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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:L'uomo attivo, come il pesce, percorre le vie del mare, cioè del mondo, per poter assistere il prossimo sofferente nelle sue necessità; e l'uomo contemplativo, come un uccello, innalzato al cielo sulle ali della contemplazione, nella misura delle sue capacità, contempla "il re nel suo splendore" (Is 33,17).
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Santa Brigida di Svezia



Santa Brigida

LA PASSIONE

La Beata Vergine parlava alla sposa Santa Brigida, di­cendo: «Novella sposa di mio figlio! Rimettiti i tuoi abiti e al collo indossa il collare, ossia la Passione di mio Fi­glio» (Libro I, 54)

Racconto della Passione di Gesù Cristo

«Poiché si avvicinava il tempo della Passione di mio Figlio, tutti i suoi nemici lo trascinarono via con percos­se sulle guance e sul collo; e dopo avergli sputato ad­dosso, si presero beffa di lui. Poi lo condussero alla co­lonna; qui si tolse gli abiti da solo e si avvicinò alla co­lonna con le proprie mani che i nemici legarono senza misericordia. Era tenuto in lacci e non aveva nulla per coprirsi: era nudo e dovette sopportare e patire la ver­gogna della nudità. I suoi amici erano fuggiti e i suoi ne­mici, sollevandolo, lo circondarono da ogni parte e fru­starono il suo corpo puro con ogni corruzione e ogni peccato... Vidi il suo corpo flagellato e straziato fino alle ossa, tanto che gli si scorgevano le costole e la cosa più amara fu che, quando smisero di flagellarlo, ne scavaro­no e straziarono le carni. E quando mio Figlio, rosso di sangue e trafitto, rimase in piedi in questo stato, tanto che in lui non restava nulla di sano, ripresero a flagellar­lo e qualcuno disse con apprensione: 'Come? Lo farete morire senza averlo giudicato?' E subito gli tagliò i lac­ci. Così mio Figlio si rimise i suoi abiti; e allora vidi che i suoi piedi erano in una pozza di sangue; i suoi nemici non tollerarono che si vestisse, e lo spinsero obbligan­dolo a camminare. Quando lo portarono via come un ladro, mio Figlio si asciugò il sangue dagli occhi; e quando l'ebbero giu­dicato, gli fecero portare la croce; e dopo che l'ebbe portata per un pezzo, qualcun altro la prese e la portò per lui. Tuttavia, mentre si avvicinava in questo modo al luogo della Passione, alcuni lo colpivano al collo, altri al volto; fu percosso con forza e violenza e sebbene non vedessi chi lo picchiava, ne sentivo i colpi. Quando ar­rivò sul posto della Passione, vidi che erano stati ap­prontati tutti gli strumenti destinati a dargli la morte; mio Figlio si tolse da solo gli abiti, mentre i soldati dice­vano fra di loro: 'Le sue vesti sono nostre, poiché non le riavrà: è stato condannato a morte'. Mio Figlio era lì, nudo come quando era nato; allo­ra qualcuno gli porse un velo per coprire la sua nudità e ciò gli diede grande gioia interiore. Poi i boia, duri e crudeli, lo presero e lo fecero stendere sulla croce, in­chiodando per prima la mano destra al palo, che era stato perforato in modo da far passare il chiodo. E gli trafissero la mano proprio nel punto in cui l'osso è più duro e forte; e, tirando l'altra mano verso il foro con una corda, lo crocifissero. Poi fissarono con due chio­di il piede destro e il sinistro, che si tesero rompendo tutti i nervi e tutte le vene. Dopo aver fatto ciò, essi gli misero sul capo una corona di spine, la quale trafisse così profondamente la testa di mio Figlio che i suoi oc­chi si coprirono di sangue, e così pure le orecchie e la barba! Egli, rosso di sangue e ferito, ebbe pietà di me, che assistevo addolorata e gemente e lanciò uno sguardo a San Giovanni, figlio di mia sorella, raccomandandomi a lui... Vedendo me e i suoi amici che piangevano inconso­labili, mio Figlio disse ad alta voce con tono implorante: 'Padre mio, perché mi hai abbandonato?' Come se di­cesse: 'Sei l'unico che abbia pietà di me, Padre mio!' Allora vidi i suoi occhi tramortiti, le gote bagnate, il vi­so dolente e la bocca aperta, con la lingua rossa di san­gue; il ventre aderiva al dorso, tutti i liquidi erano fuo­riusciti, come se non ci fossero più le viscere. Vidi il suo corpo pallido e sfinito, a causa del sangue che aveva perso, con le mani e i piedi rigidi e tesi sulla croce, con la barba e i capelli intrisi di sangue. Il cuore di mio Figlio, straziato, livido, solo, batteva ancora perché era di fibra buona e forte, in quanto ave­va assunto dalla mia carne un corpo puro, sano e di buona costituzione. La sua pelle era così morbida e de­licata che bastava colpirla leggermente per farne sgorga­re il sangue. Il suo sangue era così vivo che lo si vedeva scorrere sotto la pelle. Ed essendo mio Figlio di natura forte, la vita lottava contro la morte in un corpo lacera­to. Quando il dolore saliva dalle membra e dai nervi tra­fitti del corpo al cuore, la parte più sensibile e più pura in lui, il cuore provava una sofferenza incredibile; e quando il dolore scendeva dal cuore alle membra lace­re, egli ritardava con amarezza la sua morte... La morte si avvicinava, e poiché il cuore di mio Fi­glio si spezzò per l'intensità del dolore, tutte le membra ebbero un sussulto; egli protese un poco il capo e poi lo reclinò. Vedemmo la sua bocca aperta e la lingua coper­ta di sangue; le sue mani si erano scostate leggermente dal foro della croce e per questo i piedi sostenevano un carico maggiore; le dita e le braccia si distesero e la schiena aderì al tronco. Allora alcuni mi dissero: 'Maria, tuo Figlio è morto'; e altri: 'Tuo Figlio è morto ma resu­sciterà'. Mentre pronunciavano queste parole, venne un sol­dato e affondò a tal punto la lancia nel costato di mio Figlio che quasi usciva dall'altro lato! E non appena eb­be ritratto la lancia, il petto si coprì di sangue. Allora, vedendo che il cuore del mio amato Figlio era stato la­cerato, mi parve che lo fosse anche il mio. Poi egli venne calato dalla croce ed io lo presi sulle mie ginocchia come un lebbroso, completamente livido e straziato, poiché i suoi occhi erano morti e pieni di sangue, la bocca era fredda come la neve, la barba sem­brava corda e il volto era contratto; le mani erano tal­mente rigide che non si riusciva a piegarle sull'ombeli­co; essendo stato in croce, mentre lo tenevo sulle ginoc­chia aveva tutte le membra irrigidite. Fu immediata­mente avvolto in un lenzuolo pulito e bianco; e gli de­tersi le piaghe e le membra con un panno; gli chiusi gli occhi e la bocca, che erano rimasti aperti nel momento della morte. Infine venne posto nel sepolcro. Ecco, fi­glia mia! Cos'ha sofferto per voi mio Figlio». LibroI, 10

Gesù rivela alla sua sposa come si diede liberamente alla Passione

Il Figlio di Dio parlava alla sua sposa dicendo: «Io sono il Creatore del cielo e della terra e il corpo che è consacrato sull'altare è il mio vero corpo. Amami con tutto il cuore, perché io ti ho amato. Ho dato libera­mente me stesso ai nemici, e i miei amici e mia Madre sono stati colti da un dolore amarissimo e si sono sciolti in lacrime. Quando vidi la lancia, i chiodi, le fruste e gli altri strumenti preparati per la mia Passione, mi accostai co­munque a loro con gioia. E sotto la corona di spine, sebbene il capo grondasse di sangue e il mio sangue scorresse ovunque ed i nemici mi ferissero al cuore, avrei preferito essere straziato in due piuttosto di non averti e non amarti. Per questo saresti davvero ingrata se non mi amassi come riconoscenza del grande amore di cui ho dato prova nei tuoi confronti. Se il mio capo è stato trafitto dalle spine e si è piegato sulla croce, la tua testa deve chinarsi con umiltà; e poiché i miei occhi era­no pieni di sangue e di lacrime, devi astenerti da ciò che diletta la vista; e poiché le mie orecchie erano colme di sangue e hanno sentito che venivo denigrato, le tue orecchie non devono ascoltare parole beffarde, sciocche e leggere; e poiché hanno bagnato la mia bocca con una bevanda amara anziché gradevole, devi chiudere la boc­ca alle parole cattive e aprirla a quelle buone; e poiché le mie mani sono state distese e inchiodate sul patibolo, le tue opere, simboleggiate dalle mani, devono essere te­se ai poveri e ai miei comandamenti; i tuoi piedi, ossia gli affetti 'con cui devi venire a me, devono essere croci­fissi ad ogni voluttà; e poiché ho sofferto in tutte le mie membra, così le tue devono essere pronte e disposte a ubbidirmi, perché esigo un maggior servizio da te che dagli altri, in quanto ti ho dotata e arricchita di una gra­zia più grande ed eccelsa». Libro I, 11

I dolori di Maria durante la Passione di Gesù

«Alla morte di mio Figlio, avevo il cuore trafitto da cinque lance: la prima lancia era vedere il mio amatissi­mo Figlio onnipotente nudo, legato alla colonna, senza poterlo coprire. La seconda erano le accuse delle be­stemmie vomitate su di lui, in quanto era accusato di es­sere un traditore, un uomo bugiardo e perfido, e una spia sleale, lui che sapevo giusto, veridico; lui che non aveva mai voluto offendere nessuno. La terza lancia era la corona di spine che aveva trafitto il suo capo in modo così disumano che il sangue gli colava in bocca, nella barba e nelle orecchie. La quarta era la sua voce lamen­tevole sulla croce, mentre diceva: 'Padre mio, perché mi hai abbandonato?', come se intendesse dire: 'Sei l'unico che possa avere misericordia di me'. La quinta lancia che ha trapassato il mio cuore era la sua morte amarissi­ma, e mi sono sentita come se il mio cuore fosse stato ferito con altrettante lance, tanto che dalle vene è sgor­gato il sangue. Le vene dei suoi piedi e delle sue mani sono state trafitte, e il dolore dei nervi spezzati ha rispo­sto con forte intensità al cuore, e dal cuore ai nervi sen­za tregua, poiché il suo cuore era delicatissimo, e la sua vita e la sua morte lottavano una contro l'altra: così la sua vita si protrasse in mezzo a dolori lancinanti. Ma poiché la morte si avvicinava, il suo cuore si spezzò per il dolore insopportabile; allora d'un tratto le sue mem­bra ebbero un sussulto e il suo capo, che era reclinato, si alzò leggermente; gli occhi semichiusi si aprirono un poco. Anche la bocca era aperta e si vedeva la lingua in­sanguinata; le dita e le braccia, che si erano ritratte, si distesero. Ma quando ebbe esalato l'ultimo respiro, la testa si piegò sul petto, le mani si staccarono leggermen­te dalla croce nel punto delle ferite e i piedi dovettero reggere un peso maggiore. Vedendo mio figlio più disprezzato di un lebbroso, uniformai la mia volontà alla sua, ben sapendo che tutte le cose erano state compiute secondo la sua volontà e che non si poteva fare nulla senza il suo permesso e lo ringraziai per tutto ciò. La sua gioia si accompagnava al dolore, poiché vedevo che era innocente e che aveva vo­luto soffrire con così tanto amore per i peccatori. Dun­que, tutti coloro che sono al mondo si rendano conto che ho assistito alla morte amara e crudele di mio Fi­glio, e gli occhi del loro spirito lo ricordino sempre». Libro I, 27

«Sposa di mio Figlio, vestiti e sii salda, perché mio Figlio si avvicina a te» diceva la Madre di Dio alla spo­sa. «La sua carne è stata schiacciata come in una pressa: perché, così come l'uomo ha mancato con perversità in tutte le membra, allo stesso modo mio Figlio ha soddi­sfatto proporzionalmente in tutte le sue. I suoi capelli erano sparsi, i nervi spezzati, le giunture staccate, le ossa straziate, le mani e i piedi inchiodati; il suo spirito era turbato, il cuore afflitto dal dolore; e le sue viscere ade­rivano alla schiena, perché l'uomo ha peccato in tutte le sue membra». Libro I, 45

Per il giorno della Passione

«Egli fu trascinato e gettato a terra con tale crudeltà, che la testa urtò il suolo e i denti vibrarono e fu percos­so con così tanta forza al collo e sulle guance, che il suo­no e il contraccolpo giunsero alle mie orecchie e al mio cuore. Poi, su ordine del boia, si spogliò da solo, ab­bracciando con decisione la colonna; il suo corpo venne straziato e piagato con molti colpi di frusta. Alla prima percossa fui colpita al cuore dal contraccolpo e per po­co non svenni; poi, riprendendo coscienza, vidi il suo corpo interamente straziato, perché mentre lo flagellavano era nudo. Allora uno dei boia che assistevano alla scena disse: 'Come? Lo volete far morire senza che ven­ga giudicato e, così facendo, causare anche la vostra morte?' E dicendo ciò tagliò i lacci. E mio Figlio, essen­do stato slegato dalla colonna, per prima cosa si coprì; ma non gli diedero il tempo di rivestirsi; mentre lo tra­scinavano via, infilò le braccia nelle maniche. Le sue or­me attorno alla colonna erano talmente piene di sangue, che potevo individuarle una ad una, e capivo dove era passato dalle macchie di sangue che aveva lasciato. Al­lora si sfregò il viso insanguinato con la tunica. Poi, do­po che lo ebbero giudicato ed ebbe preso la croce, fu condotto sul Calvario; ma lungo la strada fermarono un altro uomo perché lo aiutasse a portare la croce. Giunto sul luogo in cui dovevano crocifiggerlo, vide subito un martello e quattro chiodi appuntiti; gli ordi­narono immediatamente di spogliarsi e lui obbedì co­prendosi con un piccolo panno, cosa che gli recò un po di conforto; poi andò a farsi crocifiggere. La croce pog­giava per terra e i bracci erano in alto, di modo che l'in­crocio fra le travi veniva a trovarsi fra le spalle di mio Figlio; il capo poggiava contro la croce, e la tavola dell'iscrizione era stata fissata sopra la testa e le braccia. Le braccia erano state inchiodate più in alto della testa. Non appena gli fu ordinato di stendersi sulla croce, egli si sdraiò volgendo le spalle alle assi. Gli dissero di porgere la mano: diede per prima la destra; e poiché la sinistra non arrivava al foro, la tesero; nemmeno i piedi arrivavano ai buchi, allora li tirarono e li incrociarono un po' più in basso delle cosce; poiché erano separati, vennero inchiodati alla croce con un chiodo ciascuno, conficcato là dove l'osso era duro, come avevano fatto alle mani. Al primo colpo di martello quasi caddi in estasi e nella veglia vidi mio Figlio e udivo che gli uomini parla­vano di lui in vari modi; alcuni dicevano: 'Cos'ha fatto? Ha commesso un furto, una rapina o detto una menzo­gna?' Altri rispondevano che era un mentitore. Allora gli posero sul capo la corona di spine che scendeva fino a metà della fronte. Diversi fiotti di sangue, aperti dalle spine, colavano lungo tutto il suo volto, riempiendo i capelli, gli occhi, la barba, al punto che tutto mi sem­brava sangue; egli non poté vedermi mentre assistevo alla scena, poiché il sangue gli era colato persino negli occhi. Dopo avermi raccomandata al suo discepolo ed aver levato al cielo la testa e gli occhi pieni di lacrime, gridò con una voce che nasceva dal cuore: 'Mio Dio! Mio Dio! perché mi hai abbandonato?' Era una voce che non potei mai dimenticare finché non salii al cielo; infatti aveva pronunciato queste parole perché era com­mosso più per la mia sofferenza che per la sua. Il colore della morte ne ricoprì tutte le membra, tan­to che si potevano vedere le sue mascelle attraverso il sangue, e le sue gote aderire ai denti; le costole sporge­vano talmente che era possibile contarle; il ventre aderi­va alla schiena; il cuore, vicino alla piaga, fece tremare tutto il corpo e la barba ricadde sul petto. Allora io, ri­dotta a un cencio, caddi per terra. La sua bocca era aperta, come quando aveva esalato l'ultimo respiro e si vedevano la lingua, i denti e il sangue; gli occhi erano semichiusi, rivolti in basso e il corpo già morto pendeva tutto ripiegato su di sé; le ginocchia erano curve verso un fianco e i piedi erano spostati sui chiodi che sporge­vano in basso come ganci. In seguito, dato che il costato era stato aperto, quando ne estrassero la lancia sulla punta dell'asta com­parve una specie di colore bruno, e capimmo che il suo cuore era stato passato da parte a parte; questo colpo penetrò talmente nel mio cuore che mi stupisco di non esserne morta. Gli altri se ne andarono ma io non potei; provavo un po' di consolazione poiché il suo corpo era stato deposto e calato dalla croce, tanto che potevo toc­carlo, tenerlo in grembo, sondare le piaghe e toglierne il sangue. Poi gli chiusi gli occhi e la bocca con le dita. Le braccia erano rigide e non riuscii a piegarle per incro­ciarle sul petto, ma solo sul ventre; non riuscii neanche a stendere le ginocchia poiché erano incurvate così co­me si erano irrigidite sulla croce». Libro IV, 70

È cosa giusta meditare sulla Passione di Cristo

Lo scudo spirituale, simbolo della considerazione dell'amarissima Passione di Nostro Signore, deve essere infilato sul braccio sinistro, vicino al cuore; così ogni volta che la voluttà della carne diletta lo spirito, potre­mo ripensare con attenzione alle piaghe di nostro Si­gnore; ogni volta che ci offendono e avviliscono il di­sprezzo dello spirito e le quotidiane avversità mondane, mediteremo sulla povertà e sugli obbrobri subiti da Ge­sù Cristo; e ogni volta che ci solleticano l'onore e il pia­cere momentaneo di questa vita mortale, considereremo e contempleremo la Passione e l'amara morte di Gesù. Libro IV, 74

Parla la Madre di Dio, e dice: «Il cuore di mio Fi­glio è soavissimo come il miele e purissimo come una fontana purissima, poiché tutte le bontà sparse in que­st'universo procedono da lui come dalla loro fonte, in quanto egli è dolcissimo. In verità, cosa c'è di più dolce per un uomo assennato se non considerare l'amore di Dio per noi attraverso la creazione, la redenzione, le fa­tiche e la dottrina, nella sua grazia e nella sua invincibile pazienza, poiché la sua carità non scorre e non passa co­me l'acqua, ma si spande in lontananza e dura, dato che il suo amore resta con l'uomo sino alla morte? Perché se anche un peccatore fosse prossimo alla sua perdita e al­la rovina totale, ma gridasse con la volontà di fare am­menda, sarebbe senz'altro liberato. Del resto, per giungere al cuore di Dio ci sono due strade: la prima è l'umiltà di una contrizione sincera, che conduce e introduce l'uomo nel cuore di Dio e nel­le conversazioni spirituali. La seconda è la considerazio­ne della Passione di mio Figlio, che vince l'insensibilità del cuore umano e lo fa correre con gioia verso il cuore di Dio». Libro IV, 101

Accompagnate il pane di carità con l'acqua. Qual è quest'acqua se non la continua considerazione del­l'amarezza della Passione patita da Gesù Cristo quando chiese al Padre di allontanare il calice da lui e quando le gocce di sangue colavano lungo il suo corpo? Il sudore di Gesù era sangue a tutti gli effetti perché il sangue dell'umanità di Dio era divorato dal timore naturale che provava Cristo, per mostrare che questi era un vero uo­mo e non un essere irreale, alieno da ogni sofferenza. Bevete dunque quest'acqua, meditando come Dio sia comparso davanti a Erode e a Pilato, quanto fosse dolente e misero sulla croce, e come la lancia abbia tra­fitto il suo sacro costato». Libro IV, 126