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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Se sei stata assegnata alle mansioni di cucina, non devi pensare che questo non richieda intelligen­za... Quello star seduti e in piedi, quell'andare innan­zi e indietro o qualsiasi altra mansione assolva, Dio non domanderà a quella Sorella quanti libri ha letto, quanti miracoli ha compiuto; ma le domanderà se ha fatto del suo meglio per amore suo. Ella potrà in tutta sincerità affermare: « Ho fatto del mio meglio ». An­che se il meglio corrisponderà a un insuccesso, questo dovrà essere il meglio che abbiamo saputo fare, il no­stro massimo.
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Santa Brigida di Svezia



Santa Brigida

SPOSA E MADRE

Ulf Gudmarsson aveva appena diciotto anni quan­do sposò la quattordicenne Brigida. In base alla cro­naca di Margareta Clausdotter, Ulf era un giovanot­to di buon carattere, amante della bella vita e dei ca­valli. Pare che non fosse molto colto (simplex, cioè «privo di cultura», è definito negli antichi testi) e che fosse la sua giovane moglie a insegnargli a leggere e scrivere e a indurlo in seguito a studiare legge in ma­niera approfondita. Insieme, i due sposi compirono anche un importante percorso spirituale, così che al­la fine della sua vita Ulf, d'accordo con la moglie, de­cise di ritirarsi a vivere in convento come terziario francescano.

Subito dopo il matrimonio Ulf e Brigida si stabili­rono a Ulvasa, vicino alla città di Motala. Ancor og­gi si conservano le vestigia del grande edificio in cui la coppia visse con i figli. Ulf era spesso assente per svolgere le sue funzioni amministrative o per assolvere incarichi a corte, ma Ulvasa rimase sempre la resi­denza familiare.

La vita di Brigida sposa e madre era molto attiva, non soltanto per la cura dei figli, ma anche per le attività caritative a favore dei poveri. Brigida migliorò gli ospedali della sua regione, ne fondò di nuovi e ne visitava regolarmente gli ammalati.

L'epoca storica in cui Brigida visse come sposa e ma­dre non fu certo tranquilla. Lotte dinastiche, insurre­zioni popolari, guerre dei contadini: re Birger, che ave­va fatto morire di fame in una torre i due fratelli Erik e Waldemar che gli contendevano il potere, fu detro­nizzato nel 1319 da nobili e governatori, tra i quali c'e­rano anche il padre e il marito di Brigida; questi eles­sero re il piccolo Magnus, figlio del defunto Erik, che aveva appena tre anni. Birger fuggì in Danimarca, do­ve morì. In Svezia tornò finalmente la pace.

L'anno successivo Birger Persson divise tra i figli l'e­redità della moglie e Brigida ottenne sette proprietà nello Smàland, a quel tempo la provincia più meri­dionale della Svezia.

Nel 1321 Birger si recò in pellegrinaggio a Santia­go de Compostela e sostò presso la corte papale avi­gnonese, rendendosi conto di persona della situazio­ne. L'anno successivo, di nuovo in Svezia, partecipò alla seduta del Consiglio reale in cui Ulf e altri nobi­li furono proclamati cavalieri. Birger morì nel 1326, a poco più di sessant'anni, a Finsta, la sua residenza. Le cronache del tempo narrano che i suoi funerali fu­rono celebrati in maniera sontuosa, con la partecipa­zione della famiglia reale e dei maggiori rappresen­tanti della nobiltà secolare ed ecclesiastica. In quel­l'occasione la ventiquattrenne Brigida conobbe i per­sonaggi più in vista del gran mondo svedese.

Prima di morire Birger Persson aveva scelto come luogo di sepoltura la nuova cattedrale gotica di Uppsala: nella cappella di San Nicola, accanto all'altare maggiore, si trova infatti una bellissima lapide in mar­mo nero che mostra Birger con la moglie Ingeborg Bengtsdotter nella tipica raffigurazione gotica con le mani congiunte, attorniati dai sette figli, tre maschi e quattro femmine. Alla morte di Ingeborg ne soprav­vivevano soltanto tre: Brigida, Caterina e Israel. La la­pide si trova in posizione privilegiata, vicinissima al­l'urna dorata del santo patrono di Svezia, re Erik, morto nel 1160.

Nel 1330 Ulf fu proclamato governatore di Neri­cia (Nàrke), la provincia a nord di Ulvasa, il che com­portava il possesso di grandi residenze, tenute agricole e miniere di ferro. Nel 1333, forse in occasione dei festeggiamenti per la maggiore età di re Magnus, fu nominato anche consigliere del regno. Divenne così uno degli uomini più influenti del suo tempo. I suoi incarichi lo portavano a viaggiare molto e Brigida lo accompagnava soltanto di rado. Alla variopinta ed ele­gante vita di corte preferiva l'atmosfera tranquilla di casa. L'assenza di Ulf le consentiva di dedicarsi con maggiore intensità alle pratiche spirituali verso le qua­li si sentiva tanto portata. Quando Ulf era assente, Bri­gida non dormiva nel grande e lussuoso letto matri­moniale, ma per terra, su un giaciglio di paglia'. Cer­tamente la futura santa rimase sempre semplice e mo­desta, attenta ai doveri familiari, all'andamento della casa e alle opere di bene.

Come abbiamo visto, dal matrimonio di Ulf e Bri­gida nacquero otto figli: Marta (nata nel 1320), Karl (1321), Birger (1323), Bengt (1326), Gudmar (1327), Caterina (1330), Ingeborg (1332) e Cecilia (1334).

Avremo in seguito spesso occasione di parlare di lo­ro, perché essi, in particolare Caterina che fu cano­nizzata nel 1489, furono sempre presenti nella vita della madre.

Le cronache narrano che l'ultimo parto di Brigida fu difficilissimo; ma quando ormai si disperava di sal­vare madre e figlia, apparve una sconosciuta signora vestita di bianco che toccò la partoriente e subito scomparve. Il parto riprese senza dolori e l'ultima fi­glia di Brigida nacque perfettamente sana.

Brigida educò i figli alla devozione e all'amore cri­stiano verso il prossimo, e per dimostrare loro con­cretamente quale dovesse essere l'atteggiamento ver­so i bisognosi, li portava con sé nelle sue visite ai po­veri e agli ammalati.

Testimoniando al processo di canonizzazione, sua figlia Caterina dichiarò:

Ricordo come mamma mi prendesse con sé insie­me alle sorelle, quando si recava a visitare gli ospe­dali che aveva fatto costruire, e con le proprie mani, senza ribrezzo, fasciava le loro piaghe ferite. E allor­ché qualcuno la rimproverava di portare con sé le bambine che potevano contrarre qualche contagio, ri­spondeva che le portava con sé mentre erano ancora piccole, perché imparassero per tempo a servire il Si­gnore nei suoi poveri e nei suoi malati.

E aggiunse che, «mentre il babbo era in vita, e poi quando la mamma rimase vedova, non si sedeva mai a tavola senza aver dato da mangiare a dodici poveri».

La carità di Brigida andava ancora oltre: Caterina testimonia infatti che la madre «provvedeva di dote le ragazze bisognose che desideravano maritarsi, men­tre ne aiutava altre ad entrare in convento. Visitava altresì le case di perdizione; e se qualcuna delle ra­gazze esprimeva il desiderio di uscire, la mamma in­segnava loro a fare penitenza».

In casa Brigida non era mai inoperosa e amava istruire i suoi dipendenti e servitori: «Talora se ne sta­va con le sue donne di servizio - racconta ancora Ca­terina - e cuciva paramenti per la messa e simili og­getti per il culto divino. Talvolta lavorava a vantaggio del prossimo. Talvolta leggeva le vite dei santi e la Bibbia».

Brigida ebbe molto a cuore l'istruzione dei suoi fi­gli e li fece seguire da valenti precettori; tra questi va ricordato Nils Hermansson, che aveva studiato in Francia ed era dottore in legge. Assistendo alle sue le­zioni ai figli, anche Brigida apprese i primi rudimen­ti del latino, che le fu in seguito assai utile.

Dopo essere stato precettore dei figli di Ulf e Bri­gida, Nils fece una brillante carriera ecclesiastica: fu infatti canonico a Uppsala e in seguito vescovo. Fu lui ad accogliere nel 1374 le spoglie di Brigida che veni­vano riportate in patria da Roma e a consacrare nel 1384 il monastero di Vadstena. Operò molto per por­tare avanti celermente la canonizzazione di Brigida e morì solo tre settimane prima che Brigida, diciotto an­ni appena dopo la morte, venisse proclamata santa il 7 ottobre 1391. Nils Hermansson è venerato in Sve­zia come un santo.

Oltre a lui, Brigida ebbe a lungo vicino come con­fessore e guida spirituale il maestro Matthias, famo­so biblista che si era laureato in teologia all'università di Parigi, autore molto noto nella primitiva lette­ratura cristiana svedese per il suo commento in lati­no della Sacra Scrittura. A lui Brigida chiese di tra­durre in svedese la Bibbia, per poterla meglio com­prendere, e il maestro Matthias ne tradusse gran par­te, iniziando dal Pentateuco. Mediante lui Brigida ven­ne a conoscenza delle correnti culturali dell'Europa del tempo. Al maestro Matthias va quindi il merito di aver aperto a Brigida più vasti orizzonti culturali al di là dei confini della Svezia.