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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Ci ha insegnato a imparare da Lui ad essere miti e umili di cuore. Se siamo miti e umili ci ameremo l'un l'altro come Egli ci ama. Ecco perché dovremmo continuamente chiedere di portare di nuovo la pre­ghiera nelle famiglie. La famiglia che prega assieme, sta assieme. E se stiamo assieme ci ameremo l'un al­tro come Dio ci ama ed Egli ci ama teneramente.
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Santa Brigida di Svezia



Santa Brigida

IL PROCESSO DI CANONIZZAZIONE

Brigida di Svezia fu canonizzata molto presto, ap­pena diciotto anni dopo la morte. E del resto già in vita godeva fama di santità. A promuovere la causa la­vorarono intensamente la figlia Caterina, i sacerdoti che le erano stati vicini e addirittura sovrani, in par­ticolare Alberto I di Svezia e Giovanna di Napoli. Già nel novembre del 1375 papa Gregorio XI, che risie­deva ancora ad Avignone, avviò ufficialmente con la bolla Saepe a multis accepimus l'indagine sulla vita, la fama e i miracoli di Brigida.

Una volta raccolto il materiale, soprattutto a Ro­ma, Napoli e Vadstena, Caterina lo consegnò a Gre­gorio XI, che nel frattempo era tornato a Roma, in­sieme al testo latino delle Rivelazioni curato dal ve­scovo Alfonso. All'inizio del 1377 presso la Curia ro­mana fu aperto il processo di canonizzazione. Gre­gorio XI morì nel marzo di quello stesso anno; il suo successore Urbano VI, grande ammiratore di Brigida, lavorò al processo ma non riuscì a concluderlo in tem­pi brevi a causa dello scisma di Occidente.

Nel 1380 Caterina, perdute le speranze di assiste­re personalmente alla canonizzazione della madre, tornò in Svezia, dove morì santamente il 24 marzo 1381. Nei dieci anni successivi morirono altri testi­moni importanti della vita di Brigida: il vescovo Al­fonso (1388), Pietro di Alvastra (1390) e il figlio Bir­ger (1391).

Finalmente con Bonifacio IX, successore di Urba­no VI, si arrivò alla cerimonia di canonizzazione, che si svolse solennemente in San Pietro a Roma il 7 ot­tobre 1391: si trattò della prima avvenuta in quella basilica.

Il giorno in cui si festeggia la santa svedese è quel­lo della morte, il 23 luglio, che segna la sua nascita all'eternità. La si ricorda anche il 7 ottobre, giorno della canonizzazione, e il 28 maggio, giorno della tra­slazione delle reliquie in Svezia.

I miracoli attribuiti a Brigida sono numerosi. Da­gli Atti del processo di canonizzazione ricaviamo la descrizione di due tra i tanti avvenuti subito dopo la sua morte. Il primo, risalente al 1374, è questo:

Un carpentiere era a letto da un anno con la tibia rotta (conquassata et lesa). Egli promise a Brigida di donare due vacche al monastero di Vadstena se fosse stato risanato, ma non guarì. Allora promise a Brigi­da di offrire un'immagine di cera a forma di tibia se fosse guarito, ma non avvenne nulla. Allora promise che avrebbe visitato personalmente le reliquie di Bri­gida al monastero e lavorato gratis per un anno. Ed ecco che nel sonno gli apparve Brigida che gli chiese: «Vuoi tu adempiere al voto e lavorare nel mio mo­nastero?». E lui: «Lo voglio con tutto il cuore». E lei: «E io voglio risanarti». Al che l'uomo istantaneamente guarì.

Ed ecco il secondo:

Nel 1376 una donna di nome Alfarana, moglie del siniscalco di Carlo di Durazzo, restava incinta ma il bambino moriva nel suo utero. Ella fece allora voto alla beata Brigida di inviare al suo sepolcro a Roma un'immagine d'argento a forma di bambino se aves­se ottenuto da Dio che la creatura che aveva in seno fosse nata viva e potesse essere battezzata. Poi si mi­se al collo le reliquie di Brigida e le portò con devo­zione fino al parto. Partorì un bimbo maschio vivo e sano, e mandò il marito a Roma a portare l'immagi­ne promessa.

In un testo settecentesco scritto da padre Gugliel­mo Burlamacchi troviamo la descrizione di numero­si altri miracoli, oltre un centinaio, avvenuti tutti po­chissimo tempo dopo la morte della santa e attribui­ti alla sua intercessione. Ne riportiamo alcuni:

Otto pescatori, con un putto di nove anni, viag­giando nel maggior rigor dell'inverno sopra il vastis­simo lago Weter vicino al monastero Vasteno, allora quando era tutto congelato, furono dalla Santa libe­rati dalla morte imminente, poiché spezzandosi, co­me è solito, con grandissimo strepito il ghiaccio, e di­videndosi in mille parti, si trovarono i poverini con gran loro spavento sopra un pezzo di quel ghiaccio isolati, con pericolo di momento in momento di spro­fondarsi; già vedevano perduta ogni speranza di sa­lute, e ripercossi dall'agitazione delle onde, che suol essere con modo indicibile violentissima, altro non aspettavano che la morte; quando alzando gl'occhi verso la Chiesa della Santa, che da lontano appariva, si raccomandavano in un sì grave periglio alla sua pro­tezione, invocando con alte voci il suo glorioso no­me, e promettendole con vere lacrime di voler per l'avvenire emendare la loro vita e confessarsi e co­municarsi nella sua Chiesa; ed ecco che in un mo­mento que' pezzi di ghiaccio divisi si riuniscono tra loro, e benché fosse il vento contrario, con tutto ciò in modo maraviglioso rassodandosi, diedero loro il passaggio libero alla riva. Ma quell'inesperto giovi­netto, essendosi fermato un poco per prendere le sue bisaccie, e quelle di alcuni compagni, non fu a tem­po a seguire coloro, onde di bel nuovo divisi que' pez­zi di ghiaccio, cadde il meschinello nel profondo del lago; e quivi si vide un altro più insigne miracolo, poi­ché quelli ch'erano in salvo, prostrati a terra, invo­cando di nuovo Santa Brigida, e raddoppiando le pre­ghiere per la salute di quell'innocente, videro con lo­ro grandissimo stupore esser da mano invisibile tol­to dall'acque; ed a poco a poco condotto sano e sal­vo su'1 lido con inesplicabile allegrezza de' circostan­ti; non mancando poco dopo di portarsi a render gra­zie alla Santa per un sì segnalato beneficio'.

Al ghiaccio, assai comune in Svezia per lunghi me­si, sono legati molti altri miracoli attribuiti a santa Bri­gida, per esempio questo:

Un fanciullo di dieci anni, essendo andato a pescare con alcuni suoi compagni nelle isole del mare di Sve­zia, si trattenne per qualche tempo su'1 ghiaccio fra­gile e già vicino a dileguarsi, senza conoscere il peri­colo; poiché mentre gl'altri fuggivano per essersi ac­corti che, per la forza del vento stava per rompersi quella parte del mare agghiacciato, egli rimase solo so­pra un pezzo di ghiaccio trasportato dalla corrente as­sai lontano dal lido; in un sì evidente pericolo co­minciò a gridare ad alta voce: «O Santa Brigida aiu­tami»; fra tanto rinforzando il vento spezzò in minu­tissime parti ancor quel poco di ghiaccio sopra il qua­le stava il misero giovinetto; ma o prodigio veramente grande! Benché stesse con i piedi sopra Tacque, non per questo si affondava, ma vi si reggeva immobile co­me sopra una pietra, avendogli tramutato la Santa questo liquido elemento in saldissimo cristallo; es­sendo stato in questo modo più di sei ore, comparve una barchetta di pescatore, dal quale fu condotto sa­no e salvo su1 lido, non cessando di render grazie al­la sua Santa liberatrice6.

Altri miracoli riguardano la navigazione e i pericoli delle tempeste, come quello che segue:

Alcuni cittadini di Lincopia, dopo aver visitati i Santuari dell'Aquisgrano, si posero in mare per ri­tornare in patria; ed ecco che, nel più bello della na­vigazione sopragiunti da una terribile tempesta, si vi­dero a pericolo di vita, poiché caduto un fulmine dal Cielo sopra la cima dell'albero della nave, vi attaccò il fuoco, e non fu mai possibile con tutte le loro in­dustrie di estinguerlo; non era tanto il timore delle onde che riempivano il vascello, quanto quello del fuoco che minacciava di incenerirlo; si affaticarono per molte ore a smorzare la fiamma vorace, che or­mai aveva consumate quasi tutte l'antenne, ma in va­no; per lo che non trovando altro scampo, ricorsero tutti con vero cuore a Santa Brigida, facendo voto di pellegrinare fino a Vastena per riverire il suo bene­detto Corpo; appena fatto il voto videro come da una mano distaccato dal legno quel vivo fuoco, e gettato lungi nel mare, con sì grande allegrezza di tutti, che non potevano trattenere le lacrime ad un sì manife­sto miracolo; terminata poi felicemente la navigazio­ne, non tardarono ad eseguire le loro promesse, ce­lebrando da per tutto le glorie di sì gran Santa.

Numerosi altri miracoli riguardano la salvezza dai briganti, evidentemente assai numerosi a quel tempo, l'aiuto nel momento del parto, in occasione di altre infermità di varia natura e nei diversi pericoli della vi­ta e la liberazione dai demoni. Non mancano i soc­corsi di tipo spirituale, come quello offerto al nipote Karl:

Vivendo con gran libertà secolaresca il principe Karl, nipote di Brigida, figlio di Karl suo primogeni­to, gli comparve una notte la Santa con un orologio a polvere nelle mani, del quale n'era già buona parte trascorso, e gli disse: «Vedi Karl, quanto poco resta di quest'orologio? Tanto tempo appunto, e non più, ti resta da vivere; perciò apparecchiati alla morte vi­cina. Se tu fossi stato obbediente a Dio ed a' tuoi mag­giori, non solo saresti campato più lungamente d'o­gni altro della nostra stirpe. Ma ancora saresti stato eletto arcivescovo di Lincopia, e divenuto una gran­de colonna della Chiesa». Spaventato per queste parole, il giovinetto pregò la Santa che volesse interce­dergli dal Signore ancora un poco di tempo, che le prometteva di emendarsi intieramente e vivere in pe­nitenza. Soggiunse Brigida: «No figliuolo; già la sen­tenza è data, ed il tempo è passato, preparati». Dette queste parole, disparve la Santa e poco dopo infer­matosi, Karl passò a miglior vita, avendo prima rice­vuti i Sacramenti con istraordinaria pietà e divozio­ne. E fu sepolto a Vastena.

Brigida non aveva potuto veder realizzato il suo più grande desiderio: il ritorno del papa a Roma. In una famosa profezia Brigida aveva però descritto la nuo­va sede del papa, il Vaticano, dove si sarebbe con­centrato il governo della Chiesa. E non si può fare a meno di stupirsi constatando fino a che punto la de­scrizione coincida con l'attuale Città del Vaticano:

Vidi Roma dal palazzo del papa vicino alla chiesa di San Pietro fino alla fortezza di Sant'Angelo; e dal­la fortezza fino alla chiesa dello Spirito Santo e fino alla chiesa di San Pietro, come se fosse una pianura e circondata da un solidissimo muro, e diverse abita­zioni si trovavano all'interno di quel muro. Poi udii una voce che diceva: «Quel papa che ama la sua spo­sa (la Chiesa) con lo stesso amore mio e dei miei ami­ci, possiederà questo luogo con i suoi collaboratori, affinché possa riunire con maggior libertà e pace i suoi consiglieri».

Dopo il Concordato del 1929 questa profezia fu mostrata a Pio XI, il papa della conciliazione, che ne rimase commosso e compiaciuto.