Santo Rosario on line

Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:Chi è ricco ama starsene in riposo, quindi l’amore alle proprie comodità e soddisfazioni, e la vita oziosa. Lo spirito di sacrificio si spegne.
font

Vita di San Paolo apostolo di San Giovanni Bosco



San Paolo

S. Paolo si presenta a s. Giacomo - Gli Ebrei gli tendono insidie - Parla al popolo - Rimprovera il sommo Sacerdote. Anno di Cristo 59.

Noi passiamo a raccontare una lunga serie di patimenti e di persecuzioni dal santo Apostolo tollerate in quattro anni di prigionia. Dio volle preparare il suo servo a questi combattimenti con farglieli molto prima conoscere; perciocchè i mali previsti cagionano minore spavento e l'uomo è più disposto a sostenerli. Giunto Paolo e i suoi compagni a Gerusalemme, furono accolti dai Cristiani di questa città coi segni della più grande benevolenza. Il giorno dopo andarono a visitare il Vescovo della città, che era s. Giacomo il Minore, presso cui eransi pure radunati i sacerdoti primarii della Diocesi. Paolo raccontò loro le maraviglie che Iddio aveva operate pel suo ministero presso i Gentili. Di che tutti ringraziarono di cuore il Signore.

Si fecero però premura di avvisare Paolo del pericolo che gli sovrastava. Molti Ebrei, gli dissero, si convertirono già alla fede e di costoro parecchi sono tenacissimi della circoncisione e delle cerimonie legali. Ora sapendosi che la dispensi i Gentili da queste osservanze avvi un astio terribile contra di te. Fa mestieri adunque che dimostri come tu non sei nemico degli Ebrei. Fa in questa maniera: nell'occasione che quattro Ebrei devono in questi giorni compiere un voto, tu prenderai parte alla funzione e farai per loro le spese che occorrono per questa solennità.

Aderì prontamente Paolo al savio consiglio, e prese parte a quell'opera di pietà. Si recò nel tempio e la funzione era sul finire, quando alcuni Giudei venuti dall'Asia eccitarono il popolo contro di lui gridando: aiuto Israeliti, aiuto. Quest'uomo è colui che va per tutto il mondo predicando contro al popolo, contro alla legge e contro a questo medesimo tempio. Egli non ha dubitato di violarne la santità con introdurvi dentro de' Gentili.

Sebbene tali cose fossero una calunnia, tuttavia si mise a rumore tutta la città e fattosi gran concorso di popolo, presero s. Paolo, lo strascinarono fuori del tempio per metterlo a morte come bestemmiatore. Ma il rumor del tumulto essendo giunto al tribuno Romano, questi tosto accorse colle sue guardie. I sediziosi vedendo le guardie cessarono di percuotere Paolo e lo consegnarono al tribuno, che fattolo legare ordinò che fosse condotto nella torre Antonia, che era una fortezza ed un quartiere di soldati vicino al tempio. Lisia, tale era il nome del tribuno, desiderava di sapere il motivo di quel tumulto, ma nulla potè sapere, perchè le grida e gli schiamazzi del popolo soffocavano ogni voce. Mentre Paolo montava i gradini della fortezza, fu mestiere che i soldati lo portassero sulle braccia per toglierlo dalle mani de' Giudei i quali non potendolo aver in loro potere andavano schiamazzando: uccidilo, levalo dal mondo.

Quando poi stava per entrare nella torre parlò così in greco al tribuno: mi è permesso dirti una parola? Il tribuno si maravigliò che egli parlasse greco e gli disse: Sai tu il greco? Non sei tu quell'Egiziano che poco fa eccitasti una ribellione e teco nel deserto conducesti quattro mila assassini? No certamente, rispose Paolo: io sono Giudeo, cittadino di Tarso, città della Cilicia. Ma di grazia mi permetti di parlare al popolo? La qual cosa essendogli stata concessa Paolo dai gradini della torre alzò alquanto la mano, aggravata dal peso delle catene, diè segno al popolo di tacere e si fece ad esporre quello che riguardava alla sua patria, alla sua conversione ed alla sua predicazione; e come Iddio lo aveva destinato a portare la fede tra i Gentili.

Il popolo lo aveva ascoltato con profondo silenzio fino a queste ultime parole; ma quando intese a parlare de' Gentili, come agitato da mille furie, proruppe in grida forsennate, e chi per isdegno gettava a terra le proprie vesti, chi spargeva in aria la polvere, e tutti gridavano: costui è indegno di vivere, sia tolto dal mondo.

Il tribuno che nulla aveva capito del discorso di s. Paolo, perchè aveva parlato in lingua ebraica, temendo che il popolo venisse a gravi eccessi comandò a suoi di condur Paolo nella fortezza, dipoi flagellarlo, e metterlo alla tortura per costringerlo così a svelare la cagione della sedizione. Ma Paolo, che sapeva non essere ancora venuta l' ora, in cui dovesse patire simili mali per amor di Gesù Cristo, si volse al centurione incaricato di far eseguire quell'ordine ingiusto: e ti pare, gli disse, che sia lecito di flagellare un cittadino romano, senza che sia condannato? Udendo tale cosa il centurione corse dal tribuno dicendogli: Qual cosa tu sei mai per fare? Non sai che quest'uomo è cittadino Romano?

Il tribuno ebbe paura: perchè aveva fatto legare Paolo, la qual cosa portava pena di morte. Si recò egli stesso da Paolo e gli disse: dimmi: sei tu veramente cittadino Romano? Egli rispose: lo sono veramente. Io, soggiunse il tribuno, ho comperato a ben caro prezzo tal diritto di cittadinanza romana. Ed io, replicò Paolo, ne godo per la mia nascita. Ciò saputo fece sospendere l'ordine di mettere Paolo alla tortura, ed il tribuno stesso ne fu in apprensione, e studiò un altro mezzo per sapere le accuse che si facevano dai Giudei contro di lui. Ordinò che il dì seguente si radunassero il senato e tutti i sacerdoti Ebrei, indi, fatte togliere le catene a Paolo, lo fece venire in mezzo al concilio.

L'Apostolo fissati gli occhi in quella assemblea: io, disse, o fratelli, fino a questo giorno ho camminato dinanzi a Dio con buona coscienza. Appena udite queste parole il Sommo Sacerdote, di nome Anania, comandò ad uno degli astanti che desse a Paolo una forte guanciata. L'Apostolo non giudicò di tollerare sì grave ingiuria; e colla libertà e zelo che usavano gli antichi profeti: muraglia imbiancata, gli disse, Dio percuoterà te, siccome tu hai fatto percuotere me, perchè fingendo di giudicare secondo la legge mi fai percuotere contro alla legge medesima. Udite queste parole, tutti si risentirono. Olà, gli dissero, hai tu l'ardimento di maledire il sommo Sacerdote. Perdonatemi, o fratelli, rispose Paolo, io non sapeva che questi fosse il principe de' Sacerdoti, perciocchè ben conosco la legge che proibisce di maledire il principe del popolo.

Paolo non aveva conosciuto il principe de' sacerdoti o perchè egli non aveva le divise del suo grado, o non parlava e non agiva colla dignità che a tal persona si conveniva. Nè s. Paolo malediceva Anania ma prediceva i mali che sarebbero per piombare sopra di lui come di fatti avvennero. Per cavarsi in qualche maniera dalle mani de' suoi nemici Paolo unì la semplicità della colomba alla prudenza del serpente, e sapendo essere l' adunanza composta di Saducei e di Farisei, pensò di mettere divisioni tra di loro esclamando: Io, fratelli, sono Fariseo, figliuolo ed allievo de' Farisei. Il motivo per cui sono chiamato in giudizio è la mia speranza nella risurrezione de' morti. Queste parole fecero nascere gravi dissensioni tra gli uditori; chi era contro di Paolo, chi a favore di lui.

Intanto si alzò un clamore che faceva temere gravi disordini. Il tribuno, temendo che i più arrabbiati si avventassero contro di Paolo e lo facessero in brani, ordinò ai soldati che lo togliessero dalle loro mani e lo riconducessero nella torre. Dio però volle consolare il suo servo di quanto aveva patito in quella giornata. Nella notte gli comparve e gli disse: fatti animo: dopo di avermi renduta testimonianza in Gerusalemme, tu farai altrettanto in Roma.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu/