Santa Brigida di Svezia
SPOSA E MADRE
Ulf Gudmarsson aveva appena diciotto anni quando sposò la quattordicenne Brigida. In base alla cronaca di Margareta Clausdotter, Ulf era un giovanotto di buon carattere, amante della bella vita e dei cavalli. Pare che non fosse molto colto (simplex, cioè «privo di cultura», è definito negli antichi testi) e che fosse la sua giovane moglie a insegnargli a leggere e scrivere e a indurlo in seguito a studiare legge in maniera approfondita. Insieme, i due sposi compirono anche un importante percorso spirituale, così che alla fine della sua vita Ulf, d'accordo con la moglie, decise di ritirarsi a vivere in convento come terziario francescano.
Subito dopo il matrimonio Ulf e Brigida si stabilirono a Ulvasa, vicino alla città di Motala. Ancor oggi si conservano le vestigia del grande edificio in cui la coppia visse con i figli. Ulf era spesso assente per svolgere le sue funzioni amministrative o per assolvere incarichi a corte, ma Ulvasa rimase sempre la residenza familiare.
La vita di Brigida sposa e madre era molto attiva, non soltanto per la cura dei figli, ma anche per le attività caritative a favore dei poveri. Brigida migliorò gli ospedali della sua regione, ne fondò di nuovi e ne visitava regolarmente gli ammalati.
L'epoca storica in cui Brigida visse come sposa e madre non fu certo tranquilla. Lotte dinastiche, insurrezioni popolari, guerre dei contadini: re Birger, che aveva fatto morire di fame in una torre i due fratelli Erik e Waldemar che gli contendevano il potere, fu detronizzato nel 1319 da nobili e governatori, tra i quali c'erano anche il padre e il marito di Brigida; questi elessero re il piccolo Magnus, figlio del defunto Erik, che aveva appena tre anni. Birger fuggì in Danimarca, dove morì. In Svezia tornò finalmente la pace.
L'anno successivo Birger Persson divise tra i figli l'eredità della moglie e Brigida ottenne sette proprietà nello Smàland, a quel tempo la provincia più meridionale della Svezia.
Nel 1321 Birger si recò in pellegrinaggio a Santiago de Compostela e sostò presso la corte papale avignonese, rendendosi conto di persona della situazione. L'anno successivo, di nuovo in Svezia, partecipò alla seduta del Consiglio reale in cui Ulf e altri nobili furono proclamati cavalieri. Birger morì nel 1326, a poco più di sessant'anni, a Finsta, la sua residenza. Le cronache del tempo narrano che i suoi funerali furono celebrati in maniera sontuosa, con la partecipazione della famiglia reale e dei maggiori rappresentanti della nobiltà secolare ed ecclesiastica. In quell'occasione la ventiquattrenne Brigida conobbe i personaggi più in vista del gran mondo svedese.
Prima di morire Birger Persson aveva scelto come luogo di sepoltura la nuova cattedrale gotica di Uppsala: nella cappella di San Nicola, accanto all'altare maggiore, si trova infatti una bellissima lapide in marmo nero che mostra Birger con la moglie Ingeborg Bengtsdotter nella tipica raffigurazione gotica con le mani congiunte, attorniati dai sette figli, tre maschi e quattro femmine. Alla morte di Ingeborg ne sopravvivevano soltanto tre: Brigida, Caterina e Israel. La lapide si trova in posizione privilegiata, vicinissima all'urna dorata del santo patrono di Svezia, re Erik, morto nel 1160.
Nel 1330 Ulf fu proclamato governatore di Nericia (Nàrke), la provincia a nord di Ulvasa, il che comportava il possesso di grandi residenze, tenute agricole e miniere di ferro. Nel 1333, forse in occasione dei festeggiamenti per la maggiore età di re Magnus, fu nominato anche consigliere del regno. Divenne così uno degli uomini più influenti del suo tempo. I suoi incarichi lo portavano a viaggiare molto e Brigida lo accompagnava soltanto di rado. Alla variopinta ed elegante vita di corte preferiva l'atmosfera tranquilla di casa. L'assenza di Ulf le consentiva di dedicarsi con maggiore intensità alle pratiche spirituali verso le quali si sentiva tanto portata. Quando Ulf era assente, Brigida non dormiva nel grande e lussuoso letto matrimoniale, ma per terra, su un giaciglio di paglia'. Certamente la futura santa rimase sempre semplice e modesta, attenta ai doveri familiari, all'andamento della casa e alle opere di bene.
Come abbiamo visto, dal matrimonio di Ulf e Brigida nacquero otto figli: Marta (nata nel 1320), Karl (1321), Birger (1323), Bengt (1326), Gudmar (1327), Caterina (1330), Ingeborg (1332) e Cecilia (1334).
Avremo in seguito spesso occasione di parlare di loro, perché essi, in particolare Caterina che fu canonizzata nel 1489, furono sempre presenti nella vita della madre.
Le cronache narrano che l'ultimo parto di Brigida fu difficilissimo; ma quando ormai si disperava di salvare madre e figlia, apparve una sconosciuta signora vestita di bianco che toccò la partoriente e subito scomparve. Il parto riprese senza dolori e l'ultima figlia di Brigida nacque perfettamente sana.
Brigida educò i figli alla devozione e all'amore cristiano verso il prossimo, e per dimostrare loro concretamente quale dovesse essere l'atteggiamento verso i bisognosi, li portava con sé nelle sue visite ai poveri e agli ammalati.
Testimoniando al processo di canonizzazione, sua figlia Caterina dichiarò:
Ricordo come mamma mi prendesse con sé insieme alle sorelle, quando si recava a visitare gli ospedali che aveva fatto costruire, e con le proprie mani, senza ribrezzo, fasciava le loro piaghe ferite. E allorché qualcuno la rimproverava di portare con sé le bambine che potevano contrarre qualche contagio, rispondeva che le portava con sé mentre erano ancora piccole, perché imparassero per tempo a servire il Signore nei suoi poveri e nei suoi malati.
E aggiunse che, «mentre il babbo era in vita, e poi quando la mamma rimase vedova, non si sedeva mai a tavola senza aver dato da mangiare a dodici poveri».
La carità di Brigida andava ancora oltre: Caterina testimonia infatti che la madre «provvedeva di dote le ragazze bisognose che desideravano maritarsi, mentre ne aiutava altre ad entrare in convento. Visitava altresì le case di perdizione; e se qualcuna delle ragazze esprimeva il desiderio di uscire, la mamma insegnava loro a fare penitenza».
In casa Brigida non era mai inoperosa e amava istruire i suoi dipendenti e servitori: «Talora se ne stava con le sue donne di servizio - racconta ancora Caterina - e cuciva paramenti per la messa e simili oggetti per il culto divino. Talvolta lavorava a vantaggio del prossimo. Talvolta leggeva le vite dei santi e la Bibbia».
Brigida ebbe molto a cuore l'istruzione dei suoi figli e li fece seguire da valenti precettori; tra questi va ricordato Nils Hermansson, che aveva studiato in Francia ed era dottore in legge. Assistendo alle sue lezioni ai figli, anche Brigida apprese i primi rudimenti del latino, che le fu in seguito assai utile.
Dopo essere stato precettore dei figli di Ulf e Brigida, Nils fece una brillante carriera ecclesiastica: fu infatti canonico a Uppsala e in seguito vescovo. Fu lui ad accogliere nel 1374 le spoglie di Brigida che venivano riportate in patria da Roma e a consacrare nel 1384 il monastero di Vadstena. Operò molto per portare avanti celermente la canonizzazione di Brigida e morì solo tre settimane prima che Brigida, diciotto anni appena dopo la morte, venisse proclamata santa il 7 ottobre 1391. Nils Hermansson è venerato in Svezia come un santo.
Oltre a lui, Brigida ebbe a lungo vicino come confessore e guida spirituale il maestro Matthias, famoso biblista che si era laureato in teologia all'università di Parigi, autore molto noto nella primitiva letteratura cristiana svedese per il suo commento in latino della Sacra Scrittura. A lui Brigida chiese di tradurre in svedese la Bibbia, per poterla meglio comprendere, e il maestro Matthias ne tradusse gran parte, iniziando dal Pentateuco. Mediante lui Brigida venne a conoscenza delle correnti culturali dell'Europa del tempo. Al maestro Matthias va quindi il merito di aver aperto a Brigida più vasti orizzonti culturali al di là dei confini della Svezia.
Subito dopo il matrimonio Ulf e Brigida si stabilirono a Ulvasa, vicino alla città di Motala. Ancor oggi si conservano le vestigia del grande edificio in cui la coppia visse con i figli. Ulf era spesso assente per svolgere le sue funzioni amministrative o per assolvere incarichi a corte, ma Ulvasa rimase sempre la residenza familiare.
La vita di Brigida sposa e madre era molto attiva, non soltanto per la cura dei figli, ma anche per le attività caritative a favore dei poveri. Brigida migliorò gli ospedali della sua regione, ne fondò di nuovi e ne visitava regolarmente gli ammalati.
L'epoca storica in cui Brigida visse come sposa e madre non fu certo tranquilla. Lotte dinastiche, insurrezioni popolari, guerre dei contadini: re Birger, che aveva fatto morire di fame in una torre i due fratelli Erik e Waldemar che gli contendevano il potere, fu detronizzato nel 1319 da nobili e governatori, tra i quali c'erano anche il padre e il marito di Brigida; questi elessero re il piccolo Magnus, figlio del defunto Erik, che aveva appena tre anni. Birger fuggì in Danimarca, dove morì. In Svezia tornò finalmente la pace.
L'anno successivo Birger Persson divise tra i figli l'eredità della moglie e Brigida ottenne sette proprietà nello Smàland, a quel tempo la provincia più meridionale della Svezia.
Nel 1321 Birger si recò in pellegrinaggio a Santiago de Compostela e sostò presso la corte papale avignonese, rendendosi conto di persona della situazione. L'anno successivo, di nuovo in Svezia, partecipò alla seduta del Consiglio reale in cui Ulf e altri nobili furono proclamati cavalieri. Birger morì nel 1326, a poco più di sessant'anni, a Finsta, la sua residenza. Le cronache del tempo narrano che i suoi funerali furono celebrati in maniera sontuosa, con la partecipazione della famiglia reale e dei maggiori rappresentanti della nobiltà secolare ed ecclesiastica. In quell'occasione la ventiquattrenne Brigida conobbe i personaggi più in vista del gran mondo svedese.
Prima di morire Birger Persson aveva scelto come luogo di sepoltura la nuova cattedrale gotica di Uppsala: nella cappella di San Nicola, accanto all'altare maggiore, si trova infatti una bellissima lapide in marmo nero che mostra Birger con la moglie Ingeborg Bengtsdotter nella tipica raffigurazione gotica con le mani congiunte, attorniati dai sette figli, tre maschi e quattro femmine. Alla morte di Ingeborg ne sopravvivevano soltanto tre: Brigida, Caterina e Israel. La lapide si trova in posizione privilegiata, vicinissima all'urna dorata del santo patrono di Svezia, re Erik, morto nel 1160.
Nel 1330 Ulf fu proclamato governatore di Nericia (Nàrke), la provincia a nord di Ulvasa, il che comportava il possesso di grandi residenze, tenute agricole e miniere di ferro. Nel 1333, forse in occasione dei festeggiamenti per la maggiore età di re Magnus, fu nominato anche consigliere del regno. Divenne così uno degli uomini più influenti del suo tempo. I suoi incarichi lo portavano a viaggiare molto e Brigida lo accompagnava soltanto di rado. Alla variopinta ed elegante vita di corte preferiva l'atmosfera tranquilla di casa. L'assenza di Ulf le consentiva di dedicarsi con maggiore intensità alle pratiche spirituali verso le quali si sentiva tanto portata. Quando Ulf era assente, Brigida non dormiva nel grande e lussuoso letto matrimoniale, ma per terra, su un giaciglio di paglia'. Certamente la futura santa rimase sempre semplice e modesta, attenta ai doveri familiari, all'andamento della casa e alle opere di bene.
Come abbiamo visto, dal matrimonio di Ulf e Brigida nacquero otto figli: Marta (nata nel 1320), Karl (1321), Birger (1323), Bengt (1326), Gudmar (1327), Caterina (1330), Ingeborg (1332) e Cecilia (1334).
Avremo in seguito spesso occasione di parlare di loro, perché essi, in particolare Caterina che fu canonizzata nel 1489, furono sempre presenti nella vita della madre.
Le cronache narrano che l'ultimo parto di Brigida fu difficilissimo; ma quando ormai si disperava di salvare madre e figlia, apparve una sconosciuta signora vestita di bianco che toccò la partoriente e subito scomparve. Il parto riprese senza dolori e l'ultima figlia di Brigida nacque perfettamente sana.
Brigida educò i figli alla devozione e all'amore cristiano verso il prossimo, e per dimostrare loro concretamente quale dovesse essere l'atteggiamento verso i bisognosi, li portava con sé nelle sue visite ai poveri e agli ammalati.
Testimoniando al processo di canonizzazione, sua figlia Caterina dichiarò:
Ricordo come mamma mi prendesse con sé insieme alle sorelle, quando si recava a visitare gli ospedali che aveva fatto costruire, e con le proprie mani, senza ribrezzo, fasciava le loro piaghe ferite. E allorché qualcuno la rimproverava di portare con sé le bambine che potevano contrarre qualche contagio, rispondeva che le portava con sé mentre erano ancora piccole, perché imparassero per tempo a servire il Signore nei suoi poveri e nei suoi malati.
E aggiunse che, «mentre il babbo era in vita, e poi quando la mamma rimase vedova, non si sedeva mai a tavola senza aver dato da mangiare a dodici poveri».
La carità di Brigida andava ancora oltre: Caterina testimonia infatti che la madre «provvedeva di dote le ragazze bisognose che desideravano maritarsi, mentre ne aiutava altre ad entrare in convento. Visitava altresì le case di perdizione; e se qualcuna delle ragazze esprimeva il desiderio di uscire, la mamma insegnava loro a fare penitenza».
In casa Brigida non era mai inoperosa e amava istruire i suoi dipendenti e servitori: «Talora se ne stava con le sue donne di servizio - racconta ancora Caterina - e cuciva paramenti per la messa e simili oggetti per il culto divino. Talvolta lavorava a vantaggio del prossimo. Talvolta leggeva le vite dei santi e la Bibbia».
Brigida ebbe molto a cuore l'istruzione dei suoi figli e li fece seguire da valenti precettori; tra questi va ricordato Nils Hermansson, che aveva studiato in Francia ed era dottore in legge. Assistendo alle sue lezioni ai figli, anche Brigida apprese i primi rudimenti del latino, che le fu in seguito assai utile.
Dopo essere stato precettore dei figli di Ulf e Brigida, Nils fece una brillante carriera ecclesiastica: fu infatti canonico a Uppsala e in seguito vescovo. Fu lui ad accogliere nel 1374 le spoglie di Brigida che venivano riportate in patria da Roma e a consacrare nel 1384 il monastero di Vadstena. Operò molto per portare avanti celermente la canonizzazione di Brigida e morì solo tre settimane prima che Brigida, diciotto anni appena dopo la morte, venisse proclamata santa il 7 ottobre 1391. Nils Hermansson è venerato in Svezia come un santo.
Oltre a lui, Brigida ebbe a lungo vicino come confessore e guida spirituale il maestro Matthias, famoso biblista che si era laureato in teologia all'università di Parigi, autore molto noto nella primitiva letteratura cristiana svedese per il suo commento in latino della Sacra Scrittura. A lui Brigida chiese di tradurre in svedese la Bibbia, per poterla meglio comprendere, e il maestro Matthias ne tradusse gran parte, iniziando dal Pentateuco. Mediante lui Brigida venne a conoscenza delle correnti culturali dell'Europa del tempo. Al maestro Matthias va quindi il merito di aver aperto a Brigida più vasti orizzonti culturali al di là dei confini della Svezia.