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Vita di San Pietro di San Giovanni Bosco



San Pietro

S. Pietro trasferisce la cattedra Apostolica a Roma. Progresso del Vangelo. Anno di Gesù Cristo 42.

Roma era ordinaria dimora del principe degli Apostoli, ma le sue vigilanze dovevano estendersi a tutti i fedeli cristiani. Perciò qualora fossero insorte difficoltà o questioni intorno a cose di religione egli mandava qualche suo fido discepolo, o scriveva lettere in proposito e talvolta andava egli stesso in persona; siccome fece in una questione insorta in Antiochia tra i Giudei ed i Gentili.

Credevano gli Ebrei che per essere buoni Cristiani fosse necessario di ricevere la Circoncisione, ed osservare tutte le cerimonie della legge di Mosè. I Gentili rifiutavano di sottomettersi a questa pretensione degli Ebrei, e la cosa venne a tal punto che ne ridondava grave danno e scandalo tra i semplici fedeli e tra gli stessi predicatori del Vangelo. Laonde S. Paolo e S. Barnaba giudicarono bene di ricorrere al giudizio del capo della Chiesa e degli altri Apostoli, affinchè colla loro autorità sciogliessero ogni dubbio.

S. Pietro si recò in Gerusalemme, ove giunto convocò tutti gli Apostoli, e tutti quei primarii Pastori che potè avere; quindi Paolo e Barnaba accolti in concilio esposero in piena adunanza la loro ambasciata a nome dei Gentili d'Antiochia, le ragioni ed i timori d'una parte e dell'altra, dimandando la loro deliberazione per quiete e sicurezza della coscienza.

Quella sacra assemblea prese ad esaminare questo punto, e dopo lunga discussione sulla proposta materia, infine levatosi Pietro prese a parlare così: Fratelli, voi ben sapete come Iddio elesse me per far conoscere ai Gentili la luce del Vangelo e le verità della fede siccome avvenne di Cornelio Centurione, e di tutta la sua famiglia. Ora Iddio che conosce i cuori degli uomini ha renduto testimonianza a quei buoni gentili mandando sopra di loro lo Spirito Santo come aveva fatto sopra di noi, e niuna differenza ha fatto tra noi e loro, mostrando che la fede gli aveva purificati dalle immondezze che prima gli escludevano dalla grazia. Dunque la cosa è chiara che senza la circoncisione i Gentili sono giustificati per la fede di Gesù Cristo. A che pertanto vogliamo tentar Iddio quasi provocandolo a darci una prova più sicura della sua volontà? Perchè imporre a questi nostri fratelli. Gentili un giogo, che con fatica noi ed i nostri padri abbiamo potuto portare? Pertanto noi crediamo che per la sola grazia del N. Signor Gesù Cristo tanto gli Ebrei quanto i Gentili debbano essere salvi.

Dopo la sentenza del Vicario di Gesù Cristo, tacque tutta quella assemblea. Paolo e Barnaba confermarono quanto aveva detto Pietro raccontando le conversioni ed i miracoli, che Dio erasi compiaciuto di operare per mano loro dinanzi a' Gentili che avevano convertiti a Gesù Cristo.

Come Paolo e Barnaba ebbero finito di parlare, S. Giacomo vescovo di Gerusalemme confermò il giudizio di Pietro dicendo: fratelli, ora ponete mente anche a me: ben disse Pietro, come da principio Iddio fece grazia ai Gentili formando un popol solo che glorificasse il suo Santo Nome. Ora ciò è confermato dalle parole dei Profeti che noi vediamo in questi fatti avverate. Per la quale cosa io giudico con Pietro che i Gentili non sono da inquietarsi dopochè si sono convertiti a Gesù Cristo: solamente mi pare doversi ordinar loro che per riguardo alla inferma coscienza dei fratelli Ebrei e per agevolare l'unione fra questi due popoli venga proibito di mangiar cose sacrificate agli idoli, carni soffocate, il sangue, e proibita sia eziandio la fornicazione. Quest'ultima cosa, cioè la fornicazione, non occorreva proibirla essendo affatto contraria ai dettami della ragione e proibita dal sesto precetto del Decalogo. Fu però rinnovata tal proibizione riguardo ai Gentili, i quali nel culto dei loro falsi Dei pensavano che fosse lecito, anzi che fosse cosa gradita a quelle immonde divinità.

Il giudicio di S. Pietro così da s. Giacomo confermato piacque a tutti quelli del Concilio; e però di corami consentimento determinarono di eleggere persone autorevoli da mandare in Antiochia con Paolo e Barnaba. A questi, a nome del concilio, furono consegnate lettere che contenevano le decisioni che colà eransi prese. Le lettere erano di questo tenore: «Gli Apostoli e sacerdoti fratelli a' fratelli Gentili che sono in Antiochia, nella Siria nella Cilicia salute. Avendo noi inteso che alcuni venuti di qua hanno turbato ed angustiato le vostre coscienze con idee arbitrarie, è sembrato bene a noi qui radunati, di scegliere e mandare a voi Paolo e Barnaba, uomini a noi carissimi, che la loro vita sacrificarono ed esposero a pericolo pel nome di Nostro Signor Gesù Cristo. Con essi mandiamo Sila e Giuda, i quali consegnandovi le nostre lettere vi confermeranno a bocca le medesime verità. Imperciocchè fu giudicato dallo Spirito Santo e da noi di non imporvi alcun'altra legge eccetto quella che dovete osservare, cioè di astenervi dalle cose sacrificate agli idoli, dalle carni soffocate, dal sangue, e dalla fornicazione. Dalle quali cose astenendovi farete bene. Statevi con Dio.»

Questo fu il primo concilio generale, a cui presiedette S. Pietro, dove come Principe degli Apostoli e capo della Chiesa parlò e definì la questione coll'assistenza dello Spirito Santo. Così da ogni fedel cristiano deve credersi, che le cose definite nei concilii generali radunati e confermati dal Sommo Pontefice Vicario di Gesù Cristo, e successore di s. Pietro sono verità certissime, che danno i medesimi motivi di credibilità come se uscissero dalla bocca dello Spirito Santo, perchè essi rappresentano la Chiesa col suo capo, a cui Dio ha promesso assistenza fino alla fine dei secoli.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu/