- n. Domine ad adjuvandum me festina.
- Gloria Patri etc.
- Gesù mio, misericordia

1. Il nostro Divin Salvatore disceso dal cielo per salvarci volle stabilire un mezzo onde fosse assicurate il deposito della fede fondando un regno spirituale sopra la terra. Questo regno è la sua Chiesa ovverò la congregazione dei fedeli cristiani di tutto il mondo, che professano la dottrina di Gesù Cristo sotto la condotta de' legittimi pastori, e specialmente del Romano Pontefice che ne è il capo da Dio stabilito. Questa Chiesa qual madre amorosa doveva in ogni tempo e in ogni luogo ricevere tutti coloro che avessero voluto rifuggiarsi nel suo materno seno; ed essere perciò in ogni tempo visibile ed accessibile a tutti. Quindi nel Vangelo questa Chiesa è paragonata ad una colonna, contro cui nulla valgono gli assalti dei nemici delle anime. È paragonata ad una pietra, sopra cui poggia un grande edifizio che deve durare fino alla fine de' secoli. Tu sei Pietro, disse Gesù Cristo al Principe degli Apostoli nel costituirlo capo della Chiesa, tu sei Pietro, e sopra questa pietra fonderò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non la potranno vincere.

Gesù Cristo raccomandò ai suoi seguaci che nascendo questioni tra di loro, ne differissero la risoluzione alla Chiesa: dic ecclesiæ; che se taluno rifiutasse di ascoltare la Chiesa abbilo siccome gentile e pubblicano: quod si ecclesiam non audierit. sit tibi tamquam ethnicus et publicanus. Questa Chiesa è la colonna ed il fondamento di ogni verità, sicchè ogni dottrina che non poggia sopra il fondamento di questa Chiesa, poggia sopra l'errore: ecclesia est columna et fundamentum veritatis, dice s. Paolo.

2. Questa Chiesa poi si dice cattolica, che vuol dire universale, perchè, come si disse, qual madre amorosa accoglie in tutti i tempi e in tutti i luoghi quelli che vogliono venire al materno suo seno. Universale perchè abbraccia tutta la dottrina insegnata da Gesù Cristo e predicata dagli Apostoli.

Dicesi anche Santa, perchè il fondatore di Lei, che è Gesù Cristo, è il fonte di ogni santità; niuno può essere santo fuori di questa Chiesa, giacchè soltanto in essa s' insegna la vera dottrina di Gesù Cristo, in essa soltanto si pratica la sua fede, la sua legge, e si amministrano i Sacramenti da Lui istituiti.

Si suole eziandio appellare Apostolica perchè i suoi pastori sono successori degli Apostoli, ed insegnano la medesima dottrina predicata dagli Apostoli come l'hanno imparata da Gesù Cristo.

Si aggiunge poi il titolo di Romana, perchè il suo capo, che è il Papa, è vescovo di Roma, e per questo motivo questa città, una volta capitale del Romano impero, ora è il centro della religione, la capitala del mondo cattolico.

3. E poichè avvi un solo Dio, una sola fede, un solo battesimo, avvi anche una sola vera Chiesa, fuori di cui niuno può salvarsi.

Considera, o cristiano, e trema riflettendo al gran numero di quelli che non sono in grembo della Chiesa cattolica e perciò tutti fuori della strada che conduce al cielo. Considera, e rallegrati in cuor tuo, perchè Dio ti ha creato in questa sua Chiesa, in cui sono tanti mezzi di salvezza. Sii a Dio riconoscente, e per ringraziarlo procura di osservare i precetti che la Chiesa a nome di Dio propone a' suoi figli. Sii costante nell'ascoltare la Messa intiera tutte le Domeniche e le altre feste comandate, osserva i digiuni e le vigilie, e non mangiar carne in venerdì e sabato. Insomma procuriamo di essere cattolici non di nome, ma di fatti, osservando con esattezza quanto la Chiesa comanda, astenendoci da quanto proibisce.

Che se accadesse di parlare o sentir altri a parlare della Chiesa, diportiamoci come rispettosi figli verso l'amorosa loro madre: non diciamo mai cosa alcuna contro a quanto la Chiesa comanda o proibisce; e per quanto sta in noi parliamone sempre bene ed opponiamoci coraggiosamente a chiunque cercasse di parlarne male.

Esempio.

I fasti della Chiesa sono pieni di esempi che dimostrano come Maria fu in ogni tempo non solo il sostegno della Chiesa, ma una madre pietosa che con sollecitudine la più amorosa va in cerca de' suoi figli, operando talvolta luminosi portenti per accrescerne il numero. Noi scegliamo l'esempio di Alfonso Ratisbon, giovane ebreo delle più doviziose famiglie d'Allemagna. Affezionatissimo alla sua religione, era nemico implacabile dei cristiani, specialmente da che un suo fratello aveva abbracciata la fede. Per diporto egli venne a Roma l'anno 1842. Quivi crebbe il suo odio contro alla religione cristiana e l'ardore per l'ebraismo. Era già sul ponto di partire da questa città, quando andò a prendere congedo dal Barone Bussiere, da protestante convertito al cattolicismo. Venne questo signore in discorso di religione con Alfonso, e trovatolo ostinatissimo nel giudaismo, lo pregò almeno per cortesia di lasciarsi mettere al collo la medaglia di Maria. Egli mattamente ridendo di tale divisamento acconsentì. Era il 20 gennaio 1842, allorchè Alfonso lasciato per breve tempo io una chiesa dove era entrato per curiosita, tutto ad un tratto gli scomparve dagli occhi l'edifìzio, ed una piena di luce si riversa sopra di lui e riempie il luogo ove si trova. Quivi di mezzo a que' radianti splendori vede ritta sull'altare, piena di maestà e di dolcezza, la Vergine Maria, come sta sulla medaglia miracolosa. Colla mano gli fa segno che s'inginocchi, e con una forza irresistibile viene tratto verso Maria. Egli è in questo fortunato momento che Alfonso apre gli occhi alla verità, e illuminato dalla fede, rompe in dirotto pianto. Il suo cuore non trovava più conforto che nello sfogarsi in caldi ringraziamenti, e dimandare colle più vive istanze il battesimo. Vi si apparecchiò undici giorni, e il 31 gennaio dell'anno medesimo egli era rigenerato a Cristo, e Maria aveva un figliuolo di più. Una conversione così strepitosa e subitanea venne dalla Santa Sede, dopo diligenti esami, dichiarata miracolosa. Ogni anno si fa una festa in Roma il 20 gennaio in memoria di tal prodigio nella chiesa di s. Andrea delle fratte, luogo ove fa operato il prodigio.

Giaculatoria.

Fate che spiri,
Vergin Maria,
Da buon cattolico
L'anima mia.

Preghiera.

Ricordatevi o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo, che da Voi sia stato rigettato od abbandonato alcuno, il quale implori i vostri favori. Io animato da questa fiducia, mi presento a voi. Non vogliate o madre del Verbo Eterno disprezzare le preghiere di questo vostro umilissimo figlio, uditelo favorevolmente, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria