Santo Rosario on line

Martedi, 16 aprile 2024 - Misteri dolorosi - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi )

Suor Maria Consolata Betrone: Le diceva dunque Gesù (15 dicembre 1935): Vedi, Consolata, le creature sogliono misurare la virtù di un'anima con le grazie che Io a lei concedo e s'ingannano: perché Io sono libero di agire come voglio. Per esempio, è la tua virtù che merita le grazie grandi che ti ho concesso? Povera Consolata, tu non hai virtù, tu non hai meriti, hai nulla. Avresti le colpe, ma queste non esistono più, perché Io le ho dimenticate per sempre. E allora perché a te, proprio a te, tante e tante grazie? Perché Io sono libero di beneficare chi voglio. I piccoli sono la mia debolezza, ecco tutto!... E nessuno può tacciarmi d'ingiustizia, perché il Sovrano è libero di beneficare regalmente chi vuole.
font

Santa Brigida di Svezia



Santa Brigida

INFANZIA E GIOVINEZZA

Colei che noi italiani chiamiamo santa Brigida, si chiama in svedese Birgitta, in tedesco Brigitta, in in­glese Bridget, in francese Brigitte. Il nome potrebbe derivare da Birger, il nome del padre della santa: la dizione completa era infatti Birgersdotter («figlia di Birger»), da cui poi derivò Birgitta. A quanto risulta, la piccola ebbe come patrona santa Brigida di Kilda­re, compatrona d'Irlanda insieme a san Patrizio.

Etimologicamente Brigida deriva dal celtico brig, che significa «forte, potente»; o anche dal gotico birg, che vuol dire «radioso, luminoso»: entrambe le de­nominazioni, forte e radiosa, si addicono assai bene alla grande santa nordica.

Per distinguerla da Brigida di Kildare, la santa sve­dese è chiamata Brigida di Finsta, dal luogo in cui nac­que, o Brigida di Vadstena, dalla località in cui fondò il suo ordine. L'espressione più comune è Brigida di Svezia, ed è a questa che ci atterremo.

Santa Brigida nacque in una famiglia ricca, nobile e politicamente influente, imparentata con i reali di Svezia. I genitori della santa si chiamavano Birger Persson («figlio di Pietro») e Ingeborg Bengtsdotter («figlia di Bengt», diminutivo di Benedikt).

Birger Persson discendeva per linea paterna dal re cristiano Sverker I della dinastia dei Folkungar, che nel 1134 aveva fondato in Svezia la prima abbazia cister­cense cui aveva dato il nome di Alvastra, in onore del­la defunta consorte Ulvilde, e dove poi fu sepolto.

Dal punto di vista religioso la Svezia era legata a Roma: il battesimo di re Olof, avvenuto nel 1078, è considerato l'inizio ufficiale della cristianizzazione del Paese, che in precedenza era proceduta a fatica, con ricadute nel paganesimo. Fu a Birger Persson, perso­nalità assai stimata, che i connazionali si rivolsero per avere una legislazione cristiana che sostituisse quella pagana di Viger Spa, primo legislatore del Paese, e tra­sfondesse nelle leggi lo spirito evangelico.

La prima legislazione cristiana della Svezia, pro­mulgata ufficialmente nel 1295 da re Birger II, è quin­di legata al nome del padre di Brigida, che in quella importantissima compilazione si fece aiutare dal pre­vosto del duomo di Uppsala, maestro Andreas And. Il nuovo spirito della legge svedese è chiaramente espresso da queste parole: «La legge deve essere di onore agli uomini giusti e prudenti, ma di correzione ai malvagi e ignoranti. Se tutti fossero giusti, non ci sa­rebbe bisogno di legge». E ancora: «Ci lasci Iddio vi­vere sulla terra in maniera che possiamo meritarci il Cielo». La nuova legge aboliva anche la schiavitù, «per­ché Cristo è stato venduto e liberò tutti i cristiani».

Birger Persson era lagman, cioè governatore e giu­dice dell'Uppland, la più importante provincia del re­gno. A quell'epoca in Svezia c'erano nove governato­ri, ai quali competevano sia la giustizia sia l'ammini­strazione delle rispettive regioni. Prima che in Svezia la corona reale divenisse ereditaria, anche l'elezione del sovrano rientrava nei loro compiti.

Birger Persson era un signore molto benestante e al­trettanto generoso, che nel corso della sua vita donò terreni per diverse chiese e conventi. Si era sposato due volte: la prima con Kristina Johannsdotter, morta nel 1295, anch'essa di famiglia nobile e ricca. La secon­da moglie fu Ingeborg Bengtsdotter, madre di Brigida, imparentata con i reali di Danimarca e col re di Sve­zia, Birger Magnusson, fratello di suo padre Bengt.

Ingeborg Bengtsdotter era, stando alle cronache del suo tempo, una signora buona e gentile, che pur vi­vendo secondo il costume delle signore del suo ran­go, era profondamente e autenticamente religiosa. Ol­tre a Brigida ebbe altri sei figli (tre maschi e tre fem­mine), tre dei quali morirono bambini.

Brigida nacque il 3 giugno 1303 nel castello di Fin­sta, che si trova in una regione ricca di laghi e fiumi, con colline coperte di abeti. La residenza familiare della futura santa era a quel tempo un centro di alta cultura e religiosità, che esercitò un'influenza deter­minante nella sua formazione.

Jens Johannes Jorgensen, autore di un'importante biografia di santa Brigida, così descrive il luogo, che aveva personalmente visitato:

La regione è ricca di piccoli laghi e canali, e coperta di fitte foreste di conifere, ma non inadatta alla col­tivazione... Se ci si vuol rappresentare la casa di Bir­ger Persson occorre lasciar da parte tutte le immagi­ni evocate da castelli francesi e manieri tedeschi. Le grandi fattorie medioevali dell'Uppland consistevano in una serie di costruzioni in legno nell'interno di un terrapieno, attornianti una casa o torre di pietra... Ai nostri giorni non esistono nemmeno più le rovine di quella che è stata la casa in cui santa Brigida trascor­se la sua infanzia. Per contro, la pompa di ferro che un giorno di luglio di vent'anni or sono (quindi nel 1927) venne mostrata a un mio amico svedese e a me, come la «fonte di santa Brigida» potrebbe forse esse­re al suo posto. Comunque, gli enormi macigni sot­to i pioppi mormoranti nel giardino sono certamen­te suoi contemporanei. E il bosco è, come allora, com­posto di pioppi e aceri, di betulle dal candido tronco e di scuri abeti. Un colombo selvatico tuba un mo­mento, e poi tace: così udì santa Brigida tubare il co­lombo selvatico.

La piccola Brigida fu battezzata nella chiesa del pae­se, davanti alla quale si può vedere una lapide che ri­corda questa grande figlia della Svezia. La sua nasci­ta fu preceduta da fatti eccezionali, il più notevole dei quali fu questo: durante il periodo della gravidanza, la nave sulla quale Ingeborg viaggiava, di ritorno da un pellegrinaggio alla tomba di santa Brigida di Kil­dare, fece naufragio; molti dei passeggeri persero la vita e la mamma di Brigida fu salvata a fatica da Erik, fratello del re. La notte successiva ella ebbe un'appa­rizione: le si presentò una misteriosa figura vestita di un abito luminoso che le disse: «Sappi che sei stata sal­vata da questo naufragio grazie ai meriti straordinari della creatura che porti in grembo. Educala con at­tenzione, perché è un dono prezioso della generosità divina!».

Divenuta adulta, Brigida fece erigere sul luogo do­ve sua madre aveva toccato terra una croce di pietra: qui ancora oggi i marinai si recano a pregare prima di imbarcarsi.

Un altro segno fu dato al sacerdote Bengt, canoni­co di Rasbo, località vicina a Finsta: ne abbiamo già accennato nella premessa. Nella notte in cui Brigida nacque, mentre era immerso in preghiera chiedendo a Dio un parto felice per la sua signora, udì una vo­ce che diceva: «Questa notte a Birger nasce una figlia la cui voce potente sarà udita in tutto il mondo».

Gli antichi documenti, in particolare la cronaca di Margareta Clausdotters, descrivono Brigida come una bambina di delicata bellezza, bionda con gli oc­chi azzurri, molto intelligente, vivace e portata alla religione.

Quando aveva appena sette anni Brigida visse la prima delle innumerevoli esperienze mistiche della sua vita: una mattina, svegliandosi dal sonno, vide ai pie­di del letto una bellissima signora circonfusa di luce, che le offriva una corona chiedendole se la volesse.

La bambina rispose di sì, e la corona le fu posta sul capo. Brigida ebbe a dire in seguito che quando la si­gnora fu scomparsa continuò a sentire ancora sulla fronte il peso della corona.

La straordinaria esperienza vissuta la rese ancora più incline alla devozione. Nel giardino di Finsta esi­ste tuttora una grotta naturale formata da massi er­ratici, nella quale si dice che la bambina si ritirasse ogni giorno a pregare.

Brigida raccontò la sua visione alla mamma, che da quel momento si preoccupò ancora di più dell'edu­cazione spirituale della figlia, facendole fra l'altro an­che assistere alle prediche che venivano regolarmen­te tenute nella cappella del castello di Finsta. Dopo aver udito, a Pasqua del 1314, una predica sulla pas­sione di Cristo che la colpì e commosse profonda­mente, la piccola Brigida vide in sogno Gesù e assi­stette alla sua crocifissione come se quella terribile vi­cenda si stesse svolgendo in quel momento davanti ai suoi occhi. Chiese a Gesù chi gli stesse facendo tanto male e lui le rispose: «Coloro che disprezzano me e il mio amore!». Da quel giorno Brigida non poté pen­sare alla passione di Gesù senza piangere.

Pochi mesi dopo, nel settembre 1314, morì prematuramente Ingeborg, la mamma di Brigida, e Bir­ger Persson si trovò costretto a occuparsi da solo del­la vita e dell'educazione dei figli. Affidò quindi Bri­gida alla cognata Katharina Bengtsdotter, sorella di In­geborg, che era madrina di battesimo della bambina. Katharina era moglie di Knut Jonsson, governatore dell'OstergEnland, e seguì ed educò la bambina con amore materno.

Brigida lasciò dunque Finsta, dove aveva trascorso i primi, felici anni della sua vita con i genitori e i fra­telli, e si trasferì nel castello di Aspanàs, sulle rive del lago Sommen. La zia era affettuosa e si occupò con grande cura di lei, pur non avendo molta sensibilità per le sue già ricche esperienze interiori e spirituali. Gli anni trascorsi presso gli zii furono assai formati­vi per Brigida, che si abituò a una certa autonomia in­teriore e sviluppò nella vita di tutti i giorni la capaci­tà di gestirsi in larga misura da sola.

Brigida rimase ad Aspanàs dal 1314 al 1316, anno in cui suo padre decise di darla in sposa a Ulf Gud­marsson, figlio di Gudmar, governatore del Vàster­gótland. Magnus, fratello di Ulf, sposò Katharina, so­rella di Brigida. Il doppio matrimonio fu celebrato nel settembre 1316. Era un matrimonio combinato, che Brigida accettò per assecondare la volontà paterna, co­me era costume a quel tempo: suo desiderio però sa­rebbe stato consacrarsi a Dio e ritirarsi a vivere in con­vento.

Contrariamente alle aspettative, il matrimonio, che durò ventott'anni e fu allietato dalla nascita di otto figli, risultò nel complesso felice.