Santo Rosario on line

Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Ama Gesù, amalo tanto, ma per questo ama di più il sacrificio. Amore vuole essere amaro.
font

Santa Brigida di Svezia



Santa Brigida

MARIA - 3

Per il giorno dell'annunciazione della Santa Vergine

Sant'Agnese disse: «Maria, Madre e Vergine delle vergini! Tu puoi essere chiamata a buon diritto aurora illuminata da Gesù Cristo, il vero Sole. Non ti chiamo aurora perché sei di stirpe regale, o per le tue ricchezze e gli onori, bensì perché a ragion veduta sei stata chia­mata aurora per la tua umiltà, per l'illuminazione della fede e per il tuo particolare voto di castità. Anticipi il sole e sei la sua protettrice, la gioia dei giusti, la conso­lazione dei peccatori e metti in fuga i demoni. Sei davvero madre di entrambi, Vergine e sposa, poiché per te sono state celebrate delle nozze bellissi­me quando Dio si è fatto uomo in te con un matrimo­nio, un'alleanza e un'unione santa, senza confusione e senza che la sua divinità ne fosse sminuita. La verginità e la maternità si sono fuse senza ferire il candore della verginità stessa. Sei stata fatta contemporaneamente madre e figlia del tuo Creatore, poiché hai generato corporalmente colui che è eternamente creato dal Pa­dre, e hai fatto ogni cosa con il Padre; poiché lo Spirito Santo è stato in te, fuori di te, e ovunque con te; ti ha reso feconda e consenziente all'annunzio divino. Lo stesso Figlio di Dio, nato in questo giorno da te, era in voi attraverso la grazia prima che il suo messaggero giungesse a te». Libro IV, 11

La Bellezza di Maria. Maria paragonata a un orefice

Per il giorno della festa della natività della Santa Vergine. «Dolce Maria! Bellezza novella, bellezza splendente, vieni in mio aiuto, affinché la mia bruttezza e la mia difformità scompaiano, e in me si accenda la carità, per­ché la tua bellezza conferisce tre cose alla mente: purifica la memoria affinché le parole di Dio entrino con dolcezza e piacere; poi fa sì che ricordi con dilettazione ciò che ha udito; e ancora lo comunichi al prossimo con amore. La tua bellezza fa tre doni al cuore: lo libera dal pe­so della pigrizia e della viltà; fa sgorgare le lacrime dagli occhi quando contemplano la tua purezza e la tua pa­zienza; gli dona per sempre il fervore della dolcezza con tale sincerità che ci porta a pensare alla tua bellezza. Si­gnora, sei davvero bellezza preziosissima, bellezza asso­lutamente desiderabile, perché soccorri gli infermi, con­soli gli afflitti e fai da mediatrice per tutti. Chiunque ti conosca può dire: 'Vieni, bellezza fulgi­dissima, e liberaci dal nostro obbrobrio! Vieni, bellezza dolcissima, e addolcisci la nostra asprezza! Vieni, bel­lezza potentissima, e liberaci dalla nostra prigionia! Vie­ni, bellezza onestissima e cancella la nostra bruttezza! Sii benedetta bellezza che tutti i patriarchi desideravano vedere, per la quale i profeti hanno tessuto le lodi, e di cui gli eletti si rallegrano!'» La Madre di Dio rispose: «Sii benedetto, mio Dio! La mia bellezza ti fa dire simili parole. Per questo ti di­co che l'antichissima bellezza, eterna e fulgidissima, che mi ha fatto e creato, ti recherà conforto. La bellezza an­tichissima e nuova che rinnova ogni cosa, che è stata in me e che è uscita da me, insegnerà a tutti cose meravi­gliose. La bellezza agognata, che si rallegra di ogni cosa, infiammerà la vostra anima con il suo amore. Abbiate dunque fiducia in Dio, poiché quando comparirà la bel­lezza celeste, ogni bellezza terrestre sarà confusa». Poi, il Figlio di Dio disse a sua Madre: «Madre be­nedetta, sei simile all'orefice che prepara una bella ope­ra. Tutti coloro che la vedranno, gioiranno, e allora of­friranno le loro pietre preziose o dell'oro per perfezio­narla. Allo stesso modo tu, amatissima Madre mia, vai in soccorso di tutti coloro che si sforzano di arrivare a Dio, e non lasci nessun vuoto con le tue consolazioni. Per questo puoi essere chiamata, a ragione, sangue del mio cuore, poiché così come con il sangue tutte le mem­bra del corpo vengono confortate e corroborate, allo stesso modo attraverso te ognuno resuscita dal peccato e dà frutti agli occhi di Dio». Libro IV, 19

La Santa Vergine Maria, Madre di misericordia

«Al mondo non c'è peccatore che, credendo since­ramente che mio Figlio sia il Creatore e il Redentore di tutti e suo amico intimo e sincero, non mi abbia imme­diatamente al suo fianco, come una madre caritatevole che si reca dal figlio, abbracciandolo e dicendogli: 'Cosa ti piace, figlio mio?' E se anche avesse meritato le orri­bili pene dell'inferno ma fosse deciso a rinunciare agli onori del mondo, alla cupidigia e agli affetti della carne, che la Chiesa detesta, e non desiderasse altro che la pro­pria salvezza, allora lui ed io saremo subito amici». Libro IV, 32

Maria intercede per i buoni e i cattivi

«Quanto a me, sono la Vergine nel cui seno il Figlio di Dio si è degnato di scendere con la divinità e lo Spiri­to Santo, senza nessuna malvagia dilettazione corporale. E colui che è il Figlio di Dio eterno è nato dal mio ven­tre senza rottura, con la divinità e l'umanità, e lo Spirito Santo, con una grande consolazione e senza fatica. Sono rimasta vicino alla croce quando lui dominava l'inferno con grande pazienza, e apriva il cielo con il sangue del suo cuore. In verità ero sulla montagna, quando il Figlio di Dio in persona, che in realtà è Figlio mio, saliva in cielo. Inoltre ho conosciuto con chiarezza tutta la fede cristiana che egli ha insegnato evangeliz­zando tutti coloro che desiderano entrare in cielo. Dunque rimango sulla terra con la mia assidua pre­ghiera per il mio carissimo Figlio, come l'arco sulle nu­vole del cielo, che sembra tendere verso terra e raggiun­gerla con le estremità. Per questo mi chino verso gli abi­tanti dell'universo, toccandoli con le due estremità delle mie orazioni, i buoni e i cattivi. Mi abbasso verso i buo­ni, perché siano costanti e fermi in tutto ciò che la Santa Madre Chiesa comanda, e verso i cattivi, affinché non avanzino nella cattiveria, peggiorando». Libro IV, 78

Maria simile a un fiore da cui le api colgono la dolcezza

La Madre di Dio parla: «Io sono la Regina e la Ma­dre di misericordia. Mio Figlio, Creatore di tutte le co­se, è commosso da tutta la dolcezza che c'è in me che mi ha dato la comprensione spirituale di tutte le cose create. Così somiglio a un fiore, da cui le api colgono la dolcezza; sebbene esse ne prendano molta, la dolcezza non finisce mai; allo stesso modo sono in grado di pro­digare le grazie a tutti, e ne ho in sovrabbondanza. I miei eletti sono come le api e, con tutta la devozione di cui sono capaci, sono sensibili a qualsiasi cosa minacci il mio onore; poiché come le api essi lavorano con grande cura, facendo tutto ciò di cui sono capaci. Essi hanno anche due ali, ossia sono talmente umili che si ritengo­no indegni di lodarmi, ed obbediscono a chiunque per quanto riguarda il mio onore. Essi hanno, infine, un pungiglione, e se ne sono privi, muoiono. Allo stesso modo, gli amici di Dio sono sommersi da un mare di tribolazioni mondane, di cui non saranno privati in vita, affinché possano conservare le loro virtù; ma lui, che è oceano e Dio di ogni consolazione, li consolerà». Libro IV, 86

Prerogative della Madre di Dio

«Dunque vi chiedete perché io abbia avvantaggiato con grandi prerogative la Madre di Dio, mettendola al di sopra e al di là di tutte le creature: ebbene in lei c'era un segno incontrovertibile e vero della virtù; infatti, così co­me il fuoco si accende all'improvviso quando il legno è di­sposto bene, così il fuoco del mio amore si accese in mia Madre con maggiore ardore, poiché ella era disposta me­glio di chiunque altro: allorché l'amore divino, di per sé immutabile ed eterno, iniziò a comparire e a bruciare quando la mia divinità si incarnò, non c'era creatura più idonea e maggiormente in grado della Santa Vergine di ri­cevere le fiamme del mio amore, poiché nessuna aveva tanta carità come lei; e sebbene il suo amore si fosse mani­festato alla fine dei tempi, ella era conosciuta prima ancora che iniziasse il tempo stesso, e come tale era predefinita da sempre nella divinità; così come nessuna la eguagliava in amore, ella non ha avuto pari in grazia e in benedizione». Libro V, 3

Maria incorona suo Figlio

Parla il Figlio di Dio e dice: «Sono stato incoronato re nella mia divinità, senza inizio e senza fine. Questa corona simboleggia la mia potenza, che è ineguagliabile. Ho tenuto un'altra corona in me, ossia me stesso. Ora, tale corona è stata preparata per l'anima che avrebbe provato un’immensa carità e un grandissimo amore nei miei confronti. Sei tu, Madre mia, che hai meritato e guadagnato questa corona, con la giustizia e l'amore, poiché gli angeli ne rendono testimonianza, e i santi di­cono che la tua carità e il tuo amore sono stati più ar­denti nei miei confronti, e la tua castità più pura e più eccelsa di quella di chiunque altro, ed essa mi è piaciuta ed è gradita più di tutte. La tua testa è come i raggi del sole, perché la tua verginità purissima in te è guida delle altre virtù, le quali si sono manifestate davanti a me e mi sono particolarmente piaciute con l'umiltà che le ha sempre accompagnate. Per questo a ragion veduta ti chiamano Regina, in­coronata sopra ogni altra creatura. Tu sei Regina grazie alla tua purezza e sei stata incoronata per la tua perfe­zione. Il tuo viso era di una bellezza incomparabile e di un candore mirabile, simbolo del pudore della tua coscien­za, in cui c'era la pienezza della scienza umana, e la dol­cezza della saggezza divina risplendeva su ogni cosa nel­la tua bellezza. Davanti a mio Padre, i tuoi occhi erano così lumino­si che ci si specchiava in essi, e gli occhi della tua anima erano così splendenti che mio Padre vedeva in essi che la tua volontà non voleva e non desiderava altri che lui. Le tue orecchie erano purissime e aperte come fine­stre chiarissime, quando Gabriele ti ha comunicato la mia volontà; e quando io, Dio, mi sono incarnato in te, le tue gote hanno assunto una bellezza perfetta e piace­vole, dovuta alla simmetria e all'accostamento dei due colori, il bianco e il rosso, ossia alla fama delle tue lode­voli opere di bene. Il fulgore delle tue abitudini, che cresceva di giorno in giorno, mi è piaciuto in modo in­dicibile. Certamente, il Padre eterno si rallegrava per la bellez­za dei tuoi costumi; egli non ha mai distolto gli occhi da te e, grazie alla tua carità, tutti hanno ricevuto l'amore. La tua bocca era come una lampada ardente all'in­terno e rilucente all'esterno, perché intimamente le pa­role e gli affetti della tua anima sono state ardenti grazie al fuoco della divinità, ed esteriormente splendevano per la lodevole disposizione dei gesti del tuo corpo, e per il dolce e gentile accordo delle tue virtù. In verità, Madre carissima, le parole pronunciate dalla tua bocca hanno attratto in qualche modo la mia divinità, e il favore della tua dolcezza divina non mi se­parava mai da te. Il tuo collo tendeva in alto in modo eccellente, poi­ché la giustizia della tua anima è interamente rivolta a me, e si muove secondo la mia volontà; la tua anima non è stata mai incline alla superbia, poiché, così come il collo si china sotto la testa, allo stesso modo tutte le tue intenzioni e tutte le tue opere si piegano al mio vo­lere. Il tuo petto era colmo di dolcezza e soavità di ogni genere, tanto che sembra non ci sia del bene in me sen­za che esista anche in te; infatti hai attirato a te tutto il bene con la potente dolcezza del tuo comportamento allorché alla mia divinità è piaciuto entrare in te, e la mia umanità ha gradito abitare in te, e succhiare il latte dal tuo seno. Le tue braccia erano belle per lo splendore dell'ob­bedienza, e per la sofferenza e il compimento delle ope­re di bene: per questo ho voluto che le tue mani toccas­sero e si prendessero cura della mia umanità, ed io mi sono riposato fra le tue braccia. Il tuo ventre sacro era purissimo come l'avorio e co­me un vaso adorno di pietre preziose, tanto che la co­stanza della tua coscienza e della fede non si è mai affie­volita né rilassata nella tribolazione. Le pareti di questo ventre, ossia della tua fede, erano simili all'oro purissi­mo, e attraverso esse si esprime la forza delle tue emi­nenti virtù: la tua prudenza, la tua giustizia e la tua tem­peranza, accompagnate da una perfetta perseveranza, poiché tutte le tue virtù sono state perfette e completate dall'amore divino. I tuoi piedi erano purissimi e come se fossero stati lavati con erbe aromatiche, poiché la tua speranza e il tuo amore erano rivolti a me, che sono il tuo Dio. Il tuo ventre, dunque, luogo sia spirituale che corporale, era per me così desiderabile, e la tua anima era per me così gradevole, che per me è stato un piacere scendere dall'alto dei cieli per raggiungerti. Perciò, carissima Ma­dre mia, questa corona, custodita in me, non è altro che me stesso, il tuo Dio; dovendo incarnarmi, non poteva essere posta su nessun altro capo se non il tuo di Madre e Vergine, Imperatrice di tutte le regine. Esiste una specie d'uva il cui vino è così forte che esce da solo dai grappoli, senza che sia necessario pres­sarli. Il proprietario delle vigne, vedendo che sono giun­ti a perfetta maturazione, pone sotto questi grappoli dei vasi, e non è il vino che attende i recipienti bensì i vasi che attendono il vino; se si dispongono più contenitori, il vino scorre in quello più vicino. Quest'uva è la mia di­vinità, la quale è talmente ripiena del vino fervente della mia natura divina, che tutti i cuori degli angeli ne sono colmi, e tutte le cose ne partecipano. Ma poiché l'uomo si è ribellato, ne è diventato indegno. Il Padre ha inviato il suo vino, ossia me, suo Figlio, nel vaso più vicino e meglio disposto, che attendeva con grande desiderio l'arrivo di questo nettare. Questo vaso era il seno della Santa Vergine Maria, che più di ogni altra creatura ha nutrito un amore fervente. Ora, questa Vergine non amava altri che me e desiderava essere la mia serva, per questo ha ottenuto il vino di prima qualità. Questo vino aveva tre caratteristiche: una grande forza poiché io uscii senza contatto umano; un colore bellissimo, poiché sono disceso dal cielo per combatte­re, essendo io il più forte degli uomini; una soavità dol­cissima, che inebria fiumi di benedizione eterna. Questo vino, dunque, che sono io, è entrato nel seno di mia Madre. Così il Dio indivisibile è diventato visibile, e l'uomo perso è stato accolto nuovamente nella salvezza. Perché sono restato tanti mesi in seno alla Santa Vergine? Io sono il Creatore della natura, ed ho dispo­sto e distribuito ogni cosa, e le ho ordinato il modo e il momento della mia nascita. Se dunque io, che sono il Creatore di tutte le cose, avessi voluto nascere appena dopo essere stato concepito, avrei agito contro la natu­rale disposizione e l'ordine che avevo impartito, e si sa­rebbe pensato che la mia umanità non fosse reale, ma fantastica; per questo, dunque, sono rimasto in seno alla Vergine proprio come gli altri esseri umani, compiendo attraverso me stesso ciò che avevo ordinato prima del tempo». Libro V, 4

Perché non vi ho mostrato con segni evidenti che mia Madre era vergine e madre?

«Ho dichiarato ai profeti tutti i misteri della mia in­carnazione ineffabile, affinché fossero creduti con sicu­rezza. Ora, che la mia carissima Madre fosse vergine e madre nello stesso tempo, è provato dalla testimonianza di San Giuseppe, che è stato fedele custode e testimone della sua verginità. Benché la sua verginità fosse stata ri­velata con un miracolo manifesto, le bestemmie dei mal­vagi e degli infedeli non sono cessate; essi, infatti, non credono che il concepimento della Santa Vergine sia stato operato dalla potenza divina, perché dimenticano che ciò è facilissimo per me, più facile dell'atto con cui il sole attraversa il vetro. La stessa giustizia divina ha vo­luto che il mistero ineffabile dell'incarnazione fosse na­scosto al diavolo, e che venisse rivelato agli uomini al tempo della grazia. Ora, vi dico che mia Madre è veramente vergine e madre. E così come in Adamo ed Eva la potenza della divinità si mostrò in modo meraviglioso, e la loro vita in comune fu caratterizzata da una deliziosa onestà, allo stesso modo la mia natura divina scese nel vaso sigillato senza nessuna frattura né violenza. La mia dimora al suo interno fu piacevole perché io, Dio, ero contenuto nell'umanità ed ero ovunque con la mia mirabile divi­nità. Anche lì la mia potenza fu meravigliosa, poiché io, Dio, uscii da un ventre umano, custodendo l'inviolabi­lità del chiostro della verginità». Libro V, 6

Elogio del Padre nei confronti di Maria

Così parla il Padre: «Questo vaso di cui ti ho parlato era Maria, figlia di Gioacchino, Madre dell'umanità di Gesù Cristo, poiché ella era un vaso chiuso al diavolo e non a Dio. Come un fiume che, desiderando uscire dal suo letto, cerca i canali e le deviazioni, così il diavolo, come un fiume di vizi, ricorreva a ogni stratagemma ed astuzia per avvicinarsi al cuore della Santa Vergine; ma non ha mai potuto inclinare la sua anima verso qualche peccato, perché ella era chiusa a qualsiasi tentazione, in quanto il fiume del mio Spirito scorreva in lei ed aveva colmato il suo cuore di grazia spirituale. Maria, Madre di mio Figlio, era un vaso piccolo e grande al tempo stesso; piccolo nell'umiltà e nel disprez­zo di se stessa, grande nell'amore della mia divinità. La Santa Vergine Maria era un vaso vuoto e pieno al tempo stesso; vuoto di qualsiasi genere di voluttà e di peccato, e pieno della dolcezza celeste e di ogni bontà. La Santa Vergine era un vaso luminoso e opaco; lu­minoso, poiché l'anima viene creata da me nel suo splendore; ma Gesù ha creato l'anima di Maria in ogni perfezione della luce, affinché mio Figlio si incarnasse nella sua anima, della cui bellezza il cielo e la terra si rallegrano; ma questo vaso divino non era luminoso da­vanti agli uomini, poiché Maria disprezzava gli onori e le ricchezze del mondo. Maria era un vaso puro e impuro; puro, in quanto era bellissima, e in lei non c'era nulla di immondo. Ma ella era impura perché proveniva dalla stirpe di Adamo ed era nata da peccatori, sebbene fosse stata concepita senza peccato, affinché mio Figlio nascesse da lei senza peccato. Per questo colui che andrà là dove Maria è nata ed è stata nutrita e cresciuta, non soltanto sarà purificato, ma sarà a sua volta un vaso in mio onore». Libro V, 13

La Santa Vergine, Madre di Dio, parla a Santa Brigida della bellezza di Gesù Cristo

La Madre di Dio parlava alla sposa, dicendo: «Io so­no la Regina del Cielo. Mio Figlio ti ama con tutto il cuore. Perciò ti consiglio di non amare nulla all'infuori di lui, perché egli è così piacevole e bello che la bellezza degli elementi e della luce al confronto del suo fulgore non sono che ombra; ciò spiega perché, quando nutrivo mio figlio, lo trovavo così bello che persino chi lo guar­dava era sollevato dai propri dolori e consolato nella tri­stezza. Per questo, quando gli ebrei erano colpiti da qualche afflizione, dicevano: 'Rechiamoci a vedere il fi­glio di Maria, affinché ci sentiamo consolati'. E anche se ignoravano che fosse il Figlio di Dio, la sua vista era per loro una grande consolazione». Libro VI, 1

Maria paragonata a uno sciame d’api

La Beata Vergine parla alla sposa, dicendo: «Sposa di mio Figlio, mi saluti e mi paragoni a uno sciame d'api. In verità sono stata un alveare, poiché il mio cor­po era simile a un albero, quando l'anima ne fu separata perché Dio l'elevasse nel mio corpo fino alla divinità. Quest'albero è divenuto uno sciame d'api, quando l'ape beata, mio Figlio, è uscito e disceso dal cielo, Dio viven­te nel mio seno. In me, inoltre, Gesù è stato come un favo di miele dolcissimo e purissimo, preparato con ogni cura per ricevere il soavissimo miele della grazia dello Spirito Santo. Questo favo, dunque, è stato colmato, quando il Figlio di Dio è disceso in me con la sua po­tenza, il suo amore e la sua onestà. Egli è giunto con la sua potenza, poiché è mio Dio e mio Signore. E‘ venuto con amore, perché per amore si è incarnato ed ha ricevuto la morte sul patibolo. E’ arri­vato con onestà, poiché qualsiasi bassezza del peccato di Adamo è stata allontanata da me, e per questo il Fi­glio di Dio purissimo è disceso in una carne umana pu­rissima. Egli ha un pungiglione, ma non lo usa per pun­gere; l'ago della giustizia severa di mio 'Figlio, infatti, non punge se non è provocato dai peccati. Eppure que­st'ape è stata ripagata male, perché la sua potenza è sta­ta posta in mani inique e il suo amore in mani crudeli; la sua onestà è stata spogliata e sferzata con grande cru­deltà. Benedetta sia dunque quest'ape che ha fatto del mio albero un alveare, e l'ha riempito del suo miele con così tanta abbondanza che, attraverso la dolcezza che mi ha trasmesso, tutte le bocche sono state svuotate dell'amaro veleno». Libro IV, 12